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giovedì 16 marzo 2017

Recensione: "La macchina del tempo" - H.G. Wells


Editore Fanucci
Pagine 170
Prezzo cartaceo 10,00 EURO
Prezzo ebook 3,99 EURO
Anno prima edizione 1895
Genere Fantascienza

Inghilterra, fine Ottocento. Quando ha raccontato
agli amici di aver escogitato un marchingegno per viaggiare attraverso i secoli, nessuno l’ha preso sul serio. Il Viaggiatore del Tempo è un uomo eccentrico, un inventore: difficile prendere per buono tutto quello che la sua mente partorisce. Eppure, le cicatrici sul suo corpo sembrano supportare la veridicità di ciò che racconta: un viaggio in un futuro lontanissimo, in cui si è perso il ricordo del mondo conosciuto, popolato da creature fragili e pacifiche sottomesse a esseri crudeli e ripugnanti che si nutrono della loro carne. I Morlock – così sono chiamate le creature malvagie che abitano gli anfratti oscuri della Terra – hanno tenuto imprigionato il Viaggiatore nella loro dimensione temporale, un universo che nessuna intelligenza avrebbe mai concepito così desolante e inumano. È questa la meta cui conduce il genio più luminoso? È forse questo il destino riservato a coloro che osano superare i limiti di ciò di cui l’uomo è misura? Il viaggio più strabiliante che sia mai stato compiuto, l’avventura folle e visionaria che ciascuno, almeno una volta, ha sognato di intraprendere.


Il libro si apre con ben trenta pagine di introduzione.
Vi giuro che stavo per cedere prima ancora di iniziare! La mia voglia di leggere era scesa drasticamente a zero.


Comunque mi sono fatta forza e ho iniziato a leggere questa più che approfondita introduzione.
In pratica, è divisa in due parti. La prima è legata al contesto storico inerente il periodo in cui il libro è stato scritto, e la seconda è invece incentrata sulla storia, sulla trama del testo ed è piena di spoiler.
Vi consiglio quindi di leggervi la prima parte e di rimandare la lettura della seconda, per evitarvi spiacevoli rivelazioni indesiderate.
Ma di cosa parla questo libro?
Di un Viaggiatore del Tempo che un giorno racconta a un manipolo di uomini illustri e di scienza, di aver inventato una macchina per viaggiare nel tempo.
Dopo aver spiegato loro il concetto alla base dei viaggi nel tempo, il Viaggiatore, lascia ponderare questi personaggi sull'argomento trattato e dà loro un secondo appuntamento, questa volta per cena.
Quando arriva il giorno dell'incontro, le persone si riuniscono e aspettano l'arrivo del loro ospite, che anche se in ritardo, alla fine arriva ... in pessime condizioni.

"Alle quattro mi trovavo nel mio laboratorio, e da quel momento ... sono trascorsi otto giorni ... otto giorni che nessun essere umano ha mai vissuto!"

A suo dire, infatti, è reduce da un viaggio nel tempo, che l'ha portato nel 802.701, in una località dove vivono persone minute alte circa 120 cm, assomiglianti a porcellane cinesi, fragili, dai capelli ricci e corti.
Il Viaggiatore del Tempo, racconta che questi esseri indolenti, non hanno una mente brillante e non si
interessano praticamente a nulla, ma in compenso ridono molto e con grande semplicità.
Mangiano solo frutta (di tipo a noi sconosciuta) e vivono in una struttura in marmo bianco a forma di sfinge, costruita in modo grossolano e tenuta con poca cura.
Pare poi che temano una sola cosa: il buio, perchè lì si cela ...
Ma non vi svelo troppo, vi dirò invece le mie impressioni.
Il testo è scritto con un linguaggio ricercato e raffinato, ma pecca nei contenuti.
Alcune teorie del Viaggiatore del Tempo, infatti, suonano oltremodo sconclusionate, danno l'idea che siano state scritte solo per far apparire la storia più reale, ma si intuisce che stridono con i concetti di base della scienza, non sono convincenti.
C'è da dire però che questo tipo di romanzo, all'epoca in cui è stato pubblicato, era piuttosto pionieristico, a quei tempi non erano abituati a testi così fantascientifici e a un'immaginazione che andava oltre i confini del tempo.
Noi, oggi, siamo abituati a leggere e a vedere storie che vanno oltre l'impossibile, per questo, è normale che la"La macchina del tempo" non ci impressioni più di quel tanto.
In ogni caso, è senza dubbio un libro che viaggia tra realtà e immaginazione, ragione e fantasia, tra certezze e ipotesi.
E' un testo futuristico, brillante se pensiamo all'epoca in cui è stato scritto, per questo, nonostante abbia trovato nel racconto dei concetti non proprio chiari, ho deciso di assegnare al libro:

- Trama: 4 - Narrazione: 4 - Personaggi: 4 - Cover: 4 - Finale: 3 -

4 Wonderland su 5

Dal libro:

- "Non riesco a descrivere il senso di abominevole desolazione che incombeva sul mondo."

- "Le stelle in cielo brillavano, tremolando, di una luce intensa."

- "Si dice che la vita stessa è un sogno - un ben povero sogno, talvolta -, ma non posso concepirne uno simile."

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