Translate

giovedì 15 marzo 2018

BlogTour "Chiudi gli occhi" - Introduzione al BDSM

Salve miei cari Lettori,
oggi ho il piacere di ospitare la prima tappa del blogtour dedicato al romanzo "Chiudi gli occhi", scritto da Monique Scisci, in uscita il 22 Marzo per la Newton Compton.
Oggi parleremo del mondo del BDSM, un universo di cui si parla molto ma mai in maniera approfondita.
A parlarcene sarà la stessa autrice.
Con dovizia di particolari ci presenterà un mondo forse non conosciuto da tutti, un mondo che ritroverete nel suo nuovo romanzo.
Lascio quindi a lei la parola.



Quando sentiamo parlare di sesso estremo, grazie ai successi letterari degli ultimi anni, facciamo subito riferimento all’acronimo Bdsm, sigla ormai di dominio pubblico.
Se non sapete di cosa si tratta, nessun problema! Certo, sono in molti a non sapere di cosa si tratta. Se per esempio mi capita di tirare fuori l’argomento con persone del tutto estranee al mondo della sessualità alternativa o in generale della narrativa erotica, queste sgranano gli occhi, mi guardano confuse, altre pensano mi stia riferendo alla sequenza numerica usata per la classificazione dei libri. Durante la stesura di ‘Chiudi gli occhi’ per mesi mio marito ha continuato a ripetere agli amici che sua moglie stava scrivendo un libro Isbn … così, per dire.
Tuttavia, la maggior parte di coloro che leggono romanzi di genere erotico sanno a grandi linee in che ambito siamo.
Ma che cosa sappiamo realmente del Bdsm? 
Tutto si riduce a una serie di pratiche in cui le persone agitano fruste per aria interpretando strani giochi di ruolo? Si tratta di una filosofia di vita, una cultura, oppure è solo un guazzabuglio di parafilie sotto mentite spoglie per annoiati o pervertiti che si divertono a infierire sui più deboli? Chi sono gli amanti del kinky e come si comportano in camera da letto? Ma, soprattutto, quali sono i tratti che caratterizzano un dominatore e chi sono i sottomessi?
Non ho la presunzione di rispondere in maniera esaustiva a tutte queste domande, tantomeno mi cimenterò in un trattato didascalico sul tema, in fondo ho solo scritto un libro, anzi, un romanzo che per antonomasia è un’opera di fantasia. Non mi ritengo un’esperta, però ho fatto molti studi sull’argomento. Ho scavato la rete in cerca di testimonianze, ho stalkerato persone per raccogliere quante più informazioni utili, ho letto diversi libri, persino un manuale senza il quale mi sarei persa, perché la prima regola a cui deve attenersi uno scrittore è: ‘racconta ciò che conosci’. Se ve lo state chiedendo, no, non conosco direttamente il mondo sommerso, ma solo chi lo pratica e questo mi ha di certo semplificato le cose. Devo dire che la mia esperienza in rete è stata piuttosto positiva, ho incontrato persone per bene che hanno avuto la pazienza di risolvere i miei quesiti. Perché credetemi, questo mondo di sfumature ne ha di certo più di cinquanta. Allontanandoci dal mito letterario di E. L. James, i Bdsmer non vivono la sessualità alternativa in modo esclusivo, semplicemente aggiungono creatività ai loro rapporti in un regime di sicurezza e, soprattutto, di consensualità.


Iniziamo, quindi, con qualche informazione tecnica. Innanzi tutto chi pratica Bdsm non è uno psicopatico, lo dice la scienza. Una persona su dieci, almeno una volta nella vita, ha sperimentato l’erotismo nella sua forma più estrema. I Bdsmer, inoltre, pare siano più estroversi, aperti a nuove esperienze, coscienti di sé e meno nevrotici rispetto a chi vive il sesso vanilla (vanilla sta per ‘normale’, ‘tradizionale’). Questo perché sanno quello che vogliono e non hanno paura di comunicare i propri desideri al partner.
Partiamo dall’abbiccì, srotoliamo l’acronimo.

