"Resti perfetti" di Helen Fields
Editore Newton Compton
Genere Thriller
Se esistesse un premio per i thriller più raccapriccianti, "Resti perfetti" lo vincerebbe sicuramente.
Il libro di Helen Fields è un thriller che fa venire il voltastomaco per via di alcune scene crude e violente.
Non ho mai provato così tanto ribrezzo leggendo un libro!
Ma andiamo con ordine.
La trama.
Un uomo (la cui identità, purtroppo, viene rivelata subito. Zero mistero!) rapisce donne brillanti. È alla ricerca di una compagna al suo livello e per evitare che queste donne vengano cercate, fa in modo che tutti le credano morte.
L'assassino, più che essere intelligente è completamente pazzo, inoltre è incoerente. Va di matto per un po' di muco in faccia ma non fa una piega nello spappolare il viso di una donna con una mazza! Poi va bene ammazzarle e torturarle ma niente stupro! Solo "gli schifosi farabutti" lo fanno!
Sulle sue tracce, c'è l'ispettore Luc Callanach.
Lui è appena stato trasferito al dipartimento investigativo per reati gravi della polizia di Edimburgo.
I suoi nuovi colleghi non sono molto clementi con il suo accento misto (cosa che ha dell'assurdo! Cosa c'è di divertente nel deridere l'accento di una persona?).
Oltre al caso di Luc, nel libro è presente anche un'altra indagine, quella dell'ispettrice Ava Turner.
Ho preferito di gran lunga il caso di Ava a quello di Luc, perché più ricco di mistero.
"Resti perfetti", più che piacermi, mi ha inorridita.
Alcune scene sono particolarmente violente, non è un libro per chi si impressiona facilmente.
Il problema maggiore di questo testo, secondo me, è la sovrabbondanza di argomenti.
Questo libro è troppo pieno.
Invece di concentrarsi su pochi temi, l'autrice ha voluto strafare parlando di tutto e un po'.
L'aborto, la violenza sulle donne, lo stalking, l'omofobia, il male nascosto dietro la faccia perbenista del clero.
Troppi argomenti per un unico libro, anche se, al centro di tutto, sembra esserci la donna: la donna come vittima e a volte, come carnefice.
"Resti perfetti" non mi è piaciuto, non solo perché troppo pieno di temi ma anche perché, nell'indagine principale, manca il mistero, l'adrenalina scatenata dalla ricerca del colpevole. Già a pagina tre ci viene detto chi è l'assassino, cosa che ha reso la lettura meno eccitante.
Commenti dalla lettura di gruppo:
Amanda: "A me invece è piaciuto molto. Sicuramente un libro crudo. Ma i thriller mi piacciono così, credo debbano scuotere il lettore. Mi è piaciuto l'avere più casi su cui ragionare, pensare a possibili collegamenti. Sicuramente ci sono scene molto forti, ma penso anche che l'autrice abbia voluto mostrare come al giorno d'oggi le donne siano ancora le "vittime preferite" non solo di pazzi, maniaci e killer, ma anche della società e di loro stesse."
Silvia: "Questo libro non mi è piaciuto non mi sentirei consigliarlo ci sono troppe cose tutte insieme e poi essendo un thriller si disperdeva troppo nella descrizione dei personaggi facendo perdere l'adrenalina che serve in questi tipi di libri...alcune parti poi mi hanno dato noia soprattutto sulla violenza...insomma un brutto libro."
Elisa: "Anche a me è piaciuto tanto! Io amo i thriller e si forse per chi non è ‘abituato’ al genere può essere un po’ troppo forte. Mi sono molto affezionata ai personaggi e non vedo l’ora di leggere ancora di loro! Mi è piaciuto il fatto della doppia indagine e anche io credo che volesse proprio esaltare come le donne sia tra le vittime preferite."
Marianna: "Bel thriller. Ava è un personaggio super, tosta, coraggiosa e affascinante. Anche l'ispettore ha il suo charme....
Raccapriccianti le scene in cui cava i denti e maltratta le donne.
Mi ha dato un po' fastidio la troppa violenza e soprattutto l'idea malvagia contro le donne. "
Rita: "Finito ora e mi è piaciuto molto, come per Amanda e Elisa, certo rimane un thriller crudo... e agghiacciante."
Roberta: "Finito che dire...carino ma troppo crudo e violento. L'assassino l'ho trovato molto pesante. L'ispettore non mi è dispiaciuto ma mi ricordava troppo Kim della Marsons.
Mi è sembrato una brutta copia della Marsons.
Peccato pensavo di aver trovato un altra serie da leggere invece non credo leggerò i seguiti."
Federica: "Ben scritto, scorrevole, personaggi ben delineati. Il protagonista all'inizio mi risulta un po' ostico, ma nel corso della storia recupera qualcosa, ma è troppo bello e sfortunato per i miei gusti.
