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domenica 25 febbraio 2018

Recensione: "La Fattoria dei Gelsomini" - Elizabeth von Arnim


Editore Fazi
Pagine 347
Prezzo cartaceo 15,00 EURO
Prezzo ebook 7,99 EURO 
Anno prima edizione 1934
Genere Classico

Lady Daisy e sua figlia Terry hanno invitato alcuni ospiti a trascorrere il fine settimana nella loro dimora di campagna. Ma la padrona di casa, di solito ineccepibile, non si rivela all’altezza. Più passa il tempo, più il soggiorno, che culmina in un interminabile pranzo, diventa un supplizio per tutti: il caldo è insopportabile, le interazioni obbligate alla lunga sfiancano, e il dolce all’uva spina, causa di imbarazzanti malesseri, è il colpo di grazia. Sempre più insofferenti, Mr Topham e il misterioso Andrew trovano rifugio in una lunga partita a scacchi, che si protrae fino a notte inoltrata, quando tutti gli altri sono già a letto. Peccato solo che la candida Terry, il mattino dopo, sappia chi ha vinto. A questo punto i sospetti di adulterio della moglie di Andrew diventano certezza: alla giovane
Rosie non resta che mettere a punto la vendetta. E quale miglior alleata, se non la madre, l’esuberante Mrs de Lacy, scaltra come poche, che non vede l’ora di irrompere sulla scena, avendo già fiutato l’occasione per guadagnarci qualcosa?
Con la sua eleganza e la sua ironia tagliente, Elizabeth von Arnim ci racconta tutto quello che si nasconde dietro l’ipocrisia dei salotti dell’aristocrazia inglese in un romanzo che fa ridere e sorridere spesso, pervaso di un allegro cinismo e di un’irriverente satira sociale.



Gli ospiti di Lady Midhurst concordavano nell'affermare che quel fine settimana trascorso a Shillerton non era stato tra i più lieti.
Eh sì che Lady Daisy aveva fama di essere una padrona di casa impeccabile, attentissima alle esigenze dei suoi ospiti. Tutti adoravano essere invitati da lei per il fine settimana ... ma non quella volta.
In quel famigerato fine settimana, l'uva spina aveva invaso ogni pasto!
Gli ospiti non ne potevano proprio più, non riuscivano a mandarla giù, figuriamoci digerirla!
In uno degli ultimi pasti da Lady Midhurst, la situazione era più o meno questa: una ventina di persone sedute intorno al tavolo, impegnate a reprimere il proprio malcontento. Il giudice Lattington, al limite della sopportazione, aveva fatto tuonare la sua voce per affermare pubblicamente che non aveva alcuna intenzione di mangiare la torta rovente di uva spina!
Mr Torrens, dal canto suo, si sentiva già indisposto, si era costretto a mangiare solo per riguardo nei confronti della padrona di casa.
Lord Midhurst, cognato di Daisy, era invece sopraffatto dal caldo.
Lady Lattington, al contrario, temeva le correnti d'aria, nonostante le rassicurazioni del professor Brown.
Il vescovo, invece, si beava della compagnia giovanile ma non sopportava proprio il conte von Vosch, uomo famoso per i suoi discorsi tediosi.
Diversi ospiti, poi, erano curiosi di sapere chi stesse guardando Terry, con quello sguardo così intimo e tenero. Forse la madre, Lady Midhurst?
Tra insofferenze, svenimenti e bacche indigeste il pranzo continua per una cinquantina di pagine (che pranzo lungo!) fino a quando (dopo il caffè) arriva (finalmente) la parte più interessante. Entra in gioco un pettegolezzo malizioso.
Un pettegolezzo che creerà non pochi problemi, che si propagherà in ogni dove, che scatenerà giudizi e sentenze, che giungerà alle orecchie di tutti tranne che a quelle dei protagonisti dello scandalo (ovviamente).


Il libro ci porta tra figure di spicco dell'alta società, tra nobili, giudici, vescovi che spesso pensano una cosa e poi ne affermano un'altra. Affondiamo tra dicerie malevole, tra volti ben celati da maschere che hanno il fine di serbare le apparenze. E' una giostra dove conta solo ciò che si vuole mostrare agli altri, non ciò che si è realmente. E tra parole maligne e sguardi pieni di giudizi, cadono le illusioni e restano le cose più care nella vita.
Questo libro ricorda vagamente la saga dei Cazalet, per via della narrazione che si sofferma sui vari personaggi.
La storia è davvero piena di figure, più o meno importanti, che si intrecciano tra di loro per creare delle scene, a volte ironiche, altre più tese.
La prima parte del libro è piuttosto lenta da leggere, il tutto ruota intorno a questa uva spina che rende insofferenti tutti gli ospiti.
Ho faticato a leggere le prime cinquanta, settanta pagine perché il mio entusiasmo era a livelli molto bassi. Non riuscivo a farmi coinvolgere dalla trama.
Poi è subentrato "il fattaccio" e la storia ha iniziato a prendere un ritmo più incalzante, tanto che la lettura è divenuta maggiormente godibile.
Tuttavia, devo ammettere, che alla fin fine non sono rimasta particolarmente colpita da questo volume.
Ha sì una narrazione piuttosto piacevole e dei personaggi ben costruiti, ma alla fine, la trama non è poi questo gran capolavoro. A confronto, trovo migliore la saga dei Cazalet.
Notevole, però, è la figura di Daisy. Costruita molto bene sia dal punto fisico che caratteriale.
Lady Midhurst ci viene presentata come una signora in là con gli anni che tiene particolarmente alla cura del suo aspetto.
E' una signora rispettabile, ben voluta da tutti, dalla condotta ineccepibile.
Se eri suo amici venivi immediatamente rispettato da tutti.
Insomma, un personaggio di una certa nobiltà che però viene messo a dura prova, ferito nell'orgoglio ma anche nel cuore.
A questo punto, arriva la domanda più attesa: consiglio questo libro?
Sì, perché alla fine non è una lettura pessima, magari non è pienissimo di eventi o non ha una trama particolarmente entusiasmante, ma è provvisto di una narrazione amabile, di un gruppo corposo di personaggi particolari e di vari, piccoli avvenimenti che donano alla lettura leggere sfumature ironiche.
Assegno al libro:

- Trama: 2 - Narrazione: 4 - Personaggi: 4 - Cover: 3 - Finale: 3 -

3 Wonderland su 5

Dal libro:

- "Non poteva essere colpa soltanto del cibo e dell'afa; erano concause, certo, ma c'era qualcos'altro che li rendeva insofferenti; qualcosa nell'atmosfera di quel fine settimana che non aveva mai avvertito in nessuna delle case di Daisy."

- "Se si fosse messo a pensare si sarebbe chiesto come fosse saltato in mente a Daisy di invitare gli amici per poi intossicarli e chiuderli in una stanza bollente finché non c'era addirittura stato lo svenimento."

- "Strano come sia poi andata a finire in modo così inaspettato."

2 commenti:

  1. Ho letto solo pareri più che positivi su questo libro, e ho tanta voglia di leggerlo. Soprattutto le ambientazioni mi attirano molto.

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    Risposte
    1. Principalmente sono due le ambientazioni. Credo però che i punti di forza del libro siano la narrazione e i vari personaggi.
      Tra le prima e la seconda parte, ho poi preferito la seconda.

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