B D S M

La B, sta per bondage, che in inglese significa appunto ‘legame’. Infatti, il bondage racchiude tutte quelle pratiche che hanno a che fare con corde, legature e costrizioni, che possono essere bavagli, semplici manette, maschere, barre regolabili per la divaricazione degli arti, cappucci di isolamento, manette, cinghie eccetera (se dovessi farvi l’elenco di tutti gli oggetti esistenti, questa introduzione si trasformerebbe in un dizionario). Oltretutto il termine bondage è una definizione ombrello che raggruppa un insieme di varianti, alcune anche molto antiche.

La D, invece, indica la dominazione e si riferisce al piacere, più che altro psicologico, di lasciarsi guidare nel gioco erotico dal proprio partner, il quale esercita un potere totalizzante sul corpo e sulla mente del sottomesso. Ma, secondo il manuale di Ayzad, la D starebbe anche per ‘disciplina’ e, in questo caso, indicherebbe l’insieme di regole somministrate al sottomesso e che implicano punizioni se non rispettate. Non pensate a punizioni letali, torture medievali o cose del genere, si tratta pur sempre di penitenze sopportabili che, talvolta, il sottomesso ricerca disubbidendo. Siamo nel mondo nel mondo delle contraddizioni, non dimenticatelo.

La S fa riferimento al sadismo. Eh sì, gli amanti dell’erotismo estremo, i dominatori nello specifico, amano infliggere un certo grado di sofferenza sia fisica che mentale al proprio sottomesso, ma si tratta di un’inclinazione per nulla fine a se stessa. Per intenderci, siamo sempre in un contesto di gioco in cui il fine ultimo è la soddisfazione reciproca che si raggiunge tramite la sperimentazione della fisicità. In alcuni casi, più che l’orgasmo, è il piacere mentale che conta. Il sadismo fa parte della natura umana, ma deve seguire certe precauzioni, per questo si sente parlare spesso della regola del SSC, ovvero sano, sicuro e consensuale. Ricordate il contratto che il famigerato Christian Grey fa firmare alla sventurata Ana? Beh, udite udite, esiste anche nella realtà, solo che è molto più dettagliato e scrupoloso e può essere modificato man mano che il legame si fa più intenso. Sì, perché i limiti possono essere superati. Ovviamente è tutto relativo, c’è chi segue un certo rigore e ama i dettagli e chi si lascia trasportare dalle situazioni. Dipende dalle persone, dalle relazioni e dai contesti.

La M indica, invece, il masochismo. In pratica siamo nella sfera opposta al sadismo. Qui però bisogna fare una doverosa precisazione, l’autolesionismo non ha nulla a che fare con il Bdsm, sia chiaro. I masochisti del mondo sommerso non sono coloro che amano infliggersi dolore, sono persone che ricercano il piacere attraverso il dolore o l’umiliazione sia fisica che verbale. Queste persone hanno quindi imparato a sperimentare la propria sensorialità attraverso situazioni erotiche.


E fin qui ci siamo, il Bdsm è un insieme di pratiche talvolta molto differenti fra loro subordinate a regole e limitazioni precise a seconda del partner e, soprattutto, del buon senso. Per quanto il Bdsm sia anarchico, non tutto è lecito. Di per sé non è pericolo, ma chi lo pratica deve essere preparato. Ecco perché esiste la regolina d’oro di cui vi ho parlato e, ovviamente, la famosa safeword. Apro una parentesi, esiste un’alternativa alle SSC, si chiama Rack, l’acronimo sta per Risk Aware Consesual Kink, ‘giochino erotico consensuale fra persone coscienti dei rischi’, ma da quanto mi è parso di capire è in disuso soprattutto nel panorama italiano, per cui non spenderò altre parole sull’argomento. Anche perché vi annoierei o rischierei di confondervi arrotolandomi nei significati.