La trama...ho continuato a leggere credendo di averlo già letto.
In qualche modo mi suona già sentito, un sentiero già percorso da qualcun altro (È un'impressione, non un dato di fatto), e in effetti pur essendo un libro di quelli che dovrebbero tenerti inchiodato alla poltrona per raggiungere la fine, ci ho messo un sacco a finirlo."
Barbara: "Devo dire che in questo libro c'è molta carne al fuoco... diverse indagini e situazioni personali si intrecciano, ma lo fanno talmente bene che tutto torna senza che la narrazione ne sia appesantita o penalizzata.
Ho adorato Luc e Ava, due protagonisti tosti e tutti da scoprire, non vedo l'ora di leggere altre loro avventure!"
Michela: "La trama mi ha un po' delusa, infatti da subito ci si accorge che non è un thriller incentrato sullo scoprire l'assassino, perché uno dei punti di vista è proprio quello del killer. Già dai primi capitoli conosciamo il suo nome, dove lavoro e quasi tutto della sua vita, seguiamo le dinamiche delle sue azioni parallelamente a quelle del commissario Callanach. Questo secondo me fa perdere un pochino di gusto nel leggere un veri thriller. Nel complesso una lettura piacevole."
Emma: "Questo libro non mi è piaciuto perché troppo cruento, pieno di perversioni e scontato sia nella trama che nella descrizione dei personaggi sempre sopra le righe."
Antonella: "Un'indagine appassionante ricca di suspense che coinvolge il lettore sempre di più.
Non so voi ma io aspetto con ansia una nuova storia con questi protagonisti davvero unici."
Antonella: "Lettura del mese di luglio, bellissimo thriller che ti tiene con il fiato sospeso, mai noioso e mai banale!
Scorrevole e anche un po crudo, l'ho divorato in pochi giorni, non vedo l'ora traducano gli altri romanzi sulle indagini di Luc Callanach!"
Manuela: "Un buon thriller, che parte lento, prende il giusto ritmo dopo la metà e cade un po’ sul finale. La trama è ben costruita e i personaggi credibili anche se in un primo momento Luc Challanach mi aveva lasciato un po’ perplessa, questo bellone, pessimo studente, donnaiolo ex modello mi era sembrata un’esagerazione, ma mi sono ricreduta."
Ilaria: "Thriller molto bello e avvincente. Un classico libro che ti tiene incollata alle pagine. L’unica cosa che non ho molto apprezzato, sono le scene di “cattiveria”."
Paola: "Un thriller agghiacciante, pieno di suspense nonostante si conosca subito l'assassino e non ci siano veri e propri colpi di scena all'interno della trama. A tratti cruento, ma a me non dispiace quindi mi ci sono appassionata ancora di più. Ho letto i capitoli finali praticamente senza prendere fiato e adesso sto cercando di capire se ci sarà un seguito."
"La banda degli insoliti ottantenni" di Catharina Ingelman-Sundberg
Editore Newton Compton
Genere Narrativa
"La banda degli insoliti ottantenni" è un libro frizzante e divertente, anche se non eccessivamente coinvolgente.
Martha è un'anziana signora piuttosto intraprendente.
Con il suo deambulatore e i suoi settantanove anni pesanti sulla schiena, è andata a fare una rapina in banca ... in sogno.
Ma dato che alla casa di riposo non si sta bene, perché non tentare davvero di fare una rapina con gli amici del coro?
Se finissero in prigione, tanto di guadagnato lo stesso .. anzi, forse è proprio l'andare in prigione, il loro fine.
Cinque arzilli vecchietti evadono così dalla casa di riposo e si rifugiano al Gran Hotel.
Cosa vogliono fare? Una rapina!
Le loro armi? Deambulatori con asticelle catarinfrangenti, cappelli e pantofole luminose e ... marijuana!
"Non trovi eccitante l'idea di diventare dei ladri? La fase di pianificazione, l'azione vera e propria, e poi pensa a tutte le esperienze che faremo in carcere."
L'associazione a delinquere della terza età entra in azione e mette a segno un colpo dietro l'altro.
Il problema, però, è che sono così bravi che la polizia non sospetta nemmeno di loro!
Riuscirà la Banda dei pensionati a realizzare il suo sogno di andare in prigione?
Rivoluzioni alla casa di riposo, amori, imprevisti, colpi di fortuna e sciagure inaspettate.
La storia di cinque vecchietti che si ribellano alle restrizioni della loro casa di riposo.
Un libro, senza dubbio ironico, ci propone dei protagonisti insoliti.
Martha, il genio del male, Krattan, l'ex giardiniere, Snillet, l'inventore, Stina, l'ex stilista ed Anna-Greta, la regina dei diversivi.
