Per la rubrica:
Salve miei cari Lettori,
oggi qui da noi è tornato l'autore Gianluca Giusti, che avevamo già intervistato in passato, all'epoca in cui uscì il suo precedente libro.
Oggi, vi presento il suo ultimo scritto con annessa una piccola intervista.
Prezzo 13€
Anno 2016
Genere Romanzo storico-paesaggistico
Un uomo che si muove nelle strade di una città per una settimana. La sua città. Una descrizione magistrale, dove il cammino alterna riflessioni profonde a fatti di vita vissuta; uno stop and go che ti segue rigo dopo rigo, pagina dopo pagina. Un saliscendi nelle increspature di una anima tormentata che sprofonda in una soluzione che non arriva. Ma quale sarà la ragione della sua angoscia e perché il tormento affligge il protagonista? Chi lo segue come un’ombra e perché, è lì con lui? Per scoprirlo serve arrivare alla fine, passando dal suo ritmo serrato, ironico e avvincente al termine del quale arriverà puntuale, la sorpresa finale.
Gianluca Giusti Montecatinese doc, nasce nel 1964 in una clinica in pieno centro cittadino.
Informatore scientifico del farmaco dal 1990, è scrittore e autore per passione.
Gianluca è alla sua quinta pubblicazione, ed alla seconda esperienza con La Caravella edizioni dopo: Cuba istruzioni per l’uso.
1. Ciao Gianluca! Complimenti per il tuo nuovo lavoro, Dacci un consiglio, perchè leggere il tuo libro?
Per prima cosa salutiamoli i lettori che comunque leggeranno questa intervista. Perché con "Sono fermo, mi muovo" hanno la possibilità di immergersi in un vero e proprio esperimento letterario. Unico nel suo genere. Lo ha definito così Elena Gonnelli, che ho avuto il piacere di avere come moderatrice ad una mia presentazione e ora più che mai ne condivido il termine. Un modo nuovo per conoscere una città, la sua storia e i suoi dintorni ma non attraverso la classica guida turistica stantia e fredda con i posti da vedere uno in fila all’altro, ma grazie a un racconto super originale.
2. Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?
Di innovativo c’è la forma di scrivere che non ha uno stile ufficiale e consolidato. Questo mia ha permesso di tirare dentro il lettore come fosse nelle strade insieme a me, di camminare insieme a me, di guardare dove guardo io e come spero, di vedere quello che vedo io. Ci diamo del tu e ci parliamo come fossimo veramente insieme. Io credo che tra autore e lettore non debba esserci separazione ma grande unione e complicità. Io sono per prima cosa un lettore e devo trovare empatia e condivisione con chi scrive, allora lo seguo e ho molte più possibilità di portare a termine il libro. Quello che chiedo a chi scrive, cerco a mia volta di darlo, scrivendo. Con la tradizione forse il racconto che non passa mai di modo e l’idea di farmi accompagnare da un personaggio un po’ strambo che tra poco vi descriverò brevemente.
3. Che cosa ti ha spinto a scrivere?
Da saggista quale sono in origine la voglia di smontare tutta una serie di bufale che vanno dal paranormale, passando per gli oroscopi, gli Ufo, i presunti poteri della mente fino a gli immancabili complotti di tutti i tipi. Con questo naturalmente ognuno è libero di credere a quello che vuole, io faccio solo un po’ il guastafeste.
4. Cosa ha ispirato la tua storia?
Com’è giusto che sia non posso prendermi la paternità di quello che non è mio. L’idea mi è stata suggerita da Silvia Motroni, consigliere comunale e amica personale, che mi ha telefonato chiedendomi di scrivere “qualcosa” sulla città. La difficoltà è stata trasformare quel “qualcosa” in una forma che potesse attirare il lettore per indurlo scoprire le tante meraviglie che la nostra città (pur nel suo piccolo), è in grado di offrire. Quello che ho scartato da subito, e come già detto, è stata l’opzione, guida turistica. Il problema però è che io sono un saggista e non un romanziere, quindi che fare? L’ispirazione è stata quella di fare un giro particolare tra le nostre strade accompagnato da un Virgilio molto “fuori dagli schemi” che desse vivacità alla storia. Per dare un’idea al lettore, Wilson, che appunto mi accompagna, ha una caratterista che rende tutto molto ironico e surreale: non lo vede nessuno eccetto me, non parla con nessuno e neanche con me ma posso assicurare che vivacizza molto, dall’inizio alla fine.