Quindi, ricapitoliamo, chi vive l’erotismo in maniera estrema non è un malato di mente (anche se c’è chi lo pratica assecondando disturbi mentali anche piuttosto gravi, d’altronde non esiste un patentino per gli amanti del kinky), bensì una persona con una profonda conoscenza dei propri desideri, consapevole di appartenere a un mondo alternativo.


Il Bdsm è una cultura? Sì, e c’è chi ne fa una vera e propria filosofia di vita. Chi lo vive apertamente sotto gli occhi di tutti, chi invece si nasconde al riparo da sguardi indiscreti e soprattutto dal pregiudizio (ancora vivo, ahimè), chi ne parla solo con gli amici, chi si espone agli eventi pubblici (esistono molte feste a tema, ritrovi informali e Play Party), chi vive una doppia vita. Insomma, si tratta di persone normalissime con pulsioni forti e un bisogno viscerale di uscire fuori dagli schemi. I giochi di dominazione e sottomissione implicano molta sincerità fra i partner, c’è empatia nella coppia e il rispetto reciproco è la base su cui si fondano questi legami.

Durante la mia ricerca, chattando di forum in forum, mi sono resa conto che spesso le persone con tendenze masochiste sono uomini d’affari, che ricoprono importanti cariche professionali, persone che hanno grandi responsabilità e che, di contro, nell’intimità necessitano di abbandonarsi completamente nelle mani del proprio partner. Non è la regola, ma c’è della logica in tutto ciò. Così, quando ho deciso di scrivere questo romanzo ho passato molto tempo a interrogarmi sui personaggi principali, volevo che fossero credibili, lontani dagli stereotipi di genere. Sapevo che Mads Kavén era un dominatore, ma che tipo di dominatore doveva essere? Di certo non il classico bello da capogiro, giovane, inspiegabilmente ricco e con un passato difficile alle spalle. Insomma, volevo un personaggio sicuro, scevro da turbe mentali e problemi esistenziali irrisolti, doveva essere razionale e consapevole del proprio ruolo. I dominatori, nella maggior parte dei casi, sono coloro che conducono vite tranquille, senza particolari pesi sulle spalle, ma che nei rapporti sessuali hanno bisogno di esercitare il controllo. E, invece, chi è Josephine Lewis? L’innocente fanciulla in attesa del misterioso principe azzurro/tenebra, oppure una persona forte, a tratti difficile, spigolosa, abituata a vivere in un mondo ad alto contenuto di testosterone? Onestamente ho preferito raccontare la storia di una donna complessa, nascosta dietro tante maschere, concentrata sul lavoro, con una famiglia sgangherata che si dedica troppo poco tempo. Jos è una donna moderna, come tante, ambiziosa, impegnata che però non sa ascoltarsi. Non è una principessa, bensì un leader e Mads non arriva a salvarla, lui la distrugge per poi ricostruirla.
Le pratiche descritte nel romanzo hanno il compito di aiutarvi a capire il tipo di rapporto che lentamente si instaura tra i protagonisti, il grado di intensità che lega un padrone alla sua schiava, due amanti in perfetta sintonia che si scoprono incontro dopo incontro. L’erotismo estremo è la miccia che fa esplodere i loro sentimenti in un contesto di forte instabilità.


Con questa stringata introduzione, spero di essere riuscita a illustrarvi le basi di una cultura variegata e complessa, spesso stigmatizzata dalla morale comune che, tuttavia, non ha nulla di assurdo o depravato se non il giudizio che gli viene ingiustamente appioppato. Ad ogni modo, per chi volesse saperne di più a livello teorico, in commercio ci sono diversi titoli interessanti.

Monique


Ora che Monique ci ha spiegato meglio il BDSM, che dite? Siete curiosi di leggere "Chiudi gli occhi" per approfondire il tema, per vedere da vicino questo mondo?
Continuate a seguire il tour per conoscere meglio il libro di Monique.
Domani non perdetevi la tappa con sottofondo musicale sul blog Leggere Romanticamente

Nessun commento:

Posta un commento