"Notre Dame de Paris" di Victor Hugo
Editore Newton Compton
Genere Classico
"Notre Dame de Paris" inizia nel modo più tedioso possibile.
I parigini sono riuniti al Palais de Justice per assistere a uno spettacolo, a un "mistero", una sacra rappresentazione in versi a contrasto, scritta da Gringoire. Sono in fermento perché gli attori tardano ad iniziare, stanno aspettando l'arrivo del cardinale.
Ecco, ciò che io ho riassunto in poche righe, nel libro occupa lo spazio di quattro capitoli, circa cinquanta pagine! Ve lo dico, per farvi capire quanto, a tratti, è prolisso questo testo.
Dopo aver letto questi capitoli, tutta la mia voglia di leggere il libro era evaporata.
L'inizio è di una pesantezza estenuante. Un guazzabuglio inutile di descrizioni superflue e nomi gettati malamente sulla carta come il sale sulle strade in inverno.
A un certo punto, mi sono chiesta se l'autore avesse l'intenzione di nominare tutte le persone presenti allo spettacolo!
Fortunatamente, questi primi capitoli lasciano poi lo spazio a parti più interessanti.
Quasimodo, il campanaro di Notre Dame entra in scena.
Lo spettacolo è infine iniziato ma nessuno vi presta attenzione. Gli spettatori hanno deciso di ignorare gli attori e di fare una gara di smorfie.
A vincere la sfida è Quasimodo, un gobbo dal volto deturpato, sordo e mezzo cieco. Il suo aspetto grottesco gli fa guadagnare anche l'ambita carica di "papa dei matti" e viene portato in processione per le strade di Parigi.
Quasimodo gioisce di tutte quelle attenzione, che importa se il suo seguito è composto da zingari e ladri? Per la prima volta, assapora la dolcezza dell'essere accettato dagli altri.
Mentre tutti continuano ad ignorare lo spettacolo e festeggiano Quasimodo, ecco arrivare in piazza l'Esmeralda, una zingara, una ragazza egiziana che incanta la gente con i suoi balli e la sua capretta Djali.
Il giubilo generale viene presto guastato dall'arrivo di un personaggio arcigno: don Claude Frollo, l'arcidiacono, che trascina via in malo modo Quasimodo, il suo protetto.
Quella stessa sera, Quasimodo, su richiesta di Frollo, tenta di rapire l'Esmeralda ma l'intervento di Gringoire e del capitano Phoebus, scongiurano il misfatto.
Gringoire finisce poi per sbaglio nella famigerata Corte dei Miracoli, la città dei ladri, il covo dei briganti, truffatori, assassini.
Inizia in seguito la terza parte di "Notre Dame de Paris" che contiene pensieri circa il modo deprecabile con cui l'uomo si prende cura della chiesa di Notre Dame.
Hugo incolpa l'uomo per ogni guasto, ogni traccia di distruzione, ogni mutilazione evidente nella cattedrale.
Mai capitolo scritto nel passato si è rivelato così attuale!
Nonostante la modernizzazione, nonostante siano passati anni da quando Hugo ha scritto questo libro, Notre Dame continua ancora oggi a subire profonde ferite da parte della negligenza dell'uomo.
"Il tempo è cieco, l'uomo è stupido."
In questo capitolo, Hugo ci mostra come Notre Dame era in passato, racconta di come è stata smembrata, denudata, chissà la sua tristezza, la sua rabbia, di fronte alla Notre Dame menomata di oggi.
"... sembrò che tutte le punte di Parigi, guglie, comignoli, pinnacoli, prendessero fuoco in un momento."
"Notre Dame de Paris" è, in pratica, divisa in due parti.
Quella inerente la storia di Quasimodo, Esmeralda e Frollo, e quella riguardante le "divagazioni".
Hugo è logorroico. Quando divaga diventa insopportabile.
Il libro terzo, ad esempio, è di una pesantezza inaudita.
Passino i capitoli su Notre Dame ma quelli su Parigi sono una vera e propria prova di resistenza!
E le strade, e le università, e le chiese, e i tetti, e le porte, pagine e pagine piene di Parigi, della sua architettura, delle sue vie.
Una mappa sotto forma di parole.
Senza dubbio è evidente l'attaccamento di Hugo per Parigi ma non poteva scrivere un libro a parte?
Questi capitoli su Parigi, la stampa, lo spettacolo, hanno poco a che vedere con la storia, sono superflui, lo scrittore poteva benissimo non scriverli, oppure parlarne ma in modo sintetico.