La dott.ssa Silvia Motroni, ci tengo a dirlo, mi ha concesso il privilegio di scrivere la prefazione
Anno 2016
Genere Romanzo storico-paesaggistico
Un uomo che si muove nelle strade di una città per una settimana. La sua città. Una descrizione magistrale, dove il cammino alterna riflessioni profonde a fatti di vita vissuta; uno stop and go che ti segue rigo dopo rigo, pagina dopo pagina. Un saliscendi nelle increspature di una anima tormentata che sprofonda in una soluzione che non arriva. Ma quale sarà la ragione della sua angoscia e perché il tormento affligge il protagonista? Chi lo segue come un’ombra e perché, è lì con lui? Per scoprirlo serve arrivare alla fine, passando dal suo ritmo serrato, ironico e avvincente al termine del quale arriverà puntuale, la sorpresa finale.
Gianluca Giusti Montecatinese doc, nasce nel 1964 in una clinica in pieno centro cittadino.
Informatore scientifico del farmaco dal 1990, è scrittore e autore per passione.
Gianluca è alla sua quinta pubblicazione, ed alla seconda esperienza con La Caravella edizioni dopo: Cuba istruzioni per l’uso.
1. Ciao Gianluca! Complimenti per il tuo nuovo lavoro, Dacci un consiglio, perchè leggere il tuo libro?
Per prima cosa salutiamoli i lettori che comunque leggeranno questa intervista. Perché con "Sono fermo, mi muovo" hanno la possibilità di immergersi in un vero e proprio esperimento letterario. Unico nel suo genere. Lo ha definito così Elena Gonnelli, che ho avuto il piacere di avere come moderatrice ad una mia presentazione e ora più che mai ne condivido il termine. Un modo nuovo per conoscere una città, la sua storia e i suoi dintorni ma non attraverso la classica guida turistica stantia e fredda con i posti da vedere uno in fila all’altro, ma grazie a un racconto super originale.
2. Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?
Di innovativo c’è la forma di scrivere che non ha uno stile ufficiale e consolidato. Questo mia ha permesso di tirare dentro il lettore come fosse nelle strade insieme a me, di camminare insieme a me, di guardare dove guardo io e come spero, di vedere quello che vedo io. Ci diamo del tu e ci parliamo come fossimo veramente insieme. Io credo che tra autore e lettore non debba esserci separazione ma grande unione e complicità. Io sono per prima cosa un lettore e devo trovare empatia e condivisione con chi scrive, allora lo seguo e ho molte più possibilità di portare a termine il libro. Quello che chiedo a chi scrive, cerco a mia volta di darlo, scrivendo. Con la tradizione forse il racconto che non passa mai di modo e l’idea di farmi accompagnare da un personaggio un po’ strambo che tra poco vi descriverò brevemente.
3. Che cosa ti ha spinto a scrivere?
Da saggista quale sono in origine la voglia di smontare tutta una serie di bufale che vanno dal paranormale, passando per gli oroscopi, gli Ufo, i presunti poteri della mente fino a gli immancabili complotti di tutti i tipi. Con questo naturalmente ognuno è libero di credere a quello che vuole, io faccio solo un po’ il guastafeste.
4. Cosa ha ispirato la tua storia?
Com’è giusto che sia non posso prendermi la paternità di quello che non è mio. L’idea mi è stata suggerita da Silvia Motroni, consigliere comunale e amica personale, che mi ha telefonato chiedendomi di scrivere “qualcosa” sulla città. La difficoltà è stata trasformare quel “qualcosa” in una forma che potesse attirare il lettore per indurlo scoprire le tante meraviglie che la nostra città (pur nel suo piccolo), è in grado di offrire. Quello che ho scartato da subito, e come già detto, è stata l’opzione, guida turistica. Il problema però è che io sono un saggista e non un romanziere, quindi che fare? L’ispirazione è stata quella di fare un giro particolare tra le nostre strade accompagnato da un Virgilio molto “fuori dagli schemi” che desse vivacità alla storia. Per dare un’idea al lettore, Wilson, che appunto mi accompagna, ha una caratterista che rende tutto molto ironico e surreale: non lo vede nessuno eccetto me, non parla con nessuno e neanche con me ma posso assicurare che vivacizza molto, dall’inizio alla fine.
La dott.ssa Silvia Motroni, ci tengo a dirlo, mi ha concesso il privilegio di scrivere la prefazione
non conoscevo questo autore, grazie
RispondiEliminaNon lo conosco!! :o
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