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giovedì 9 novembre 2017

Recensione: "Bienvenue en Miles Gris" - Stefania Serrapica


Editore Eiffel Edizioni
Pagine 216
Prezzo cartaceo 15,00 EURO 
Anno prima edizione 2017
Genere Fantasy

Per un attimo chiudete gli occhi e immaginate di vedere qualcosa che nessun altro può vedere: il mostro più terribile di tutti, la morte. È questo il "dono" di Mina, la protagonista di Bienvenue en Miles Gris, romanzo d'esordio della giovane scrittrice e artista visiva Stefania Serrapica. Mina è una studentessa sola, senza famiglia, né amici che cerca di mantenersi vendendo per strada ritratti a buon mercato e provando a difendersi dalle sue visioni dando loro forma attraverso la pittura. Tutto sembra andare storto nella sua vita, la madre in manicomio, gli incubi dai quali non riesce a liberarsi, la sua povertà estrema, finché un giorno un incontro inaspettato rovescia completamente le sorti della sua esistenza. In una combinazione di atmosfere gotico-fantastiche l'autrice è capace di costruire un anti-mondo la cui sorte, inestricabilmente legata a quella del nostro, è nelle mani di una piccola comunità di prescelti senza speranze ma dotati di capacità fuori dal comune. Non mancano l'avventura, la tensione e la suspense e soprattutto non ci si dimentica che la cosa più importante è incontrare e lasciarsi incontrare.

Mina ha un "dono" speciale, può vedere qualcosa che nessun altro può vedere: il mostro più terribile di tutti, la morte.
Mina è una ragazza sola, la madre è ricoverata in un manicomio e non ha nessun amico.

"Insomma, vivevo alla giornata e ciò a volte non mi dispiaceva affatto, altre volte avrei desiderato degli affetti e una vita più ordinaria. Molte volte, invece, avevo desiderato la morte."


Tenta di guadagnarsi da vivere provando a vendere i suoi quadri, le cui raffigurazioni sono ispirate dai suoi stessi incubi.
Un giorno, però, qualcosa nella vita di Mina cambia, si ritrova in una piccola comunità di persone speciali, dotate di capacità fuori dal comune.

"Siamo in un luogo fuori dalla portata di tutti, un posto dove non si cresce, ma si muore soltanto. Tu vedi Miles gris ma in realtà sei all'inferno. Lo hanno reso più attraente perchè un gruppo di stolti come noi potesse venire qui per cambiare le cose."


Miles gris è un posto speciale dove gli spiriti vengono aiutati a trovare la pace. Questo è il compito degli occultatori, gruppo di cui Mina è da poco entrata a far parte.
In questo posto così surreale, Mina scoprirà il valore dell'amicizia, l'importanza della vita ma soprattutto della morte. Comprenderà che quest'ultima non rappresenta sempre la fine di ogni cosa, anzi, molte volte può essere un nuovo inizio, come lo è stato per lei.
Mina non ha mai avuto una vita semplice, perciò quando gli è stato offerto di diventare un occultatrice non ci ha pensato su troppo a lungo ed ha accettato.
Si ritrova così in questa nuova dimensione, dove ci sono anime da salvare e dannati da redimere, anche se non tutti vogliono essere salvati.

"In vita mia avevo sbagliato tante cose.
Ma su una avevo avuto ragione: la morte era una cosa meravigliosa"


L'autrice riesce a creare delle atmosfere dark/gotiche descrivendo la morte, il dolore e la pena delle anime disperate in cerca di pace, con descrizioni raccapriccianti e macabre.
Ho trovato molto interessante quando viene raccontato il passato dei vari personaggi, come si sono ritrovati a Miles gris, che cosa hanno dovuto affrontare durante le loro vite.
Uno dei personaggi che ho apprezzato di più è la piccola Agata.
Lei è la mascotte del gruppo degli occultatori, ed è la più particolare di tutti per me perchè riesce a percepire chi è speciale. Quando uno di loro muore lei scrive in una lista il nome di colui o colei che lo sostituirà.
Agata ha poi una storia molto singolare, è stata abbandonata appena nata e affidata a dei genitori addottivi, perchè i suoi biologici non potevano prendersi cura di lei. Quando hanno scoperto che stava per morire di cancro alla gola hanno deciso di portarla con loro a Miles gris per darle un altra possibiltà
Una cosa di questo libro che invece mi ha lasciata un po' perplessa, è la narrazione, a tratti un po' monotona e dispersiva, con pochi colpi di scena.
Sicuramente l'autrice ha voluto tenere il meglio per le prossime pubblicazioni, come si può intuire dal finale molto aperto.
Assegno al libro:

3 Wonderland su 5

Recensione a cura di
Dal libro:

- "Chiariamo subito una cosa: se non foste stati reclutati qui, oggi sareste morti, quindi, ritenetevi in qualche modo fortunati."

- "Avanza il tempo, avanza anche la morte"

- "Mi ha chiesto se preferivo uccidere per vivere o vivere per morire"

- "La morte non mi ha voluta"
"Tanto meglio. Spero non ti reclami mai."

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