Editore Casa Editrice Nord
Prezzo cartaceo 16,90 EURO
Prezzo ebook 9,99 EURO
Anno prima edizione 2017
Genere Narrativa Straniera
Dicembre 1944. I tedeschi stanno arrivando. Il prete di Stoumont, nelle Ardenne, ha un'unica preoccupazione: mettere in salvo Renée, un’orfana ebrea nascosta nella canonica. E, d’un tratto, il miracolo: una jeep con a bordo due soldati americani si ferma davanti alla chiesa e lui, di slancio, affida a loro la piccola. Tuttavia quei due soldati hanno solo le divise americane. In realtà si chiamano Hans e Mathias e sono spie naziste.
Arrivati in una radura, Hans prende la pistola e spinge la bambina in avanti, in mezzo alla neve. Renée sa che sta per morire, eppure non ha paura. Il suo sguardo va oltre Hans e si appunta su Mathias.
È uno sguardo profondo, coraggioso. Lo sguardo di chi ha visto tutto e non teme più nulla.
Mathias alza la pistola. E spara. Però è Hans a morire nella neve, con un lampo d’incredulità negli occhi.
Davanti a Mathias e Renée c’è solo la guerra, una guerra in cui ormai è impossibile per loro distinguere amici e nemici. E i due cammineranno insieme dentro quella guerra, verso una salvezza che sembra di giorno in giorno più inafferrabile. Incontreranno persone generose e feroci, amorevoli e crudeli. Ma, soprattutto, scopriranno che il loro legame – il legame tra un soldato del Reich e una bambina ebrea – è l’unica cosa che può dar loro la speranza di rimanere vivi…
Ci sono momenti nella vita in cui siamo costretti a confrontarci con l'inevitabile. Momenti in cui tutto sembra ormai deciso. Eppure il romanzo di Emmanuelle Pirotte ci ricorda che non è mai troppo tardi per cambiare il nostro destino. Anche nell'ora più buia, basta un'unica, coraggiosa scelta per varcare il confine che separa la vita dalla morte, il bene dal male, l’aguzzino dall'eroe. Basta uno sguardo per sciogliere la neve che portiamo nel cuore. Basta un istante per ritrovare la pace.
Renée è una bambina ebrea di circa sei o sette anni (non lo ricorda con esattezza nemmeno lei).
"Era un po' selvatica, e fiera, con due occhi neri come se ne vedevano solo tra gli zingari."
Renée è infatti in perenne fuga, da quando ha iniziato un gioco con la morte.
"E' come un grande gioco, ma tutto succede davvero. Renée ci gioca con tutta l'intelligenza e la vivacità che la ha donato la natura. E fino a qui sta vincendo lei."
Non sa bene il perchè, ma crede che centri il fatto di essere ebrea, anche se lei "non aveva mai capito bene in cosa consistesse, il fatto di essere ebrea."
Quando i tedeschi arrivano nel paese dove risiede, la bambina non si fa prendere troppo dal panico e
velocemente si prepara per la fuga.
Renée viene portata dal parroco del paese, credono che lì possa essere al sicuro.
Quanto si sbagliano.
Nemmeno vicino a Dio, Renée è al sicuro.
Infatti, i tedeschi giungono anche lì e il parroco non può fare altro che prendere Renée e portarla nel bosco, nascondendola dentro a un fosso.
Poco dopo, passa di lì una jeep americana e il religioso, in buona fede, non tentenna e affida la piccola ai due soldati americani, dicendo loro che è ebrea e che devono aiutarla a fuggire dai tedeschi.
Purtroppo, il parroco non sapeva che quei soldati altri non erano che tedeschi sotto copertura e che ha appena segnato il destino della piccola.
I due uomini fanno parte del battaglione Friedenthal, la crema dell'esercito nazista, un gruppo super preparato di spie al servizio di Otto Skorzeny.
"Ai nazisti piaceva tantissimo fantasticare, creare miti, erano fanatici allucinanti."
Uno dei due soldati, infatti, incrocia gli occhi della bambina che muovono in lui sentimenti più forti dell'odio.
"Non sarebbe stato capace di esprimere a parole ciò che stava vivendo."
