Pagine 322
Genere Narrativa
Originalità 8
Trama 7
Narrazione 6
Personaggi 8
Descrizioni 5
Ambientazione 6
Finale: Soddisfacente
Voto Finale: 7
Genere Narrativa
Originalità 8
Trama 7
Narrazione 6
Personaggi 8
Descrizioni 5
Ambientazione 6
Finale: Soddisfacente
Voto Finale: 7
Beth Harmon rimane orfana all'età di otto anni.
Va a vivere in un orfanotrofio dove ai bambini vengono somministrate vitamine e tranquillanti. Ben presto Beth ne diventa dipendente.
Nell'orfanotrofio impara però anche a giocare scacchi, è il custode a insegnarglielo, dopo essersi reso conto che la bambina è nata per quel gioco.
Lei lo osserva prima in silenzio, studia le sue mosse e impara da sola le basi, il custode perfeziona poi il suo gioco.
Dopo tre mesi, il custode non riesce più a battere Beth.
A tredici anni, Beth viene poi adottata e la madre scopre il suo talento per gli scacchi. Formano una specie di società. La madre organizza i viaggi e l'accompagna ai vari tornei e Beth vince, guadagnando soldi per entrambe.
Il sogno di Beth è diventare Grande Maestro Internazionale. Ci riuscirà?
👉 L'idea di una bambina e poi una ragazza abile nel gioco degli scacchi, è decisamente intrigante.
Una regina degli scacchi dipendente però da tranquillanti e alcool, vizi che possiede fin da piccola.
👉 La narrazione tuttavia è carente, è essenziale, non si perde in descrizioni. Largo spazio viene dato proprio al gioco degli scacchi, con la cronaca delle partite, delle varie mosse.
👉 Molto particolare è il rapporto tra Beth e la madre adottiva. La signora Wheatley non è un genitore severo, anzi, è molto permissiva, lascia fare alla figlia ciò che vuole, a volte la incoraggia a fare cose tipo provare la birra. Non la rimprovera, niente punizioni, è un tipo alla: vivi e lascia vivere. Lei è anche estremamente brava a mentire.
👉 Beth è una ragazzina sveglia, estremamente indipendente dato che a otto anni già si gestisce da sola la sua scorta di pillole. Nei tornei lei è molto spesso l'unica donna presente, tendono a sottovalutarla ma li fa ricredere presto.
👉 Proprio per il fatto che l'autore è vago con le descrizioni, spesso mi perdevo tra i vari personaggi. Quelli principali sono facili da ricordare ma gli altri, in particolare i vari giocatori, sono più difficili da tenere a mente.
👉 La serie tv è molto fedele al libro, è quasi uguale se non per alcuni dettagli omessi.
E devo ammettere che preferisco questa al libro.
La lettura è stata piacevole e rilassante, anche se la narrazione mi è sembrata un vero e proprio tributo al gioco degli scacchi. Certo, la trama è incentrata sulla storia di una bambina sfortunata che, con tenacia e dedizione, sia pur nel suo infelice passato ed una travagliata crescita priva di affetti familiari, riesce a trovare la sua dimensione sociale. Ma la costruzione del personaggio, i suoi slanci emozionali, la descrizione degli ambienti, mi è sembrato privo di uno sviluppo interessante e coinvolgente, quasi montato nel minimo indispensabile. Al contrario, mi è parso che il vero protagonista sia il gioco stesso. La complessità del gioco, il dettaglio delle tecniche professionali di attacco e difesa, lo sforzo mnemonico di affrontare sfide che richiedono massima concentrazione, profonda esperienza ed infinita memoria. Da questo punto di vista, laddove il romanzo si confonde in un saggio sulla tecnica degli scacchi, beh, credo che l'autore abbia fatto centro.
RispondiEliminaCiao, non ho letto il libro, ma ho seguito la serie tv, che ho molto apprezzato :-)
RispondiElimina#ladredilibri
RispondiEliminaDenise Cau
Prima della serie tv su Netflix non avevo idea dell’esistenza di questo libro.
Ho trovato la serie piacevole ed ero un po’ intimorita all’idea che nel libro fossero presenti un po’ troppi tecnicismi scacchistici, invece e’ stata una bella lettura da cui ho faticato a staccarmi nonostante conoscessi già la storia.
Le descrizioni delle partite di scacchi non mi sono risultate troppo pesanti e ho trovato lo stile narrativo coinvolgente.
Beth e’ un personaggio intrigante e complesso, ho apprezzato il suo vissuto e il suo percorso. I successi e le soddisfazioni dovuti alle vittorie e le cadute dovute alle sue dipendenze.
Ho apprezzato anche la piega che l’autore ha dato al rapporto tra Beth e la madre adottiva.
Se non avessi visto la serie tv però forse avrei faticato un po’ a seguire il filo narrativo con Beltick e Benny Watts, invece così associavo l’attore al personaggio e mi e’ risultato semplice.
Per curiosità credo cercherò altro scritto da questo autore.
Il romanzo e' tratto da una storia vera e racconta appunto le vicende di Beth Harmon, che rimasta orfana da bambina, viene portata in orfanotrofio, dove gli operatori dell'istituto, per tenere tranquilli i giovani ospiti, sommistrano regolarmente delle pillole verdi, di cui Beth diventa presto schiava.