Il libro è ricco di avvenimenti, la narrazione è scorrevole e semplice, la trama insolita e spassosa, la lettura, però, si è rivelata meno entusiasmante del previsto.
"La banda degli insoliti ottantenni" è sì un libro piacevole e a tratti comico, ma mi aspettavo qualcosa di più esuberante.
Commenti dalla lettura di gruppo:
Loredana: "Condivido appieno il giudizio. Libro simpatico ma un po' banale, inverosimile, da non rileggere. Forse è importante cogliere l' spetto degli anziani lasciati troppo spesso soli e persone da considerare ormai alla deriva. Una maggiore attenzione non guasterebbe."
Roberta: "Mi è piaciuto molto questo libri. È stato divertente e non noioso. Ben scritto e scorrevole da leggere per staccare la mente dai problemi.
Pensare che non mi ha mai ispirato come lettura invece devo dargli un bel 10....li vale tutti.
Martha mi è piaciuta molto una simpatica leader.
Vi sconsiglio la lettura!!!!!"
Rita: "Per me 4 e 1/2 molto carino e simpatico... forse un po' troppo lungo, qualche pagina in meno ed era perfetto."
Marianna: "Carino e divertente per alcuni passi anche assurdo. I vecchietti la fanno sotto al naso a tutti! Un po' prolisso ma scorrevole e leggero, ad un certo punto la trama diventa troppo complicata, ho fatto fatica a stare dietro ai fatti. "
Ilaria: "Forse, dopo aver letto “Le solite sospette”, mi aspettavo di più. Infatti questo romanzo non mi ha proprio entusiasmato a tratti forse anche un po' noioso. Sicuramente c’è una denuncia, tra le righe del libro. Proprio nei confronti delle case di cura e di chi le gestisce, considerando gli anziani solo dei numeri e non dando loro, quel rispetto, cure e attenzioni che si meritano. Non credo che lo consiglierei."
Manuela: "Un libro carino, non di più. La trama ben congegnata risulta a tratti un po’ forzata e anche i nostri cinque “vecchietti Lupin”, per quanto ben caratterizzati risultano un po’ eccessivi."
Martina: "Lettura molto vivace, mi ha fatto spesso sorridere per la forza e la vitalità di questi pensionati."
Francesca: "Libro scorrevole, carino e con una trama alternativa! Solo che a leggere questo libro ti chiedi: ma se è così facile commettere un crimine perché non l'ho fatto io?! Diciamo che è carina l'idea del crimine e anche i modi che pensano per metterli a punto...mi sembra un po' meno verosimile la loro effettiva messa a punto. Ma è comunque un libro che mi ha fatto ridere di gusto in più di un occasione!"
Maria: " Un bel racconto, a tratti inverosimile, ma la lettura è piacevole e scorrevole.
Non manca un po' di tristezza per le condizioni vita degli anziani che vivono nelle casa di riposo."
Cassy: "All'inizio mi ha incuriosita molto perché mi ricordava un altro romanzo che bevo letto LE SOLITE SOSPETTE che mi era piaciuto molto, però già a metà ho cominciato a trovarlo ripetitivo e anche un po' noioso.. Non mi ha suscitato tutta la simpatia che le altre hanno trovato.. Romanzo carino ma sinceramente non lo trovo imperdibile."
Ellen: "Questo libro è stato abbastanza divertente, mi è piaciuto molto il ruolo di Martha, il periodo che precede il "colpo" e la parte finale , ricca di buone intenzioni."
Marina: "Lettura molto carina, leggera, estiva. Mi sono piaciuti tutti i personaggi, ma ho particolarmente apprezzato la determinazione di Martha. Ho spesso sorriso e nel complesso lo consiglio."
Stefania: "Mediocre e dimenticabile, niente a che vedere con altri libri a cui chiaramente ha attinto, primo fra tutti “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve"
Elvira: "Lettura vivace, leggera, riposante. Peccato solo che alcuni nuovi personaggi si incrocino solo di sfuggita e che ad un certo punto la trama perda un po’ di brio (per poi recuperarlo però tutto nel finale)."
"Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia
Editore Mondadori
Genere Narrativa
"Bianca come il latte rossa come il sangue" è un libro decisamente adolescenziale.
Il protagonista è Leo, un ragazzo di prima liceo dai folti capelli.
Ama appassionatamente Beatrice ed odia profondamente il colore bianco.
La sua vita da adolescente è complicata, c'è il calcetto, i litigi con gli amici, la scuola che non sopporta, la ragazza che ama e che non lo considera e poi c'è quel nuovo supplente pieno di speranze: il Sognatore! Che Leo proprio non riesce a detestare ... non totalmente almeno.
"Sì, ho delle borse sotto gli occhi che servono a portare i miei sogni."
Leggendo questo libro mi sono sentita fuori età.
Questo è un libro per adolescenti, non solo nella forma del testo (capitoli breve che invogliano alla lettura) ma anche e soprattutto nel tema trattato.
