Editore Garzanti
Prezzo Cartaceo 18,60 €
Prezzo Ebook 9,99 €
Prima Pubblicazione 2018
Genere Narrativa
Dafne è solo una bambina quando, in un vecchio baule di casa, trova una spazzola d’argento. È così brillante che non riesce a distogliere lo sguardo. Quando la prende in mano le appare una donna che, seduta davanti a uno specchio, si spazzola la lunga chioma bruna. È così che scopre di avere un dono straordinario: le basta sfiorare oggetti antichi per vedere la storia dei loro proprietari. Da allora sono passati anni, in cui ha cercato di ignorare questa capacità, che le parla di un passato che ha fatto di tutto per dimenticare. Ma ora che la sua vita non la soddisfa più, non può fare finta di niente: devetornare a Torralta, dove tutto è cominciato. Solo lì potrà sperare in un nuovo inizio. Ad aspettarla c’è la bottega antiquaria di nonno Levante. Appena vi mette piede, si rivede bambina mentre corre tra gli scatoloni ingombri di chincaglierie di ogni genere. E soprattutto ritrova il familiare odore di polvere e vernice. Troppo familiare per non farle venir voglia di riaprire il negozio e riportarlo all’antico splendore. Con l’aiuto dell’amorevole nonna Clelia e di Milan, un insolito collaboratore che ha trovato rifugio proprio nel negozio vuoto, Dafne trasforma la bottega in un ospedale per oggetti dimenticati, dando loro nuova vita. Ma un giorno, tra gli scaffali polverosi, si imbatte in un vecchio orologio da taschino che le parla di una coppia e del loro amore contrastato. Dafne non sa a chi sia appartenuto, né per quale motivo sua nonna ne conservi uno identico. Sente però che, in qualche modo, quell’orologio ha a che fare con la sua famiglia e con il dono che è tornato a farle visita. Per questo, è pronta a scoprire la verità sul mistero che lo avvolge. Perché solo così, ascoltando ciò che il passato ha da dirle, potrà ritrovare sé stessa.
Valentina Cebeni è una delle autrici italiane più amate in Germania. La collezionista di meraviglie è un romanzo prezioso. È la storia di una donna risoluta e indipendente che impara a guardare oltre ciò che la circonda per scoprire che spesso, nelle piccole cose di ogni giorno, si nascondo tesori.
L'incontro con una zingara, è quello il momento decisivo che cambia la vita di Dafne.
Incontro che scatena in lei una serie di ricordi che erano rimasti sopiti fino a quel momento.
Ricordi di quando era bambina e viveva con i nonni.
Ricordi legati alla bottega del nonno Levante, a un'antica spazzola d'argento che in mano a Dafne evoca una presenza femminile e la sua amara storia.
Dafne, reduce da una sfida che l'ha sfinita, che l'ha cambiata, ha deciso che è arrivato il momento di andare avanti.
Per questo, Dafne parte per Torralta, va alla Limonaia, il casale in cui è cresciuta, dove ancora vive sua nonna Clelia.
Dafne riparte dal suo passato, riapre il negozio di Levante e lo trasforma in una specie di ospedale per oggetti antichi, un laboratorio in cui ridar loro vita.
"Un tuffo in un passato confortevole, che aveva il sapore di un ritorno a casa."
Si tratta di Milan Kerla, un uomo che con sé porta ricordi pesanti, violenti, che Dafne riesce a vedere tramite una scarica di visioni che la fanno ritrarre, come se si fosse scottata.
In Milan, Dafne vede un'anima persa, vede se stessa e non riesce a non aiutarlo.
I due riaprono insieme il negozio di Levante, lei dà nuova vita agli oggetti, lui modella il ferro, dà nuova forma a oggetti già forgiati.
Il locale attrae molte persone ma non tutte sono lì per sistemare i loro manufatti, alcuni vengono lì per le doti speciali di Dafne, per la sua capacità di vedere i ricordi legati agli oggetti.
Alcune storie in particolare tormentano Dafne, quella di una bambina con un basco rosso che continua a farle visita nei sogni e quella di due orologi con crepe gemelle, fermi alla stessa ora.
Le storie legate agli oggetti, le storie di Dafne e di Milan costellate di tragedie, di misteri che attendono ancora una soluzione, la storia degli orologi, della bambina, sono molto intriganti, è ciò che fa loro da contorno che invece è monotono, nonostante alcuni colpi di scena che hanno ravvivato il mio interesse.
Penso di aver decisamente sopravalutato la trama, o per lo meno, avrei preferito un testo più coinciso, maggiormente incentrato sul dono (o maledizione?) di Dafne piuttosto che sul resto della sua vita.
Molto affascinante è la storia legata agli orologi, avrei voluto leggere qualcosa di più su di essa, magari tramite veri e propri capitoli narrati dal punto di vista di quei protagonisti del passato.
Per quanto riguarda invece il modo di scrivere della Cebeni penso che le immagini da lei descritte si presentino molto bene agli occhi di chi legge. Sono decisamente di facile visualizzazione però, a mio avviso, la scrittrice si dilunga troppo, cosa che appesantisce la narrazione che tuttavia, ha tratti molto poetici.
Alcune parti, inoltre, le ho trovate ripetitive, soprattutto quelle dove Dafne parla del perchè rimette a nuovo i vecchi oggetti.
Alcune coincidenze sono poi forzate, sempre secondo il mio punto di vista.
Ho invece apprezzato maggiormente i protagonisti: Dafne e Milan.
Sono rimasta colpita dalle loro vite complesse, dalle battaglie che hanno dovuto affrontare. Sono personaggi molto particolari, che nel corso del testo si trovano a dover affrontare svariate sfide, alcune delle quali, ereditate dai loro avi.
"Scappo dal dolore da tutta la vita."
Alcuni parti mi hanno decisamente annoiata, altre invece hanno rianimato la mia curiosità.
Non mi sento di bocciare completamente questo libro, molte sue caratteristiche mi hanno entusiasmata, ma non mi sento nemmeno di elogiarlo particolarmente.
In questo caso, penso proprio che stia a voi la decisione: questo libro fa o meno al caso vostro?
Io gli assegno:
- Trama: 3 - Narrazione: 3 - Personaggi: 3 - Cover: 4 - Finale: 3 -
3 Wonderland su 5
Mi piacerebbe leggerlo anche a me. Peccato che si dilunghi troppo nelle descrizioni ,e che a te non ti ha particolarmente entusiasmato.. A me invece piacciono i romanzi descrittivi, e spero non mi deluda ☺
RispondiEliminaLa trama divaga troppo secondo me, però non è una brutta lettura, alla fine è piacevole.
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