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lunedì 19 settembre 2016

Recensione: "Il quaderno di Madrid" - Del Coco Domenico


Editore Gilgamesh Edizioni
Pagine 152
Prezzo ebook 0,99 EURO
Anno prima edizione 2014
Genere Narrativa Italiana 



Una guerra fratricida in una Nazione martoriata in passato da brevi e piccole rivoluzioni. È la Spagna degli anni ’30. Alcuni giovani, tra cui anche tante ragazze, imbracciano un fucile. Combattono una guerra con tanti perché, tanto odio e tanta sete di democrazia. La guerra è il banco di prova non solo di una Nazione ma anche di tante Nazioni coinvolte in un territorio che per alcuni è divenuto il simbolo di avventura e ideale di democrazia. È la Guerra Civile Spagnola che anticiperà il secondo conflitto mondiale.
Alcuni decenni successivi un giovane facendo una tesi scopre orrori che mai avrebbe potuto
immaginare. E con quella tesi le vite dei repubblicani si intrecciano con quella del ragazzo che farà scoprire al lettore parole come democrazia e voglia di libertà. E nello svelare certe realtà non mancheranno colpi di scena. Il lettore non potrà fare a meno di scoprire quali misteri si celano dietro a un quaderno. Romanzo vivo e pieno di ritmo dove l’uomo lotta per necessità e per coraggio.

Questa potrebbe sembrare una lettura leggera, visto il numero di pagine, ma non lasciatevi ingannare, perchè vi trasporterà in un'epoca lontana ma per certi aspetti ancora spaventosamente vicina.
Il libro inizia con un prologo che fa un ripasso generale dei fatti storici riguardanti la guerra civile spagnola, l'ho trovato molto utile perchè spesso questa è una parte della storia che viene dimenticata facilmente, ma non preoccupatevi il libro non è tutto cosi.
La prima parte di questa storia ci catapulta durante la guerra civile e ce la fa vivere attraverso la quotidianità di un gruppo di ragazzi che lottano contro le truppe di Franco.
I fatti vengono narrati in maniera concisa, veloce ed estremamente realistica, preparatevi ad avere i brividi e strette allo stomaco leggendo certi passi particolarmente cruenti.
Sembra di essere lì, con quei ragazzi, che hanno tra i 20 e i 30 anni, ma sono totalmente diversi dai “ragazzi d'oggi”. Mi ha colpito molto questa cosa perchè sebbene siano giovanissimi hanno idee
politiche molto sviluppate e combattono per quello in cui credono.
Questa parte mi ha commossa e fatto riflettere molto, perchè anche se le vicende narrate sono molto lontane nel tempo hanno tratti comuni a fatti storici molto più vicini a noi.
Se il libro finisse così riceverebbe il massimo dei voti, ma io devo dire quello che penso e perciò ora vi parlerò della seconda parte.
Il secondo “atto” di questo libro è ambientato in epoca moderna e il protagonista è un giovane di nome Paolo, che sta scrivendo la sua tesi universitaria, un po' controvoglia, sull'importanza dei documenti autobiografici lasciati da chi ha vissuto la guerra civile spagnola.
Il ragazzo si fa convincere dal padre a volare in Spagna per approfondire le sue fonti e potremo dire che qui, la sua vita cambia totalmente, perchè conosce una ragazza e inizia a studiare i diari di Javier
Garrido (personaggio che noi lettori abbiamo già incontrato nella prima parte).
Attraverso i diari e le poesie meravigliosamente strazianti di Javier, possiamo conoscere meglio la sua vita e molti altri dettagli sconvolgenti sulla sua morte.
Purtroppo ho fatto fatica a leggere questa seconda parte, i cui personaggi mi sono sembrati un po' troppo abbozzati, a tratti quasi automi impostati in modalità discorsi banali.
Mi sarebbe piaciuto che lo scrittore approfondisse la storia passata di Paolo, che purtroppo ci viene solo buttata li, come per dare una spiegazione logica alla sua ossessione per i testi di Javier.
Sono felice inoltre che i Garrido non siano stati dimenticati, però sarebbe stato interessante se anche agli altri ragazzi della resistenza venisse dato un po' più di spazio in questa parte, invece leggiamo della vita di Paolo nella quale tutto va bene proprio come in una favola. Non mi è piaciuto questo passare da un estremo all'altro, dalla brutalità della guerra, alla vita serena di Paolo.
Nel complesso però consiglio questo libro per tutto quello che ho scritto sulla prima parte, per alcuni aspetti della seconda e perchè parla di un pezzo di storia che esiste e merita di essere ricordato. 
Assegno al libro:
3 Wonderland su 5

Recensione a cura:
Dal libro: 

- "Tutto ciò che provoca morte è male. E la guerra è male, con mille sfaccettature e con tante conseguenze che fanno paura e tutti: dolore, fame, povertà, miseria, epidemie e morte. Tutti questi ingredienti dovrebbero scoraggiare la mente umana dal coltivare pensieri di guerra, e tuttavia la storia si ripete, con episodi di atrocità in ogni parte della terra. E le guerre civili sono ancora più atroci."

- "Abbiamo vissuto un'epoca sbagliata. Ma che ci possiamo fare? Niente, credo. La Spagna ha la sua dittatura. Vediamo quanto dura." disse Adolfo."

- "Non ho paura di morire. È come se fossi già morto. Spero soltanto di lasciare ai posteri i miei pensieri, i miei buoni ideali, che, come credo, non moriranno mai. Di questo sono pienamente convinto."

3 commenti:

  1. No no no no io e la storia non andiamo d'accordo! Lo so che è importante ricordare ciò che è accaduto, ma so anche che mi annoierei a morte!

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  2. no, questa storia la lascio perdere.

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