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lunedì 10 agosto 2015

"Arma infero, Il mastro di forgia" - Fabio Carta


Editore INSPIRED DIGITAL PUBLISHING 
Pagine 843
Prezzo ebook 1,99 EURO 
Anno prima edizione 2015
Genere: Fantascienza 


"E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi".

Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall'uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v'è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon.
Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "mastro di forgia", e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe.






Solitamente, la prima cosa che faccio quando inizio a leggere un nuovo libro, è guardare di quante pagine è composto.
Non vi celo il mio spavento quando ho constatato che erano ben 843 i fogli da leggere.
Non mi aspettavo una lettura facile, infatti, su questo punto, non sono rimasta delusa.
Questa lettura, ambientata sul pianeta Muareb, racconta le gesta di Karan, giovane maniscalco e di Lakon, ex schiavo divenuto poi un grande cavaliere.
La loro storia viene raccontata tramite i ricordi di Karen, che ormai vecchio e senza forze, narra una storia vecchia di decenni ai suoi compagni di pellegrinaggio.
Nel libro si può leggere di come Karan, da semplice assistente, è divenuto poi maniscalco e di come, molto umanamente, egli abbia salvato la vita di Lakon, all’epoca, un semplice prigioniero alieno di cui nessuno teneva conto.
Grazie alla generosità di Karan, Lakon è divenuto in seguito, non solo un suo fidato amico, ma anche colui che tutti presero a chiamare il Martire tiranno dell’umanità.
Numerose sono le gesta che i due compagni intraprenderanno insieme, svariati i gesti di gelosia, ma anche di solidarietà tra i due.
L’ambientazione di questo romanzo è suggestiva e la sua trama agguerrita.
Le descrizioni che arricchiscono il libro, sono notevolmente precise ed evocative.
Tuttavia, ho trovato il libro decisamente troppo tecnico. Per coloro che non hanno dimestichezza con la meccanica e la fisica, metà di questo libro sarà per loro incomprensibile.
Questo, è stato per me un enorme punto a sfavore. Sono quasi certa, inoltre, che questo libro risulterà pesante alla maggior parte dei Lettori, abituati a un linguaggio più semplice e infarcito più di emozioni che di nozioni tecniche.
Penso che lo scrittore si sia lasciato un po’ andare con le descrizioni sugli zodion, che per quanto accurate, mi sono parse troppo prolisse e complesse.
Questo è un testo che consiglio sicuramente agli amanti del genere fantascientifico e a coloro appassionati di attrezzature futuristiche.
A tutti gli altri, consiglio di ponderare bene sull’eventuale acquisto di questa lettura.
Assegno al libro, solo perché non è una lettura semplice, che i più troveranno difficoltà ad apprezzare:

2 stelle su 5

Alcune frasi dal libro:

- "Delle polveri che vorticavano sulle dure distese dei calanchi, brune e dorate, ocra e rosse fin alle sfumature vermiglie e cremisi, non è rimasto nulla se non un monocorde grigio; dei granelli cristallini sfavillanti sulle dune di sabbia attorno ai mari, ebbene non c’è più traccia. "

- "(...) amore mio, dimmi: vi è freddo nelle stelle?"

- "Perchè una cosa è il silenzio e un'altra è tacere. Una cosa non usare le parole e un'altra non avere nulla da dire."

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