Editore Nord
Genere Narrativa
Questa lettura è stata una grande delusione!
Mi sento proprio ingannata da questo libro!
Sul copertina ci sono gli oggetti del museo, il titolo è legato al museo, il libro però non è incentrato sul museo, ma sul passato turbolento di Laure, la protagonista.
Il tema del museo ricopre solo il 20% del testo, nel resto si parla del comunismo a Praga, del muro a Berlino, di spie, politica, della compagnia di marionette sovversiva.
Insomma, io mi aspettavo di leggere qualcosa su questo museo singolare, che espone oggetti legati a promesse infrante invece vengo inghiottita in un vortice di politica e spionaggio.
Nella trama si accennava al passato di Laure ma non immaginavo che il libro parlasse praticamente solo di questo!
Il libro inizia bene. Siamo a Parigi, nell'umile e particolare museo di Laure. Un museo che spesso scatena nei suoi visitatori sentimenti tali che si sentono male, i ricordi riaffiorano e non riescono a gestirli.
Gli oggetti esposti sono stati tutti donati e sono il simbolo di molte promesse non mantenute.
Una scatola di fiammiferi con dentro un dentino è la promessa infrante di un padre.
Un velo da sposa è una promessa matrimoniale mancata.
Genere Narrativa
Questa lettura è stata una grande delusione!
Mi sento proprio ingannata da questo libro!
Sul copertina ci sono gli oggetti del museo, il titolo è legato al museo, il libro però non è incentrato sul museo, ma sul passato turbolento di Laure, la protagonista.
Il tema del museo ricopre solo il 20% del testo, nel resto si parla del comunismo a Praga, del muro a Berlino, di spie, politica, della compagnia di marionette sovversiva.
Insomma, io mi aspettavo di leggere qualcosa su questo museo singolare, che espone oggetti legati a promesse infrante invece vengo inghiottita in un vortice di politica e spionaggio.
Nella trama si accennava al passato di Laure ma non immaginavo che il libro parlasse praticamente solo di questo!
Il libro inizia bene. Siamo a Parigi, nell'umile e particolare museo di Laure. Un museo che spesso scatena nei suoi visitatori sentimenti tali che si sentono male, i ricordi riaffiorano e non riescono a gestirli.
Gli oggetti esposti sono stati tutti donati e sono il simbolo di molte promesse non mantenute.
Una scatola di fiammiferi con dentro un dentino è la promessa infrante di un padre.
Un velo da sposa è una promessa matrimoniale mancata.
Una marionetta è il simbolo di una promessa non mantenuta a causa della politica.
Di storie da raccontare ce ne sarebbe tante ma alla fine, quella che trova largo spazio nel libro è quella di Laure.
A scatenare i suoi ricordi è May, una giornalista che vuole scrivere un pezzo sul museo e che poi si concentra sulla nostra protagonista.
Laure racconta di quando, nel 1986 si è trasferita a Praga per lavorare come ragazza alla pari e sia finita poi tra i membri di una compagnia in lotta contro il regime comunista.
La Laure del passato è completamente diversa dalla Laure del presente, non sembrano nemmeno la stessa persona.
Di storie da raccontare ce ne sarebbe tante ma alla fine, quella che trova largo spazio nel libro è quella di Laure.
A scatenare i suoi ricordi è May, una giornalista che vuole scrivere un pezzo sul museo e che poi si concentra sulla nostra protagonista.
Laure racconta di quando, nel 1986 si è trasferita a Praga per lavorare come ragazza alla pari e sia finita poi tra i membri di una compagnia in lotta contro il regime comunista.
La Laure del passato è completamente diversa dalla Laure del presente, non sembrano nemmeno la stessa persona.
In pratica, il museo compare solo nella parte iniziale e finale, tutta la parte centrale è dedicata al passato di Laure.
Ne avessero poi parlato in modo coinvolgente!
La storia mi piace ma qui è raccontata in modo pesante.
La narrazione è lenta, monotona, ripetitiva.
Ho finito il libro solo perché volevo passare in fretta ad altre letture.
Questo libro è un mix confuso di genere. Vuole essere un romanzo rosa con la storia tra Laure e Tomas, vuole essere un libro di storia con la parte sul comunismo e il muro, vuole essere una testo di narrativa con il museo.
Alla fine, per me è stata solo una grande delusione.