I protagonisti del libro sono ragazzi delle superiori, impegnati a gestire una miriade di emozioni che si agitano sotto la loro pelle e una valanga di problemi, alcuni dei quali davvero tosti, perfino per gli adulti.
La rabbia viene brandita come una spada.
L'amore, il vessillo sotto cui combattere.
"Sono fuoco e brucerò il mondo intero."
Leo, Beatrice, Silvia, Niko sono ragazzi che tentano di capire la vita.
Credono in Dio perché così hanno qualcuno da incolpare.
Se la prendono con i professori per avere qualcuno con cui sfogarsi e sono convinti che nessuno, men che meno i genitori, è in grado di capire quel marasma di sentimenti, problemi e pensieri che si agitano in loro.
"Ti spingono a sognare e poi ti impediscono di farlo quando hai appena cominciato ..."
"Bianca come il latte rossa come il sangue" è un libro che non sono riuscita ad apprezzare appieno.
La narrazione è fluida, anche se all'inizio la trovavo troppo contorta, troppo piena di giri di parole e non riuscivo a capire il punto della situazione.
La trama è poi incentrata sui ragazzi ed è sempre a loro che è rivolta, io non sono proprio riuscita a farmi coinvolgere.
Commenti dalla lettura di gruppo:
Roberta: "Troppo per adolescenti, ho finito a fatica, non mi ha coinvolto. Scrittura poco scorrevole e molto confusa. Purtroppo devo dare parere negativo ......non consiglio la lettura."
Ilaria: "Non so bene come commentare, dal momento che per me è stata una rilettura... la prima volta mi aveva colpito molto di più (ero alle superiori). Ora ho ritrovato alcune cose, ma non delle altre (lo stile della scrittura mi ha coinvolto meno rispetto al passato ad esempio). E per alcune non avevo più lo stupore della prima volta (la morte di Beatrice, il concetto dei colori collegati con le emozioni, il fatto che Leo si innamora di Silvia...). Però certe frasi rimangono vere e profonde anche ora. Addirittura all'epoca le avevo segnate con una freccina (e io non scrivo praticamente mai sui libri, ad eccezione di quelli per lo studio)!
Tirando le somme, direi che continuo a trovarlo un bel libro."
Ellen: "Questo libro lo trovo adatto ai ragazzi dai 13 anni , e per questo non sono riuscita ad immergermi nella storia. Mi é piaciuto il rapporto che si è creato fra il professore e Leo."
Ines: "È per adolescenti, è vero ma tocca argomenti che viviamo anche noi adulti e che facciamo fatica a gestire, la malattia di chi amiamo per esempio.
Leo ci insegna a ritrovare la nostra parte migliore, come chiede il sognatore che sembra parlare la stessa stessa lingua dei ragazzi, di cercare il nostro vero sogno e volare liberi, proprio come Beatrice chiede a Leo Vivi non si deve sopravvivere.
Leo cresce nel dolore e anche la scrittura si evolve con lui.
Mi è piaciuto tantissimo il sognatore D'Avenia e il suo modo di insegnare, perché c'è sempre da imparare, Silvia e Leo sono dolcissimi e poi zia di due adolescenti, ho visto il dolore e lo smarrimento quando si sono trovate a fare i conti con la malattia di una loro coetanea."
Marina: "Libro forte, ma allo stesso tempo semplicistico. Forse se l'avessi letto a 16-17 anni, il mio giudizio sarebbe diverso. Letto da adulta mi ha lasciato poco. Certo mi sono commossa e ho apprezzato il modo in cui è stato affrontato il tema della malattia e della morte, ma non è stato come mi aspettavo. Sono comunque felice di averlo letto, erano anni che volevo farlo."
Martina: "Ho iniziato questo libro un po' scettica pensando alla solita storia d'amore adolescenziale, ma in seguito ho trovato delle riflessioni che mi hanno fatto cambiare idea."
Elvira: "L’ho riletto dopo tanti anni e mi è sembrato purtroppo meno bello, un po’ finto."
Paola: "Avevo già letto questo libro un po' di anni fa ma devo confessare che ne avevo dimenticato buona parte. Mi è piaciuta questa rilettura (anche se ovviamente la prima volta è stata meglio)."
Marina: "Un libro di facile e di difficile lettura. Facile perché D'AVENIA usa una scrittura lineare e semplice, difficile per il tema trattato. Quello che non mi è piaciuto è il capire troppo facilmente che chi scrive è un adulto che finge di essere un adolescente, usa un linguaggio giovanile troppo forzato. Un libro letto in pochi giorni e dimenticato ancora più in fretta."
Federica: "Sicuramente è un libro scorrevole, con un linguaggio semplice. Io l'ho letto di un fiato, ma non mi ha entusiasta molto."