"La città dei ladri" di David Benioff
Pagine 279
Genere Narrativa
Originalità 8
Trama 9
Narrazione 8
Personaggi 9
Descrizioni 7
Ambientazione 8
Voto Finale: 8+
David scrive sceneggiature sui supereroi mutanti. Un giorno gli chiedono però un saggio autobiografico e lui allora scrive di Leningrado, della guerra e di suo nonno.
Ecco di cosa parla questo libro, di quando nel 1941 suo nonno Lev (a quel tempo un ragazzino) visse l'avventura che gli cambiò per sempre la vita.
Lev aveva diciassette anni quando i tedeschi decisero di accerchiare Leningrado. Passava le notti sui tetti con gli amici a guardare le battaglie aeree contro i tedeschi, quando scoppiava un incendio loro correvano a spegnerlo, erano una brigata antincendio.
Una notte vedono un paracadutista tedesco morto volare a terra. Non ci pensano un secondo, corrono a cercarlo e si impadroniscono dei suoi averi. Lev prende un coltello.
Vengono però interrotti dai soldati che li rincorrono e a causa di un atto di gentilezza, prendono Lev e lo portano in carcere.
Lì incontra Kolija, un giovane soldato accusato di essere un disertore.
Sono convinti che presto verranno giustiziati invece il giorno dopo vengono portati dal colonello.
Vogliono vivere? Allora devono portargli una dozzina di uova per la torta nuziale della figlia. Merce rara a Leningrado in tempo di guerra. Hanno meno di una settimana per trovarle.
👉 Ciò che mi è piaciuto di più sono gli aneddoti sulla guerra. Cosa mangiavano, come vivevano, cosa facevano per depistare i tedeschi, le cose agghiaccianti che vedevano ma di cui non riuscivano più a parlare.
👉 Lev e Kolja sono uno l’opposto dell’altro. Il primo timido e timoroso, l’altro spavaldo, gran chiacchierone, affascina tutti con la sua parlantina, è carismatico, si inventa di tutto e gli altri gli credono pure. Grande osservatore dalla mente brillante.
👉 Alcune scene sono davvero atroci. La guerra è la massima espressione della disumanità umana. Questo è un libro da non leggere la sera prima di dormire.
👉 L'ambientazione è ben descritta, è tetra e brutale. La Russia può essere una grande amica, così come una grande nemica, bisogna saperla affrontare. L'aspetto più agghiacciante sono i cadaveri, ormai parte del paesaggio. Nessuno fa più caso a loro.
👉La narrazione mi ha coinvolta fin da subito.
👉 Il finale mi ha spezzato il cuore per l’indifferenza. Odio e indifferenza, ecco di cosa sono fatte le guerre.
👉 Una lettura straordinaria che vi conquisterà il cuore.
"Zia Sass" di P. L. Travers
Pagine 100
Genere Narrativa
Originalità 8
Trama 8
Narrazione 8
Personaggi 9
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Voto Finale: 8
In questo libro sono racchiusi tre racconti illustrati su tre persone piuttosto importanti per l’autrice. Persone che l’hanno influenzata nella creazione del suo personaggio storico: Mary Poppins.
All'epoca aveva stampato queste storie solo per famigliari e amici, solo in seguito sono stati resi pubblici. L'autrice era riluttante a parlare della sua vita.
I racconti parlano della sua vita privata, si focalizzano su tre persone narrando vari aneddoti a loro legati.
👉 Il primo racconto parla della zia Sass, una donna dall’aspetto duro ma dal cuore tenero. Zitella ma fieramente a capo della sua famiglia, spadroneggia su nipoti, fratelli e cognati. A parole é severa ma nelle azioni è tenera e generosa. Ha viaggiato in lungo e in largo, è una pettegola di prima categoria, cade sempre in piedi, è una voltafaccia incredibile.
👉 Il secondo racconto parla del cuoco cinese che avevano nelle piantagioni: Ah Wong. Fin dal primo giorno ha preso possesso della cucina, della casa ma soprattutto della famiglia. È arrivato dal nulla, proprio nel momento del bisogno. Vi ricorda qualcuno?
👉 Il terzo racconto è su Johnny Delaney, il tuttofare della piantagione. Un uomo irascibile, arrogante ma tutti lo amavano, soprattutto i bambini a cui lui insegnava di tutto e di più. Le sue imprecazioni era come poesie e le sue previsioni sempre esatte.
👉 Sono tutti personaggi fuori dal comune, super simpatici e buffi. Pare però che l’autrice abbia mischiato un po’ realtà e fantasia.
👉 È un libro breve ma ogni racconto regala tante emozioni e si sente l’affetto che la scrittrice provava per queste persone.
"Hedera" di Nicolò Targhetta, Ernesto Anderle, Irene Bruno, Eugenio Belgrado
Pagine 376
Genere Giallo
Originalità 8
Trama 7
Narrazione 7
Personaggi 8
Descrizioni 7
Ambientazione 8
Voto Finale: 7+
1814, Nepal.
Il dottore Charles Norland è ufficiale medico da meno di tre ore, al seguito della cinquantatreesima divisione della Compagnia delle Indie Orientali.
Ha vent'anni e vede più morti che vivi. Arriva un ragazzo ferito, tra tante atrocità finalmente nulla di grave.
Norland però lo cura frettolosamente, troppo, tanto che il ragazzo si aggrava e muore.
Charles si sente in colpa, lo ha ucciso lui, non è stato all'altezza.
Il rimpianto dura un attimo, poi arrivano nuovi saldati da curare.
La guerra porta via tutto, anche i pensieri.
1826.
Il dottor Charles Norland, dopo la guerra, si è nascosto in un paesino tranquillo, sonnolento, pigro … dove viene trovata una ragazza morta avvolta nell’edera😶 mi sa che dopotutto ha sbagliato posto.
Comunque decide di iniziare ad indagare e … figure mascherate, scenari gotici, sogni fin troppo reali e un altro mondo.
👉 Un mix di generi che mi ha lasciata senza parole: giallo, fantasy, gotico. Non me lo aspettavo. Il libro inizia come un semplice giallo per poi intraprendere strade diverse e inaspettate.
👉 Una narrazione semplice ma coinvolgente con pochi dialoghi ma numerose illustrazioni. Ci sono anche capitoli narrati da Edith.
👉 I personaggi non sono tanti e tutti ben descritti. In comune hanno la riservatezza. Non lasciano entrate con facilità Charles nelle loro vite.
👉 L'ambientazione è affascinante e cupa allo stesso tempo. Un paese che Charles sceglie per trovare conforto e protezione dopo gli orrori della guerra. Serba però sorprese che mai avrebbe nemmeno immaginato.
👉 La parte iniziale mi è piaciuta, non ho capito però se ho apprezzato o meno l’evoluzione della trama. La parte più fantastica mi ha convinta di meno.