Mathias, non sa perchè ha fatto quel che ha fatto, è stato rapito dallo sguardo di Renée, da quegli occhi saldi che gli stavano dicendo che non era ancora pronta per morire.
E Renée con quel soldato, anche se tedesco, si trova bene, serenamente bene.
"Per la prima volta nella sua vita, in compagnia del soldato tedesco si era dimenticata di essere ebrea."
Dopo un paio di giorni, però, Mathias e Renée se ne vanno dalla capanna e trovano rifugio presso una famiglia dove, sfortunatamente, arrivano anche dei soldati americani.
Mathias cerca di lasciare la piccola, ma in lei c'è qualcosa che l'ha stregato, che l'ha risvegliato e l'ha reso di nuovo umano.
"Per uno che nutriva un profondo disprezzo per l'esistenza, si attaccava alla vita con una forza davvero eccezionale."
La storia travolgente di un tedesco rapito dalla forza di una piccola ebrea.
Un libro che vede protagonista una coppia insolita, che va oltre la ragione e la logica. Un carnefice che si prende cura della sua vittima, che la salva e che da lei si fa salvare.
Un testo scritto in terza persona, che racconta una vicenda inusuale eppure così commovente e piena di umanità.
"Le storie dei deportati invaderanno il mondo intero, hanno appena iniziato, e saranno quasi tutte simili, tutte intrise di una tristezza incommensurabile, ma in fin dei conti anche di una grande banalità."
Questa storia, al contrario, di banale non ha nulla, è emozionante, profonda, toccante, arguta, è un libro che ho letto con un piacere genuino, che da tempo mancava di accompagnarmi durante le mie letture.
E' un racconto che ti scuote e ti stringe il cuore, che ti rapisce con il suo messaggio di compassione e altruismo, che emerge proprio là dove la crudeltà regnava sovrana.
"Il mondo intero ci avrebbe messo molto tempo per riprendersi da quell'incubo. Ma, per il momento, bisognava cercare di vivere."
Un raggio di bontà in mezzo all'odio, una sfumatura d'amore nel pieno della guerra, un libro che ho amato nella sua semplicità.
Non ci sono scene forti, non ci sono eventi estremamente drammatici, questo libro non vuole mostrarti il peggio della seconda guerra mondiale, vuole bensì raccontare la storia di un nazista che ha salvato una piccola ebrea e di come questa gli ha poi cambiato la vita.
Sono solita tenermi alla larga da letture che trattano questo tema, ma "Oggi siamo vivi" è qualcosa di puramente travolgente, ti colpisce non per l'irruenta realtà narrata tra le sue pagine, ma per il barlume di speranza che fa capolino tra le macerie della guerra.
Un libro straordinario che consiglio a tutti e a cui assegno:
- Trama: 5 - Narrazione: 5 - Personaggi: 5 - Cover: 3 - Finale: 5 -
5 Wonderland su 5
Dal libro:
- "Non si poteva punire qualcuno per aver detto la verità, per quanto dura e difficile fosse."
- "In fondo era questo l'ideale nazional socialista: la fine dell'umanità. Ecco una vera filosofia! Di una semplicità e una saggezza impressionante."
- "Ecco, ci ha messo un istante, Renée, sta già pensando ad altro; è maestra nel prendere al volo ciò che la vita le offre."
Anche io l'ho adorato! È sicuramente un modo insolito di raccontare l'antisemitismo. :)
RispondiEliminaVero, ci mostra gli eventi da un punto di vista diverso, non si concentra tanto sull'odio quanto sul perdono e l'umanità
EliminaMi ispita moltissimo questa storia! In futuro devo proprio leggerla :)
RispondiEliminaLeggila, non te ne pentirai! Sono entusiasta di questa lettura :D
EliminaSai che non lo conoscevo? Devo consigliarlo a mia madre, lei adora questo genere di libri! (Adesso vedi che l'ha pure letto ahahahah)
RispondiEliminaChe valutazione altissima! Devo farci un pensierino allora, nel caso in cui volessi un libro su queste tematiche. Con tutte le Challenge a cui sto partecipando mi capiteranno altre mille volte libri sulla seconda guerra mondiale ahahahha
Davvero, non mi aspettavo che mi prendesse tanto! Un libro stra consigliato, fantastico!
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