Basta il nome Cunningham per far tremare la polizia.
La storia inizia quando una notte Ernest (il nostro narratore) viene svegliato da una chiamata del fratello Michael. Gli dice di uscire di casa che sta arrivando.
Michael ha investito qualcuno e preso dal panico lo ha caricato in auto e portato da Ernest.
Michael afferma però che l'uomo era già morto, gli avevano sparato, probabilmente era un ladro perché con sé aveva una borsa piena di soldi. Michael chiede a Ernest di aiutarlo a seppellirlo ma ecco che quest'ultimo si rende conto che l'uomo respira ancora. Michael risolve il problema.
Tre anni dopo, la zia organizza una rimpatriata di famiglia in montagna.
Attendono la scarcerazione di Michael.
Ed ecco il motivo per cui ce l'hanno tutti con Ernest, soprattutto la madre: ha rivelato alla polizia il peccatuccio del fratello.
Comunque, il mattino dopo il loro arrivo in montagna, in mezzo alla neve viene ritrovato un cadavere.
Non appena Michael arriva, lo arrestano subito ma gli omicidi continuano.
👉Ad inizio libro ci sono le regole tratte dal "Decalogo del giallo perfetto" di Knox. Tipo: il colpevole deve essere presentato a inizio storia oppure: il detective non può essere il colpevole.
👉Il narratore, Ernest, si rivolge direttamente al lettore e nella premessa mette in chiaro cosa bisogna aspettarsi dal libro, segna anche la pagine dove ci sono le scene di morte.
👉I personaggi sono descritti bene anche se non in modo approfondito.
👉Un giallo fuori dal comune, i fatti vengono esposti con precisione, con tanto di riassunti. L'ironia non manca.
👉Il caso è complesso, ingarbugliato, sempre più intricato, niente è come sembra, tutte le convinzioni iniziali vengono smontate, ribaltate uno dopo l'altra.
👉Una storia dove i colpevoli di certo non mancano.
"Tre giorni di felicità" di Sugaru Miaki
Pagine 204
Genere Narrativa
Originalità 8
Trama 8
Narrazione 8
Personaggi 8
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Voto Finale: 8
Quanto vale una vita umana? Per quanto vendereste parte degli anni che vi rimangono da vivere?
Kusunaki è uno studente ventenne senza soldi. Viene mandato in un negozio che tratta la compravendita di pezzi di vita.
Decide di tentare ma la cifra che gli offrono è bassa, si aspettava molto più di trecentomila yen.
Scopre anche di avere solo trent'anni a disposizione e a quanto pare valgono poco perché non saranno felici ma vuoti, solitari. In quegli anni non avrebbe fatto granché.
Decide allora di venderli tutti, si tiene solo tre mesi.
Il giorno dopo arriva a casa sua la ragazza che si è occupata della sua vendita: Miyagi, sarà il suo osservatore, vivrà con lui in quei ultimi mesi.
Kusunaki decide di fare una lista delle cose da fare prima di morire, tutte cose semplici tipo: non lavorare o confessare i proprio sentimenti.
Kusunaki è convinto di poter cambiare in quegli ultimi tre mesi il corso della sua vita.
👉Kusunaki è una persona sola, niente amici, una famiglia lontana che non sente. Il suo isolamento è percepibile, l'autore riesce a trasmetterci la sensazione di vuoto che dilania il protagonista.
Quando Kusunaki ha venduto i suoi anni non lo ha fatto per una questione di soldi ma di vuoto. Non aveva motivo per non farlo, non aveva motivi per vivere.
👉E qui il punto di tutto: anche se la sua vita è apparentemente vuota, ciò non vuol dire che non possa fare le differenza nella vita di un'altra persona.
E forse non è questo il vero senso della vita? L'impatto che abbiamo nelle vite altrui, l'affetto, l'appoggio che riusciamo a donare.
👉Alla fine del libro la domanda cambia. Il punto non è quanto vale una vita in termini economici ma quanto pesa, quanto è determinante nella vita degli altri.
👉Una storia che ci ricorda che la felicità dipende da noi, che siamo noi gli artefici del nostro destino.
👉Un libro che fa riflettere. Nessuna pagina superflua, le scene sono ricche di insegnamenti che restano con te anche dopo l'ultima pagina.
"La casa delle luci" di Donato Carrisi
Pagine 432
Genere Thriller Psicologico
Originalità 7
Trama 8
Narrazione 8
Personaggi 7
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Voto Finale: 8
È l’estate del 1997 quando Pietro, 11 anni, muore per circa mezzo minuto durante un gioco. E proprio durante quella stessa estate mentre fanno lo stesso gioco, un loro amico, il più piccolo tra loro, sparisce nel nulla. Di lui non si saprà più niente.