Qui sotto, i commenti dei lettori che hanno partecipato alla lettura di gruppo.
Elisa Erba #ladredilibri
RispondiEliminaSinceramente dal titolo mi sarei aspettata tutt'altro libro. Il museo anziché essere il punto focale del libro sembra quasi un rumore di fondo, la maggior parte del libro è dedicata alla storia di Laurie alternando il periodo passato a Praga con quello passato a Berlino.
Il ritmo è molto lento, a tratti decisamente noioso, al punto da farmi quasi abbandonare la lettura.
Con molta fatica sono arrivata fino in fondo sperando in qualche colpo di scena che riscattasse l'intero libro ma nemmeno l'entrata in scena di Milos viene valorizzata e viene chiusa in poche righe.
Nel complesso molto deludente.
Il titolo ci ha proprio fregate
EliminaLoriana Lattanzi #libri_e_nuvole A me è piaciuto, soprattutto per la ricostruzione del rapporto tra Laure e il suo datore di lavoro, per la sua necessità di perdonarsi e di scoprire che cosa era successo al suo grande amore. Ho apprezzato anche l’alternarsi di capitoli ambientati nel presente a Parigi, quelli a Praga e quelli a Berlino. Forse come è stato detto il museo fa un po’ troppo da sfondo però credo che per l’autrice fosse solo un pretesto per ricostruire la vita della protagonista e il suo tormentato passato
RispondiEliminaCredo anch'io che il museo fosse solo un pretesto per parlare di altro
EliminaIo gli ho assegnato una stellina in più, ma niente di eclatante ☺️☺️
RispondiEliminahttps://dreamsink92.blogspot.com/2020/02/gocce-dinchiostro-il-museo-delle.html?m=1
Poteva essere più carino
EliminaL’idea di esporre oggetti personali, così fortemente rappresentativi di un tormento comune a molti (le promesse non mantenute), era veramente interessante. Peccato che sia rimasto solo un pretesto, buttato lì, per parlare di eventi storici e sociali legati agli ultimi anni di guerra fredda nei paesi dell’Est. B
RispondiEliminadescritto il senso di costrizione in un ambiente di repressione con orribili occhi e orecchie maliziose ovunque. Mi ha incuriosito come gli artisti pensavano messaggi nascosti nei testi delle canzoni e nelle fiabe rivisitate per le marionette.
Struttura del libro – avanti e indietro negli anni - un po’ confusionaria; ritmo lento e spesso interrotto; traduzione in alcuni punti scadente.
Voto 3 -
L'idea del museo era davvero interessante, peccato che non l'abbia sviluppato meglio
EliminaL’impressione iniziale, appena incominciata la lettura è stata tutt’altro che piacevole anzi mi stavo annoiando in quanto avevo l’impressione che il racconto fosse statico e lento (ero quasi tentata di abbandonare la lettura); mi son voluta dare un’altra possibilità continuandone la lettura e ammetto che addentrandomi di più nelle dinamiche personali, sentimentali ed emotive dei personaggi (andando oltre il contesto sociopolitico in cui vivono) mi sono appassionata e anche commossa. Il Museo, con i suoi oggetti comuni ma dai significati profondi, può simboleggiare tutte quelle promesse che abbiamo fatto a noi stessi ma che ancora non abbiamo mantenuto a causa di situazioni avverse nella vita; questo non significa però rinunciarci ma come Laure aspettare pazientemente il tempo e il modo giusto sia per realizzarle che per riscattare noi stessi.
RispondiElimina“Alla Parete sono attaccate due marionette, così vicine che si toccano… A Volte sembra che si tengano per mano… quel loro sguardo che sembra vedere tutto, la loro anima tenera e maliziosa insieme… Alza la mano e appoggia un dito sul torace di Pierrot, cercando il battito del cuore che è di Tomas. È lì. E lì c’è anche il perdono… Clac, l’ho amato. Clac, mi ha amato.”