È come su Hugo volesse parlare per forza di questi argomenti e ha approfittato della storia di "Notre Dame de Paris" per farlo.
Durante la lettura, le mie emozioni erano altalenanti: rabbia, divertimento, noia, tristezza.
Se devo dirvi se questo libro mi è piaciuto o meno, non saprei rispondervi!
I capitoli "extra" mi hanno fatta irritare, la storia di Quasimodo ... beh, un po' anche quella.
Il personaggio di l'Esmeralda mi ha deluso profondamente, forse perché in mente avevo la fanciulla della Disney.
Ad inizio testo, l'Esmeralda era una figura affascinante, una giovane indipendente, fiera, generosa, scaltra! Poi è diventata una bambolina succube di un uomo che le sbatte in faccia la sua indifferenza! La sua storia, però, è così allettante!
Quasimodo, invece, mi ha conquistata. Lui vive a Notre Dame, la cattedrale è la sua casa, la sua corazza, il suo mondo. Le statue sono suoi amici, le campane le sue amate.
Lui è l'anima di Notre Dame.
"Notre Dame de Paris" è una lettura che riserva non poche sorprese, sia in positivo che in negativo.
Una moltitudine di personaggi, le cui storie si intrecciano creando un racconto struggente quando appassionante (capitoli "extra a parte"), pieno di amore, per Parigi, per Notre Dame, per le persone a cui teniamo.
"Notre Dame de Paris" è un libro non facile da leggere ma per Quasimodo, vale la pena intraprendere questa ardua avventura.
Commenti dalla lettura di gruppo:
Loredana: "Un capolavoro. Un libro che va centellinato per apprezzare al meglio ogni capitolo. Hugo disegna una cartolina per
l'ambientazione (si vedano, ad esempio, i capitoli 1°e 2° del libro terzo che descrivono rispettivamente la cattedrale e Parigi); traccia per ciascun personaggio un profilo psicologico che lo rende reale."
Ines: "La storia di per sé non sarebbe male ma alcuni personaggi e il modo di scrittura non mi sono piaciuti. Io amo leggere i classici ma ahimè questo ho fatto molta fatica a finirlo, ci ho messo un'eternità."
Alessandra: "Romanzo un po' statico in alcuni punti descrittivi (sopratutto paesaggistici), ma decisamente bello una volta che parte con la storia d'amore tormentata di questi personaggi.
Consigliatissimo a chi ama i classici, titolo che non può mancare in libreria."
Elena: "L'inizio del romanzo, molto descrittivo, è stato abbastanza lento, ma una volta entrati nel cuore della storia è diventato più fluido e scorrevole. Ho amato Quasimodo e fino alla fine ho fatto il tifo per lui. Era già da tempo che volevo leggere questo romanzo di Hugo, gli eventi dello scorso mese hanno fatto scattare la molla."
Cristina: "La lettura non è facile, lo stile di Hugo è pomposo e ci sono interi capitoli noiosi e pesanti di descrizioni e divagazioni storiche e architettoniche ma nonostante ciò la storia è molto bella e profonda . Il finale poi è il top del libro secondo me, un finale triste e commovente.Sicuramente un capolavoro da leggere."
Stefania: "Mi aspettavo tutt'altro probabilmente per le reminiscenze del cartone animato Disney.
Fatto sta che ho faticato molto a leggerlo, secondo me Hugo non si aspettava che ancora nel 2019 leggessimo questo suo libro. È scritto in maniera pesante e le descrizioni dei vicoli più remoti di Parigi non hanno aiutato. La trama in sè è veramente "banale" ma ciò che allunga il brodo sono proprio le varie descrizioni, che poi alla fine della storia poco importano. Ho letto tanti classici, e li ho molto apprezzati nonostante il modo di scrittura magari più altisonante rispetto a un libro più moderno, ma questo libro invece proprio non mi è andato giù e mi dispiace perché avevo alte aspettative."
Marianna: "Libro che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca, sensazioni contrastanti e personaggi che mi immaginavo diversi.
Uno di quei classici da leggere una volta nella vita, anche solo in omaggio ad una delle cattedrali più belle del mondo....
Le descrizioni della Parigi del '400 spesso prolisse e noiose distolgono l'attenzione del lettore dalla trama, a tal punto che proprio la cattedrale diventa protagonista del romanzo.
