Translate

domenica 28 giugno 2020

Recensione: "Fiore di roccia" - Ilaria Tuti

 

Editore Longanesi
Genere Narrativa

Quando ho scoperto che non era il seguito di "Ninfa dormiente" il mio entusiasmo è sceso sotto zero.
Non avevo aspettative negative in merito a questo libro ... le avevo tetre! Mi aspettavo una spiacevole lettura, poi l'ho iniziato e ... che meraviglia di libro!
Ilaria Tuti si discosta momentaneamente dalla sua serie poliziesca per richiamare i nostri cuori e la nostra attenzione su un pezzo di storia dimenticato.
Ilaria Tuti ci fa fare un tuffo nel passato, nel giugno del 1915, durante la prima guerra mondiale.
Siamo a Timau, un paesino di montagna italiano, abitato da donne, bambini e anziani.
Gli uomini sono tutti a combattere e le donne si danno da fare per allevare i figli e lavorare.
Alle donne di Timau viene chiesto di fare anche qualcos'altro.
I battaglioni nella zona Carnia hanno bisogno di qualcuno che porti loro tutte le provviste necessarie.
Questo aiuto lo hanno chiesto agli abitati di Timau, alle donne stanche e ai bambini affamati e tra questi, le uniche in grado di rispondere all'appello sono le donne.
Loro sono le uniche ad avere forza sufficiente per quel tipo di lavoro.
Ma hanno il coraggio di andare al fronte, in mezzo alla battaglia, rischiando la vita?
Con il favore delle tenebre, le donne di Timau si riuniscono per decidere cosa fare. Rispondere o meno a quella richiesta di aiuto?
La prima a decidere è Lucia, la mamma (un po' di tutti), lei vuole aiutare, vuole portare da mangiare agli uomini, ai ragazzi sulle montagne, perché se non lo fanno loro, nessun altro lo farà.
Loro sono l'unica speranza per chi combatte al fronte.
Ed ecco che, ispirate da Lucia, anche le altre accettano.
Viola, l'esuberanza e l'entusiasmo.
Caterina, la saggezza.
Maria, con le preghiere sempre sulle labbra.
E Agata, la nostra narratrice.
La vita degli alpini dipende da loro, da queste donne che conoscono le montagne meglio di chiunque altro, donne che quasi ogni giorno percorreranno sedici chilometri di vette per portare i rifornimenti ai soldati, e lo faranno arrampicandosi con le gerle sulle schiene, piene di armi, esplosivo, lettere, con le cinghie che entrano loro nella pelle, i piedi lividi, la schiena scricchiolante, il fazzoletto in testa, le gonne lunghe, i gomitoli in tasca per fare la maglia durante la salita.
Loro sono le Portatrici, donne coraggiose e tenaci, a cui nemmeno un capitano può dare ordini, donne che si sono guadagnate il loro posto nella storia con la fatica, la solidarietà, l'umanità.
Loro erano la speranza, la solidarietà, la forza che brillavano in mezzo ai cambi di battaglia.

"Dio è qui ed è donna."

Ilaria Tuti ci ricorda l'esistenza delle portatrici con una narrazione coinvolgente che incanta, parola dopo parola.
I paesaggi sono così ben descritti che si ha quasi l'impressione di essere lì, tra quelle montagne, tra quei sentieri, su quel fronte, tra i soldati, con le portatrici.
Uno degli aspetti più belli del libro è l'aiuto che ognuno (o quasi, gli infami esistono anche in tempi di guerra) dà a modo suo. Anche se minimo, in molti tentano di fare la loro parte.
Il titolo ha un significato ma non ve lo dirò, non vi voglio togliere la sorpresa, lo leggerete nel testo, vi dirò solo che è un significato bellissimo.
"Fiore di roccia" è un libro sulla guerra e il coraggio, sull'amicizia e l'amore, sul male e l'umanità.
La storia è in parte vera e in parte romanzata.
Alcuni personaggi sono ispirati a persone reali, come il prete del paese e Lucia.
Agata e la sua storia sono invece un mezzo per parlare delle portatrici.
Ilaria Tuti non poteva scrivere libro più stupendo per omaggiare queste splendide donne.

Nessun commento:

Posta un commento