5/5
Viviana Cuomo
io il contrario, ho iniziato bene ed ho finito la lettura dormendo :P
EliminaRamotswe Lù, casata: bambini sperduti
RispondiEliminahttps://www.instagram.com/p/B8wXrsAHkxa/?igshid=1huybrfbkqjvc
vado a leggere :)
EliminaNonostante alcune parti siano state un po' troppo dilungate e confusionali, la lettura del libro mi ha colpita. Credo che, come la protagonista, anche il libro si conosce piano piano andando avanti con la lettura. L'alternarsi tra presente e passato è un tipo di trama che mi intriga, ma mi ha intrigato anche il tema storico narrato ed ho imparato molto. Non è la prima volta che la trama di un libro non rispecchia quella vera. Di un libro tra le tante cose che mi colpiscono e il non parlare di cose banali, ma deve emozionarmi e insegnare qualcosa per questo mi è piaciuto e lo consiglierei
RispondiEliminaio mi sono solo annoiata :P
Elimina
RispondiElimina2° Gold di Febbraio
Casata: #LostinAusten
" Il museo delle promesse infrante ", Elizabeth Buchan
Questo romanzo mi ha messo in una posizione di estrema confusione, perché quella che all'inizio nasce come una storia nostalgica ( che ha come centralità un luogo dove poter cercare e trovare se stessi attraverso le storie degli altri ), si trasforma a poco a poco in una sequenza di fatti storici e ideali politici sfiorati debolmente e raccontati, secondo me, da una scrittrice poco intrigante. Le parti dedicate al museo e al suo contenuto hanno risvegliato il mio interesse, che è andato scemando mano a mano quando hanno preso campo quelle dedicate alle vicende svolte tra Praga e Berlino, che - sempre secondo il mio personalissimo parere - risultano essere molto farraginose e poco accattivanti.
concordo con te
EliminaTra politica, spionaggio, amore e delusioni, questo libro é stato una delusione, una promessa infranta visto che lo definivano meraviglioso.Gli argomenti non sono mai trattati a fondo (anche se forse é meglio cosi, magari risultava ancor più noioso) sembra sempre tutto lasciato in sospeso, mai approfondito. Perfino il museo che dà il titolo é poco trattato, uno specchietto per le allodole, e aspettandomi proprio una storia su questo l'amarezza c'é stata.
RispondiEliminaIl personaggio che ho preferito è il gatto..... e ho detto tutto......
Dimenticato casata ordine della fenice
Eliminaahah viva il gatto
EliminaAlessia Gilli
RispondiEliminaCasata I bambini Sperduti
Ad essere sincera sono rimasta molto delusa da questo libro. Dopo aver letto la trama avevo aspettative altissime, cercavo di immaginare quali misteriosi oggetti potessero essere esposti in un museo così particolare e a quante storie avrebbero potuto raccontare. Mi sembrava un idea davvero originale, peccato che in realtà abbia fatto solo da sfondo alla storia di Laure. Storia intesa, travagliata, personaggi interessanti e un contesto storico che avrebbe potuto suscitare molta curiosità ma la lentezza della narrazione lo hanno reso a mio parere molto noioso. Faticavo a mantenere la concentrazione sulla storia.
Un vero peccato.
il titolo e la copertina hanno tratto in inganno
Elimina"Quando sei arrivata tu ho capito cos'è la libertà " . Se non è amore cos'è, questa folle passione tra Tomas e Laure... Forse però è solo ub anore basato sull'inganno e il compromesso politico. Laure ingenua, dolce e delicata ci ha creduto fino in fondo.
RispondiEliminaUna Praga affascinante, magnetica e misteriosa e una storia raccontata su 2 piani temporali con una protagonista che cambia notevolmente.
Un sistema politico repressivo che sfruttava i sentimenti per tradire gli infiltrati...
Nella vita moderna di Laure c'è il museo delle emozioni, un luogo magico dove passato e presente tornano a vivere.
Ho apprezzato il libro solo alla fine, all'inizio non mi ha catturato mancava di verve non riuscivo a capire i tratti passati e quelli presenti, la protagonista mi sembrava un'altra persona poi tutti i fili delle marionette sono venute al pettine ed è sembrato affascinante e coinvolgente.
Voto 7
Personaggi 9
Trama 9
Stile 7
Finale 9
io al contrario, ho preferito l'inizio alla fine
EliminaL'idea del museo è carina.
RispondiEliminaLa premessa della storia d'amore è ricca d'attesa.
La storia si potrebbe definire anche commovente, ma in realtà la trama si è rivelata deludente.
Ho fatto fatica a finire il libro e se mi dovessero chiedere qualche delucidazione non saprei proprio come rispondere..