Il personaggio di Esmeralda ha deluso anche me, all'inizio presentata in modo eccellente, alla fine diventa apatica e anche un po' superficiale."
Elvira: "La lingua scorre con una pienezza vigorosa, seppure spesso frammezzata da pompose citazioni latine. La trama è comunque coinvolgente e avventurosa.
Alla fine di tutto, però, credo che - dopo lo sgomento iniziale per l’imponenza dell’opera (popolare anche al cinema, come cartone animato e musical) - quello che resta davvero, è una tenerezza infinita per le persone più deboli ed indifese, per l’innocenza sacrificata allo stremo, oltre al “groppo in gola” al pensiero dell’incendio, occorso meno di un mese fa, che ha in parte distrutto – speriamo non per sempre - un capolavoro dell’umanità."
Antonella: "Un classico senza tempo, dopo tanto tempo nella mia lista ho avuto l'occasione di leggerlo, i primi capitoli non invogliano per niente la lettura ma come tutti i classici si fanno attendere.
Ovviamente l'autore divaga un pochino troppo sulle descrizioni, ma è un capolavoro e questo non si discute.
Una bella storia, troppo diversa dal cartone animato, ma con un finale bello e triste allo stesso tempo."
Sonia: "Libro iniziato lento e difficile da leggere va via via sempre di più ad addentrarsi nella vera e propria vicenda. Libro bello, mi e piaciuto anche se mi aspettavo qualcosa di diverso. Molto triste in tutta la sua complessità. Lo consiglio a chi vuole leggere un classico!"
"Lombra. Iremonger" di Edward Carey
Editore Bompiani
Genere Narrativa
"Lombra" ultimo capitolo di una trilogia irresistibile.
Il primo libro era ambientato a Heap House, il secondo a Foulsham, questo ci porta, invece, a Londra, o come la chiamano gli Iremonger, a Lombra.
Mentre Foulsham brucia ancora, gli Iremonger trovano rifugio a Londra. Con sé non portano solo i bagagli ma anche l'oscurità, che si riversa insaziabile sulla città, avvolgendo ogni cosa. Londra è avvolta da una notte densa che si infila ovunque e non si lascia scacciare.
Gli Iremonger sono tornati per vendicarsi.
"... siamo le ombre nei vostri sogni, siamo il cattivo presagio che non si lascia scacciare, eccoci, noi soli, grandi Iremonger del più oscuro pattume."
Dopo l'arrivo degli Iremonger, iniziano anche ad accadere fatti strani, alle persone, alle cose.
Innamorati trasformati in tazzina e bussola, un attaccapanni che piange, fiammiferi che scoppiano.
" ... in nessuna delle case ispezionate è stato possibile trovare neppure una singola persona, solo i soliti oggetti collocati nei posti più impensati, come se fossero loro, gli oggetti, i proprietari di quelle case."
Come nei precedenti volumi, anche in questo è celato un messaggio, un altro argomento attuale: il pensiero comune.
Prendere per vero ciò che le autorità ci dicono anche se questi, per primi, ignorano i fatti.
Nel libro, i poliziotti avvertono tutti di stare attenti, che ci sono malvagi in giro, ma non sanno di preciso perché questi loschi individui sono ritenuti malvagi. Per loro sono malvagi perché così gli è stato detto.
Nell'inconsapevolezza generale, ecco comparire Eleanor, un nuovo personaggio che vive a Londra, una ragazzina che non si lascia influenzare, che pensa con la propria testa.
Ha tredici anni e ha già capito che dovrà cavarsela da sola perché i grandi credono a ciò che gli si dice ma ovviamente non prendono sul serio una giovane ragazza. Che ironia! Eleanor è proprio colei che ne sa più di tutti!
I fanciulli di Londra, avranno un ruolo importante in questa storia, ignorati da tutti aiuteranno ad accendere la miccia della rivoluzione.
Personaggi principali di questo libro sono anche gli oggetti, oggetti amati, oggetti buttati, persone trattate come oggetti, oggetti su oggetti che finiscono con il soffocare le persone.
"Lombra" è un finale esplosivo e tumultuoso, una concluse che infonde al lettore un senso di leggerezza.
Tra i tre libri, quest'ultimo è il più angosciante.
La saga degli Iremonger è una trilogia straordinaria, inquietante, oscura, fantasiosa, piena di illustrazioni singolari.
Mi è piaciuto tantissimo leggere questi libri.
Consiglio sicuramente questa trilogia.
