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sabato 11 aprile 2020

Recensioni: "Beata ingenuità" - "Il suicidio perfetto" - "La signora di Wildfell Hall"

"Beata ingenuità" di Eloisa James

Editore Mondadori
Genere Romanzo

1808.
James Rybur, conte di Islay, viene obbligato dal padre a sposare Theodora.
Alla morte del padre, Theodora e sua madre sono state affidate al padre di James e quest'ultimo considera Theodora come un'amica, una sorella.
Lui non la vuole sposare ma lo fa per evitare al padre la galera.
Il duca è pieno di debiti a causa del gioco d'azzardo, inoltre ha perso parte della dote di Theodora, cosa che la ragazza non sa e per la quale lei potrebbe denunciare l'uomo.
Il duca è quindi un totale stolto e al figlio non resta che rimediare ai suoi errori.
Theodora è felice di sposare James, purtroppo la sua gioia è stata adombrata da uno spiacevole evento.
La stampa l'ha soprannominata la "duchessa brutta".
Theodora non è la classica protagonista affascinante, ha tratti ritenuti poco piacevoli ma a James, lei piace così come è.
Tra loro va tutto bene, sfortunatamente Theodora viene a sapere che James l'ha sposata anche per evitare al padre la galera. Lo ha saputo nel peggiore dei modi.
Umiliata e infelice, scaccia James.
Lui la asseconda, se ne va e diventa un pirata, a caccia di altri pirati.
I libri di questa serie sono una rivisitazione in chiave romantica delle fiabe più famose.
Questo libro ripercorre la storia del "Brutto anatroccolo" e l'anatroccolo in questione è Theodora.
Lei cambia molto nell'arco del libro ma rimane sempre una donna insicura. Il tradimento di James non fa che spingerla a chiudersi ancora di più in se stessa.
La sua autostima non migliora e la sua passione svanisce.
Amo leggere questa serie perché l'autrice riesce sempre a farmi provare mille emozioni.
A un certo punto mi viene un'ansia terribile e non riesco a non dare una sbirciata al finale!
"Beata ingenuità" è un libro elettrizzante, mi piace la svolta che ha preso, svolta che ha permesso ai protagonisti di maturare.
La narrazione è fluida, la lettura scorrevole.
Questo però non è riuscito a mutare la mia opinione, il secondo libro della serie è ancora il mio preferito.

"La signora di Wildfell Hall" di Anne Brontë

Editore Newton Compton
Genere Classico

Dato che il suo amico Halford lo ha ripreso per non avergli mai raccontato della sua vita, Gilbert Markahm, un giovane gentiluomo di provincia decide di accontentare l'amico. Attraverso numerose lettere gli parla della sua vita, a partire dal 1827.
Quell'anno, un fatto entusiasmante sconvolge la famiglia di Gilbert e tutto il vicinato.
Wildfell Hall viene affittata dalla vedova Helen Graham e dal suo figlioletto.
La donna è giovane, ha circa venticinque anni e del suo passato non si sa nulla.
Lei è riservata, è morbosamente attaccata al figlio, non lo lascia praticamente mai.
Qualcosa la preoccupa, cosa si cela nel suo passato?
Vari pettegolezzi si diffondono.
Le malelingue la isolano ulteriormente.
Gilbert, in un primo momento non dà peso a quelle critiche, è affezionato a Helen. Poi, però, assiste a una scena che lo spinge a cambiare opinione.
A seguito di ciò, la signora Graham consegna il suo diario a Gilbert e qui inizia la parte centrale del romanzo, parte scritta sotto forma di diario.
"La signora di Wildfell Hall" è ambientato nella campagna inglese.
Al centro della storia ci sono gentiluomini e gentildonne di provincia.
Si parla quindi di un mondo benestante ma semplice.
Un mondo limitato, in cui i pettegolezzi viaggiano veloci e possono rovinare la reputazione delle persone.
Gilbert è un protagonista emotivo, non pensa, lui si lascia andare alle emozioni, è molto impulsivo ma pronto a chiedere scusa se sbaglia.
L'autrice pone molta attenzione al carattere dei suoi personaggi.
Io immaginavo che Helen avesse subito chissà quali torti invece è lei stessa la causa dei suoi mali.
Helen è una donna così severa e religiosa, così rigida e integra.
Non si scompone mai! Quanto avrei voluto vederla prendere a schiaffi qualcuno! Invece ha lasciato che la tormentassero.
Helen è così illusa da essere imbarazzante.
Lei è così tenacemente ferma nei suoi intenti da risultare folle!
A un certo punto ho smesso di dispiacermi per lei.
Questa sua testardaggine però rende la lettura avvincente perché ti viene voglia di andare avanti per vedere fin dove riesce a spingersi.
Tra i romanzi delle Bronte che ho letto, questo non è il mio preferito ma è stata ugualmente una lettura soddisfacente, anche se Helen mi ha fatta arrabbiare non poco.

"Il suicidio perfetto (Le indagini dell'ispettore Santoni Vol. 1)" di Franco Matteucci 

Editore Newton Compton
Genere Giallo

Ovviamente, come mio solito, ho iniziato anche questa serie dalla fine.
Ora sto cercando di recuperare i primi libri.
"Il suicidio perfetto" è il primo libro della serie che vede protagonista l'ispettore Santoni.
La storia è ambientata a Valdiluce.
Lupo bianco, così viene chiamano l'ispettore, sta andando a salutare il suo nuovo flirt, Elisabetta, una turista che sta per tornare a casa.
Lupo bianco viene però distratto da una chiamata urgente.
Al residence Bucaneve c'è stata una fuga di gas. Quattro ospiti sono morte, tra queste proprio Elisabetta.
Sembra essere stato un suicidio di gruppo ma Lupo bianco ha dei sospetti e si mette ad indagare.
Il paese intero viene indagato e cento e più irregolarità vengono alla luce.
Questo primo caso non è estremamente ingarbugliato, è abbastanza prevedibile, io ho capito quasi subito chi era il colpevole.
Il personaggio di Lupo bianco però è estremamente interessante, un uomo di montagna, un detective scaltro, forte, rude.
Nei vari libri si accenna spesso anche al suo passato.
Il paese che fa da sfondo alle sue avventure, Valdiluce, è ben descritto, tanto da vedere nella mente i luoghi più importanti e ovviamente le sue montagne ricoperte di neve.
Questo libro, in particolare, mi ha affascinata non tanto per il caso ma per i personaggi e l'ambientazione.

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