Comunque qualcosa di bello, questo libro, ce l'ha: la copertina
Sono rimasta delusa anch'io
EliminaHo letto il romanzo incuriosita dal concetto del museo che entra "nelle vite degli altri", con oggetti personali che raccontano una storia. Che poi i musei sono questo: oggetti che raccontano il passato di chi li ha vissuti.
RispondiEliminaPromossa a pieni voti l'idea, l'ambientazione e anche la narrazione su più piani temporali.
Quello che non mi è piaciuto è stata la brusca interruzione tra il presente ( i protagonisti che accolgono le storie degli oggetti) e il passato, diventato narrazione esclusiva per buona parte del libro. Per lo stesso motivo, conclusione troppo frettolosa.
Narrazione confusa in certi punti, forse peggiorato dal fatto che non amo i romanzi a sfondo storico (soprattutto se riguardano periodi di guerra e repressione)
alla fine, il museo, è solo una scusa per parlare del passato
EliminaEcco qui la mia idea su questo libro. Sicuramente non quello che mi aspettavo ma nell'insieme non mi è dispiaciuto... una sufficienza se la merita!
RispondiEliminahttps://libroperamico.blogspot.com/2020/02/recensione-344-il-museo-delle-promesse.html
passo subito a leggere :)
EliminaLe Lost in Austen
RispondiEliminaManuela BertuccelliNon è un genere che amo leggere e, probabilmente, se non fosse stato scelto come lettura condivisa non mi sarei mai addentrata. Posso dire che le parti preferite del libro sono state, la copertina e il titolo. Scherzi a parte. L’idea del museo, degli oggetti che “hanno il potere di raccontare” la storia delle persone alle quali sono appartenuti, un’amore infranto, questi sono gli ingredienti che avrei voluto trovare, ma che in realtà sembrano quasi passare in secondo piano mano a mano che la lettura va avanti, surclassati da eventi storico politici nemmeno troppo approfonditi. Anche la narrazione su due piani temporali alla lunga mi hanno annoiato. L’autrice non è riuscita a coinvolgermi o forse io ero troppo prevenuta.
Non è stata la migliore delle letture di gruppo purtroppo
EliminaFrancesca Passaretti
RispondiEliminaCasata: Ladre di libri
Amo i romanzi storici e questo certamente lo è, per di più ambientato in un periodo e un territorio di cui sapevo ben poco. Di conseguenza ho apprezzato molto la parte ambientata nel passato, che ho trovato particolarmente avvincente.
Tutta la vicenda del museo a mio parere è utilissima per alleggerire e fare da contraltare alla descrizione, decisamente particolareggiata, delle difficoltà della vita quotidiana durante il regime comunista cecoslovacco.
Fin dall’inizio ho provato empatia nei confronti di Laure, che proprio per i suoi segreti e le sue contraddizioni mi è sembrata un personaggio ben delineato e “reale”.
Ho apprezzato molto anche lo stile di scrittura dell’autrice, le sue descrizioni e i dialoghi tra i personaggi, che non ho mai trovato banali. L’abilità della Buchan nel far percepire nettamente, grazie a diversi stili narrativi, la differenza tra la parte ambientata nel passato, tetro e lugubre, e quella nel presente, decisamente più spensierato, è un altro degli aspetti che mi fa giudicare questo libro in modo più che positivo.
felice che ti sia piaciuto
EliminaMonica longi
RispondiEliminaLadre di libri
Io vado controcorrente, ma il libro mi è davvero piaciuto. Ho trovato le parti del passato più interessanti e ricchi di avvenimenti rispetto alle parti del presente dove si parla soprattutto del gatto trovato per strada.
Beh dai, meglio
EliminaCravero Emanuela
RispondiEliminaL'ordine della fenice
Laure è una donna molto controversa come se fosse due persone diverse. Mi è piaciuto il modo in cui i personaggi vengono raccontati non ci sono eroi o buoni o cattivi ma solo situazioni in cui ogni persona viene presentata con varie sfaccettature. Per me è un bel libro.