Commenti dalla lettura di gruppo:
Monica: "Quest'ultimo capitolo mi è piaciuto un po' di più rispetto ai precedenti, è molto più adrenalinico.
Scritto bene e molto scorrevole nonostante la mole. Il finale mi è piaciuto molto."
Ilaria: "Siamo arrivati al termine di questa trilogia, mi mancherà Clod, Lucy, tutti gli Iremonger e Binadit, probabilmente il personaggio al quale mi sono affezionata di più. Come i precedenti, anche Lombra mi è piaciuto, probabilmente il finale era un po' scontato e magari mi aspettavo qualcosa di più, ma nel complesso è una trilogia che consiglio sicuramente."
Roberta: "Devo dire che questo ultimo capitolo mi è piaciuto un po' di più perché c'era un po' di movimento in città e non più solo nella casa.
Mi è dispiaciuto che abbiano perso la loro casa, mi faceva impazzire.
Sempre ben scritto e tanta tanta fantasia. Questo scrittore è sempre sorprendente."
Ines: "Siamo giunti al termine di questa avventura, la scrittura è scorrevole anche in questo capitolo anche se in alcune parti è un po' noioso. Il mio preferito rimane il primo ma a conti fatti mi è piaciuto molto leggere la serie l'ho trovata piacevole e volevo vedere come andava a finire. Mi ha stupito molto la fantasia dello scrittore."
Chiara: "Il problema con questa trilogia è che non ci ho capito niente. Ho intuito che sotto il velo della fantascienza ci fosse un messaggio ma non credo di averlo capito fino in fondo. Nella convivenza c'è il segreto per vivere, solo chi si mischia con gli altri e nel mondo può sopravvivere, ok. Poi, bisogna fare il giusto peso agli oggetti e non sciuparli e/o gettarli via dopo un breve utilizzo, ok...ma poi? Avrà voluto dire dell' altro?!?"
Elisa: "Finalmente il capitolo finale di questa stranissima trilogia. Mai avrei pensato potesse piacermi, visto che non è il mio genere di libri, eppure mi ha ‘stregata’! Bello anche questo ultimo capitolo, anche se mi sarebbe piaciuto che Binadit avesse una parte un po’ più attiva... si è rimasto il mio personaggio preferito."
Sara: "Che dire... siamo giunti alla conclusione di questa surreale trilogia che nel complesso mi è piaciuta molto e sono un po' triste perché in fondo mi ero affezionata a queste bizzarre creature. Questo terzo libro è stato sicuramente il più intenso, cambia anche un po' lo stile che a tratti me l'ha fatto trovare piuttosto inquietante.
Lo scrittura nonostante ciò rimane scorrevole e accadono così tante cose tutte insieme che non si può fare proprio a meno di continuare a leggere."
Stefania: "Una trilogia piacevole anche se Heap House rimane il mio preferito, ho trovato sia Foulsham che Lombra un po’ noiosi."
Sonia: "Scritto bene, la trama è coinvolgente come nei primi due libri e la lettura è molto scorrevole, non riuscivo a smettere di leggere perché dovevo conoscere la sorte dei vari personaggi."
Marina: "Un libro strano che probabilmente non avrei mai letto, però ritengo scritto piuttosto bene e trascinante."
Antonella: "Si conclude qua la fantasiosa storia della famiglia Iremonger, stabilitasi a Londra (o Lombra come la chiamano loro) decidono di vendicarsi per avergli raso al suolo la loro amata Foulsham, la loro bellissima casa tra i cumuli.
Ringrazio Claudia per avermi fatto conoscere questa trilogia, e non mi sono per nulla pentita di aver dedicato loro il mio tempo."
Ellen: "Di questa trilogia ho letto il primo "i segreti di Hear House . Iremonger " è l 'ho trovato simpatico e stravagante, il secondo "Foulsham .Iremonger " non l'ho letto , invece quest'ultimo "Lombra. Iremonger " l'ho trovato piacevole , di certo una storia originale con alla fine una bella morale, i disegni elaborati dallo scrittore sono molto belli e d'aiuto per la comprensione del testo."
Manuela: "Ora piango, come farò senza rivedere quelli che in breve sono diventati tra i miei personaggi preferiti? Solitamente non sono un’amante del genere fantasy ma stavolta è stata una vera e propria rivelazione. Mi sono proprio affezionata ai protagonisti di questa trilogia, ma come ogni cosa bella anche questa è arrivata alla fine."