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mercoledì 12 novembre 2014

"La storia di una bottega" - Amy Levy


Editore JO MARCH
Pagine 217
Prezzo cartaceo 12,00 EURO
Anno prima edizione 1888
Genere: Classica

Nella Londra di fine Ottocento, le giovani sorelle Lorimer perdono improvvisamente il padre e finiscono sul lastrico. Rifiutandosi di accettare un destino che le vedrebbe divise tra i vari familiari che si sono offerti di dar loro ospitalità e protezione, scelgono di restare insieme e di sopravvivere con le proprie forze: fra lo sgomento generale, si trasferiscono nell'affollata e viva Baker Street, nel centro di Londra, e aprono una bottega di fotografia. Lacerate dai dubbi, sballottate dai colpi della fortuna, eppure appassionate e tenaci, Gertrude, Lucy, Phyllis e Fanny cercano di resistere alle privazioni e di
conquistarsi uno spazio nella società, difendendo un'indipendenza per nulla scontata nella tarda età vittoriana. Nel 1888, Amy Levy realizza un originale e raffinato ritratto di donne emancipate e moderne, utilizzando una metafora assolutamente calzante, quella della tecnica fotografica. Come la fotografia imprime, con leggi e codici del tutto nuovi, la realtà, stravolgendo per sempre l'arte e il concetto di immagine; nella stessa misura, le quattro protagoniste rivolgono uno sguardo più genuino alla vita, incarnando una donna, al contempo idealista e concreta, che annuncia il mutamento rapido e inarrestabile della condizione femminile alle porte del ventesimo secolo.






Tutto è bene quel che finisce bene, penso che non vi sia modo migliore per riassumere questo romanzo.
La prima citazione, tra l’altro, esprime alla perfezione lo spirito del libro:

“Fai girare, o Fortuna, fai girare la ruota e umilia l’orgoglioso; 
Fai girare la tua ruota selvaggia con il sole, la tempesta e la nebbia; 
Non abbiamo né odio né amore per te e la tua ruota.” 
A. Tennyson 

Amy Levy, scrittrice di questo come di altri libri, è stata la prima donna ebrea ad essere ammessa all’Università di Cambridge nel 1879. Nei suoi testi promuoveva i diritti delle donne, anticipando quelli che poi furono le rivendicazioni femminili.
La scrittrice morì giovane, si suicidò, ma fino all’ultimo, come testimonia questo romanzo, rimase in lei viva la speranza per una vita migliore e più felice.
In questo libro, la scrittrice, racconta la storia di quattro sorelle, di cui una nata da madre diversa. Le quattro ragazze, di differenti età, si ritrovano senza casa e con pochi soldi quando il loro padre muore dopo aver perso tutte le sue ricchezze.
Le sorelle, i cui nomi sono (dalla più grande alla più piccola): Frances, Gertrude, Lucy e Phyllis, decidono di aprire una bottega fotografica. Tutte accomunate dalla passione della fotografia, trasmessa loro dal padre, le fanciulle affittano una bottega con stanze annesse in Baker Street, via a quell’epoca, famosa per le numerose botteghe di fotografi.
In questa bottega le ragazze faranno nuovi incontri, alcuni piacevoli, altri amari, si prepareranno per balli ed incontri, riceveranno amici e parenti, scatteranno decine di foto, soffriranno e alla fine, si innamoreranno.
Ho trovato questa lettura piacevole, anche se non troppo entusiasmante. Assomiglia al libro “Piccole donne”, ma scritto da Jane Austen, con un pizzico di dramma alla “Jane Eyre”.
L’edizione pubblicata dalla casa editrice “Jo March”, l’unica tra l’altro reperibile sul mercato italiano, presenta all’inizio un’introduzione di una decina di pagina ad opera di Silvana Colella, vi consiglio di non leggerla subito ma di tenerla alla fine perché contiene delle anticipazione sul finale, la cui lettura vi farà un po’ arrabbiare!
A livello di testo ho riscontrato, a parte qualche errore di battitura imputabile certamente alla traduzione, la presenza di molte frasi confuse e alcuni dettagli a livello di testo che si presentavano equivoci e non descrivevano al meglio la scena. Qui devo ammettere che forse questo può essere dovuto a un problema dell’opera originale e non, bensì, alla traduzione postuma che in complesso mi è sembrava soddisfacente.
Questo libro non mi ha lasciato sensazioni ed emozioni particolari. La trama non è innovativa se non per quanto riguarda l’emancipazione che le sorelle Lorimer vogliono ottenere. La lettura è scorrevole e il finale quasi scontato.
Consiglio questo libro a coloro a cui è piaciuto “Piccole donne” e i testi della Austen. Lo consiglio altresì alle femministe che avrebbero voluto partecipare ai primi moti per le rivendicazioni femminili.

Assegno al libro: 
4 stelle su 5

Dal libro: 

- "Prendiamo qualche buona decisione! (...) Primo, non saremo ciniche. (...) Secondo, saremo felici! (...) Terzo, non diremo mai e poi mai che abbiamo visto giorni migliori!" Così, con i visi sorridenti, si alzarono in piedi e sfidarono il destino."

- "E' un pò triste, dico bene Gerty, guardare la vita da una finestra dell'ultimo piano?"

- "Penso di averla uccisa (...) e se potessi tornare indietro ... lo farei di nuovo."

- "(...) Oh Gerty, solo vederlo, solo saper che è vivo ... non basterebbe anche solo questo per essere felici tutto il resto dei nostri giorni?"

5 commenti:

  1. Penso che da quello che hai scritto sull'autrice, dalla trama e dalla tua recensione, questo libro sia pieno di forza femminile e di ideali. Quindi, è assolutamente da leggere!

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  2. Concordo! Mancava alla mia collezione, subito rimediato! ;)

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    1. però devo ancora iniziare a leggerlo :( uffa! Che scatole avere troppo poco tempo e troppi libri da leggere!

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  3. Questa casa editrice non la conoscevo! MI ha colpito subito il nome, pensavo fosse un collegamento con Piccole Donne XD poi ho realizzato essere il nome della casa editrice! Che tonta -.-"

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  4. Non conoscevo neppure questo! Lo tengo in considerazione, mi informerò! :3

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