A questo aspetto non avevo pensato
EliminaLa trama di questi libro mi aveva molto intrigata, pensavo raccontasse la storia dei vari pezzi del museo accomunati tutti dalle promesse fatte e mai esaurite, invece è la storia della protagonista, del suo passato diviso tra Parigi Praga Berlino, le sue vicissitudini non si capisce se amorose lavorative o interiori in fuga da Praga o dal regime.... non mi è piaciuto per nulla, l’ho trovato molto confuso, molto lento e ripetitivo e senza alcuna trama avvincente, non coinvolge ne la parte introspettiva, ne la parte amorosa, non si capisce se è una rivoluzionaria o che ruolo abbia in tutto ciò, anche i dialoghi li ho trovati spesso senza senso saltando da una frase all’altra in modo molto confusionario, per me bocciatissimo l’ho fermato diverse volte perchè faticavo a proseguire
RispondiEliminanemmeno a me è piaciuto, peccato
EliminaRita Gagliarducci
RispondiEliminaL'Ordine della Fenice
Personalmente non l'ho trovato brutto. Non era di certo un libro estremamente scorrevole, ma la storia non mi è dispiaciuta. Ci sono stati dei vuoti lungo il percorso, momenti morti inutili che purtroppo non sono stati usati dall'autrice. Però nel complesso è un libro che mi è piaciuto e che mi ha dato da pensare, mi ha lasciato riflettere su come alcune scelte condizionano la nostra vita e su come anche le scelte altrui la condizionano. Eppure nei meandri dei vari pensieri, mi ha lasciato la chiave dell'attesa come speranza e dell'attesa come accettazione. Le cose vanno sempre come devono andare, siamo noi a dover permettere loro di rimettersi apposto a volte.
Felice che ti sia piaciuto:)
EliminaEmma Guidi per Ladre di Libri
RispondiEliminaA me il libro è piaciuto perché mi ha fatto rivivere e forse capire un po’ il periodo storico degli anni della mia gioventù passata in un paese libero e per lo più ignaro di quello che succedeva veramente nei confini della Cecoslovacchia. Solo alla fine ho capito perché tanto distacco della protagonista dalle cose terrene, si sentiva in colpa e il museo era per lei quasi un voler continuamente ricordare il suo tradimento. Solo all’ultimo riuscirà forse a perdonare se stessa e gli altri e trovare finalmente la voglia di andare avanti.
Beh dai, sono contenta che ti sia piaciuto:)
EliminaCasata:Ladre di libri
RispondiEliminaLord Bayron
Rossana Gnasso
L'idea centrale del libro, il museo delle promesse infrante, è originalissima. Penso che se esistesse ne sarei non solo assidua frequentatrice ma anche, con qualche pezzo della mia vita, direttamente partecipe.
L'importanza degli oggetti che Laure lascia in quel luogo, le sue promesse infrante, arrivano a trovare senso purtroppo solo nelle ultime pagine (con l'eccezione del biglietto del treno). Il museo diventa un non luogo nel libro. I fatti storici che fanno da sfondo a questa storia si colgono ma, almeno dal mio personalissimo punto di vista, in modo pesante e avvolte noioso.
Ho lasciato un pezzetto di cuore in quel museo. Pensavo che ci avrei di passato più tempo.
Non so... Delusa forse è troppo.. Direi non soddisfatta.
Potrei riscriverlo! 😜
Io avrei preferito che parlasse delle storie degli oggetti
EliminaElisa Baviera - Ordine della Fenice- avevo altissime aspettative su questo libro, una cover stupenda, una quarta di copertina fatta ad hoc, ho letto il primo 30% quasi divorandolo, la giornalista che vuole spaccare con un pezzo sul museo delle promesse infrante sito a Parigi ci accompagna nella vita di Laure, ci fa incontrantare i potenziali nuovi componenti che andranno ad arricchire gli scaffali del museo, sì perché questo museo esiste davvero, un museo in cui chiunque porta un oggetto legato ad una promessa che però non è mai stata mantenuta, un libro bellissimo detto così, scoprire l'anima delle persone, ciò che le tormenta, le delusioni e gli schiaffi presi dalla vita, attraverso oggetti, peccato che di questo si parli a parer mio poco, già perché Meg, la giornalista, non segue solo i colloqui che Laure fa per capire se un oggetto può entrare o meno a far parte della collezione del museo ma apre le porte sulla storia personale di Laure. Il libro infatti per buona parte parla del passato di Laure. Ho terminato il libro leggendo a rilento, arenandomi sulle pesanti pagine in cui si riceva il suo continuo conflitto interiore... Conclusione: un po' delusa!
RispondiEliminaDelusa anch'io
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