Anni dopo Pietro diventa uno psicologo infantile come il padre. Ha a che fare con bambini sadici, privi di empatia e con richieste insolite. Un giorno una ragazza va da lui inaspettatamente, cerca aiuto per la bambina a cui fa da tata. Eva ha dieci anni, non lascia mai la casa e ha un amico immaginario in grado di farle del male. Pietro pensa subito che sia schizofrenica e all’inizio si tira indietro. Ha la mente presa da altro. Solo in un secondo momento accetta di vedere Eva e di sottoporla a ipnosi. Vuole scoprire la verità sull’amico immaginario, a parlargli è direttamente quest’ultimo, gli rivela la sua storia, è un bambino che si è perso… sembra proprio l’amico d’infanzia di Pietro.
👉 È l’inizio di una storia ricca di dettagli, così tanti che Pietro fatica a non crederci. La madre è convinta che la figlia veda i fantasmi.
👉 Realtà e convinzioni si mescolano portando il protagonista a dubitare di tutto.
👉 Due casi si intrecciano, quello di Eva e quello del bambino scomparso tanti anni prima. Coincidenza o segno del destino?
👉 Una storia che ti rapisce e ti fa smarrire tra le sue pagine, una narrazione coinvolgente e una trama che non annoia mai.
👉 Sconvolgente quello che viene fatto ai bambini.
"Loro" di Roberto Cotroneo
Pagine 192
Genere Horror
Originalità 7
Trama 6
Narrazione 6
Personaggi 6
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Voto Finale: 6+
Estate 2018.
Margherita mette in pausa i suoi studi e si trova un lavoro. Viene assunta come istitutrice, dovrà occuparsi di due gemelle identiche: Lavinia e Lucrezia.
Margherita si trasferisce a casa loro, le viene anche chiesto di firmare un contratto di riservatezza.
Sembra procedere tutto bene fino a quando Margherita scova un tempietto in una zona nascosta del giardino. Lì vede il fantasma di un ragazzino e quello di un uomo. I loro sguardi si incrociano, poi le due entità svaniscono.
👉 L’ambientazione è affascinante, una casa costruita da un famoso architetto su una necropoli etrusca. Varie storie si raccontano su quell’abitazione.
👉 I personaggi sono descritti abbastanza bene.
👉 Non sono riuscita a calarmi nella storia, a empatizzare con la protagonista.
👉 Un modo di narrazione piuttosto distante, freddo.
👉 A metà testo le cose si fanno interessanti, si scoprono verità nascoste.
👉 Ogni personaggio racconta una versione diversa della storia tanto che alla fine non si sa quale effettivamente sia quella vera. Questo intreccio è grottescamente affascinante anche se poi non così tanto “da paura”.
"Il detective fantasma" di Vanessa S. Riley
Pagine 320
Genere Giallo
Originalità 6
Trama 5
Narrazione 5
Personaggi 6
Descrizioni 6
Ambientazione 6
Voto Finale: 5+
L’Uomo dei Crocevia ha proposto a Jack Wyte un accordo.
Gli rende parte della sua vita e in cambio Jack lo deve aiutare.
Muoiono persone che non dovrebbero morire.
Jack deve indagare su una coppia e il loro cane, sono stati uccisi a Los Angeles ma la causa della morte non è evidente, sembra naturale.
A Londra, la detective ispettore Jamaica ha per le mani un caso simile. Per questo Jack va da lei.
👉 La storia è divisa tra mondo dei vivi e dei morti, in particolare quello degli spiriti della Morte o di Lucifero.
👉 Jamaica, Jack e Dare (figlia dell’Uomo dei Crocevia ed ex di Jack) si mettono ad indagare. Una ninfa gli dice di guardare tra i quasi uomini. Devono stare attenti perché sulle loro tracce c’è un Liberto, tipo un vampiro, un uomo non più soggetto alla morte.
👉 Jamaica è troppo dura e maleducata, dà addosso alle persone senza un motivo. Vede gli spiriti.
👉 Ho apprezzato di più Dare, lei butta fuori le emozioni senza imbarazzo. Dice quello che le passa per la testa.
👉 Non è esattamente la storia che mi aspettavo. È un po’ troppo ingarbugliata (liberti, morte, quasi uomini, uomo dei crocevia) e ci sono poche indagini. In generale la trama non mi ha elettrizzata molto.