Translate

giovedì 21 ottobre 2021

Recensioni: "Il giorno dei morti" - "Il Golem" - "La zia Julia e lo scribacchino"


"Il giorno dei morti" di Maurizio De Giovanni
Vol. 4 L'autunno del commissario Ricciardi

Pagine 312
Genere Giallo

Originalità 8
Trama 8
Narrazione 9
Personaggi 8
Descrizioni 8
Ambientazione 9
Finale: Triste

Voto Finale: 8

L'autunno è arrivato, portando con sé una pioggia incessante.
Una mattina presto, alla fine del turno, Ricciardi viene raggiunto dal brigadiere Maione, hanno un nuovo caso.
Al Tondo di Capodimonte hanno trovato il corpo di un bambino, a fargli la guardia un cagnolino, forse l'unico amico che aveva in vita.
Maione è scocciato, devono farsi tutta la strada sotto la poggia e il loro torno è quasi finito.
Anche il dottor Bruno, quando li raggiunge, è parecchio adirato. Lo hanno fatto venire di mattina presto, sotto la pioggia e a quanto pare si tratta pure di morte naturale.
Ma Ricciardi ha dei dubbi ... non vede il fantasma del bambino. Per questo chiede al dottore di fare l'autopsia e in fin dei conti aveva ragione. Il piccolo è morto avvelenato. Bruno crede proprio sia stato un incidente, per la fame, ha mangiato delle esche per topi che erano avvelenate ma perché allora non c'è il fantasma?

👉 Ricciardi è un personaggio che mi affascina tantissimo. Appesantito da quel dono che lo rende un commissario eccezionale e allo stesso tempo un uomo tormentato e solo.

"Un uomo destinato a camminare nel dolore, a essere assordato, ammorbato, soffocato."

👉 In questo libro ci viene data l'opportunità di conoscere meglio il dottore. Un antifascista convinto e sfrontato, un uomo che di morti ingiuste ne ha viste tante eppure non lo hanno indurito, tratta ogni corpo con delicatezza e rispetto. Si commuove davanti al cadavere di un bambino che deve aprire.

👉 Alcuni dei capitoli del libro raccontano la vita di Tetté, la nostra piccola vittima. Un tuffo nel suo passato tormentato.

👉 Al momento, questa è la storia più triste della serie. Quante ingiustizie e quanto crudeli possono essere i ragazzini. Ciò che mi ha dato il voltastomaco è la cattiveria ingiustificata. Come si fa ad essere cattivi con una persona come Tetté? Un bambino buono che non si difende mai, che cerca sempre un sorriso, un carezza, un gesto gentile. 
Questo libro mi ha trasmesso tanta tristezza e rabbia. Avrei voluto tirare Tetté fuori dalle pagine del libro.

"La strada è popolata più dai morti che dai vivi.

👉 Evocativa come sempre la narrazione di De Giovanni. Splendida e crudele la Napoli di cui racconta.

👉 Il finale è un colpo al cuore e una cora contro la morte.

"Il Golem" di Gustav Meyrink 

Pagine 278
Genere Narrativa

Originalità 7
Trama 6
Narrazione 5
Personaggi 6
Descrizioni 7
Ambientazione 8
Finale: Ho finalmente capito di cosa parlavano all'inizio

Voto Finale: 7+

Un uomo indossa per sbaglio il cappello di un altro e si ritrova a rivivere la vita del proprietario del cappello.
Torna indietro nel tempo, nel ghetto, nella Hahnpassgasse, affollato da gruppi diversi di ebrei.
Lui (o meglio il proprietario del cappello) si chiama Pernath, è un intagliatore di pietre e riparatore di oggetti antichi. 
Un giorno, uno sconosciuto gli commissiona il restauro di un libro. La leggenda vuole che quell'uomo si mostri ogni trent'anni circa, preannuncia terrore e l'arrivo del Golem, una creatura a cui si infonde la vita con una magia scritta e infilata nella sua bocca.

👉 Che casino! La narrazione è terribile, criptica, un caos dall'inizio alla fine. Per capirci qualcosa sono andata su internet a cercare un riassunto. Solo alla fine del testo riesci a capire veramente di cosa si sta parlando. 

👉 Nel libro ci sono diversi personaggi, come Aaron il rigattiere o la figlia Rosina.
Il rigattiere tiene in pugno una donna, Angelina, che a sua volta chiede aiuto a Pernath. 
C'è poi Zwakh, il burattinaio che afferma di aver visto il Golem. Di storie comunque ne sa tante e alcune fanno venire i brividi. Proprio ascoltando lui di nascosto, Pernath realizza di essere un pazzo.

👉 Nel libro non c'è solo la storia di Pernath ma anche tante leggende e racconti che passano di bocca in bocca. Sono questi a rendere il libro interessante e a far venire i brividi. Storie affascinanti, spesso tragiche, sulle persone o luoghi particolari di Praga. C'è per esempio il racconto della casa che si vede solo con la nebbia, o quello dell'appartamento senza porta. 

👉 Una storia di illusioni e credenze popolare. Una narrazione caotica ma una trama che non annoia mai.

"La zia Julia e lo scribacchino" di Mario Vargas Llosa

Pagine 345
Genere Narrativa

Originalità 6
Trama 5
Narrazione 4
Personaggi 4
Descrizioni 5
Ambientazione 5
Finale: Finalmente è finito

Voto Finale: 4

In questo libro sono narrate due storie: quella di Pedro, inventore di trame per un programma radiofonico e Mario, aspirante scrittore che lavora a Radio Panamericana.
Nei capitoli dispari c'è la storia di Mario, in particolare il suo amore per la zia acquisita e nei pari ci sono i racconti di Pedro.

👉 Che tormento! Dopo aver letto le prime due pagine ho pensato: ma che diavolo sto leggendo? 
Una narrazione pesante, confusa, lenta, il punto della situazione non sembrava arrivare mai. Ogni azione dei personaggi è vista sotto la lente di ingrandimento, ci vuole una pazienza infinita per leggere questo libro. Inoltre, ogni volta che leggevo Marito, pensavo non a Mario ma al marito della zia.

👉 La storia poi non si concentra su pochi personaggi, no, amplia. Il tizio conosce quello e via a raccontare fatti che lo riguardano. A sua volta quello conosce quell'altro e via di nuovo a parlare lui. 

👉 I capitoli sui racconti non fanno che appesantire il carico già pesante. Alcuni però sono degni di attenzione. Unica nota positiva.

👉 Più leggevo e più avevo voglia di sbarazzarmi per sempre del libro!

Nessun commento:

Posta un commento