RispondiEliminaUn giorno, per caso, nello scantinato dell'edificio, trova il custode, il signor Shaibel, alle prese con una partita di scacchi e da quel momento la sua vita cambiera' definitivamente: il gioco, infatti, diventera' per lei un modo per evadere da una triste realta'. Sara' lui ad isegnarle le mosse, ma in poco tempo Beth diventera' piu' brava del suo stesso maestro: la ragazzina ha infatti un vero e proprio talento innato per gli scacchi, riesce a giocare le loro partite nella mente, studiando ogni possibile mossa e correggendo ogni errore commesso.
All'eta' di tredici anni, Beth viene adottata dai signori Wheatley e decide di partecipare a qualche torneo locale di scacchi per guadagnare qualcosa e poter comunque giocare.
Da quel momento inizia la sua carriera come scacchista, tutti cominiciano a notarla per il suo straordinario talento che la portara' a diventare una vera campionessa.
Nel romanzo l'autore affronta diverse tematiche, come quella dell'abbandono, della dipendenza dall'alcool e dalla pillole, quella della sessualita', della solitudine nonche' dell'emancipazione femminile.
Innanzitutto viene raccontata la vita di Beth e la la lotta contro i suoi demoni interiori. Per la protagonista gli scacchi rappresentano una vera e propria ossessione, tutto cio' su cui poter contare: i pezzi non ti abbandonano, non ti lasciano sola, seguono regole ben precise, si possono controllare, tutto il contrario di quanto e' successo finora a Beth nella vita.
La figura di Beth assurge altresi' ad emblema di successo per tutto l'universo femminile: in un mondo assolutamente maschilista, lei e' riuscita ad essere "la migliore di tutti i giocatori d'America .... non sarebbe piu' stato un mondo di uomini dopo di lei."
"La regina degli scacchi" e' un romanzo assolutamente godibile e coinvolgente, ma al contempo e' una storia di formazione e di riscatto sociale, di affermazione personale in un mondo fatto di uomini (specie riferito al periodo in cui e' ambientato il romanzo, gli anni '50-'60).
"Certo, perche' gli scacchi sono per uomini".
L'unico neo del romanzo sta forse nell'eccessivo tecnicismo impiegato dall'autore nella descrizione delle singole partite. Per un lettore non appassionato di scacchi, risulta infatti alquanto difficile seguire le tattiche e le mosse messe in atto e pedissequamente descritte nel romanzo. D'altro canto pero' attraverso le azioni, i gesti e le mosse degli scacchi, l'autore, oltre a dimostrare la sua profonda conoscenza della materia, ci svela, in maniera originale ed insolita, i pensieri, gli stati d'animo e i sentimenti della protagonista: la gioia per un trucco ben riuscito, la paura di perdere, il panico che le blocca la mente, il sollievo, la delusione.
Molto bello il finale, specie la scena conclusiva.
Valutazione 4/5
Alessandra Verrucci
#Bambinisperduti
Beth Harmon è una bambina che viene accolta in un orfanotrofio dopo la morte della madre. Grazie al signor Shaibel, custode dell'istituto, impara a giocare a scacchi e, insieme alle pilloline verdi che vengono distribuite in istituto, diventano una via di fuga dalla vita grigia che è costretta a vivere.
RispondiEliminaLa profonda solitudine che prova Beth, anche quando viene adottata, si alleggerisce quando gioca a scacchi.
Anche se fa fatica ad affermarsi in un mondo che è prevalentemente maschile gli ostacoli principali che deve affrontare sono quelli nella propria mente: l'alcol e le pastiglie che fanno altalenare il suo stato d'animo tra picchi emotivi e stati di apatia. Molto bello, mi è piaciuto tantissimo l'evolversi del rapporto tra madre e figlia, anche se l'ho trovato un pochino lento alla descrizione delle partite a scacchi
Casata #bambinisperduti
RispondiEliminaTitolo La Regina di scacchi
Traccia Gold del mese di giugno
Un libro inizialmente molto avvincente, coinvolgente ed entusiasmante. Proseguendo nella lettura è rimasta solo la parola " coinvolgente", per me.
Mi ha coinvolto la storia di Beth quando si trova in orfanotrofio, il suo imprinting con gli scacchi. La sua amicizia con joanes, che non vedevo l'ora riemergesse verso la fine del libro.
Tutti i dettagli minuziosi e molto attenti del gioco degli scacchi , hanno fatto in modo che la lettura rallentasse il suo corso , rendendola meno fluida . Magari, penso che per altri può essere stato, invece, da stimolo. Per me ...anche no.
L'ambientazione l'ho adorata, questi anni cinquanta , i colori, il look , la moda del momento per i capelli. Un po mi ha fatto ricordare The Help e la madre di Beth me la sono immaginata come la madre di Eugenia, fisicamente. Il rapporto con la madre adottiva è stato tutto sommato positivo e confortante. Invece mi ha infastidito il padre adottivo soprattutto nel momento del suo raggiro riguardo la proprietà della casa.
Poi devo dire che....... mi ha impressionato lo stomaco di ferro di Beth .
La scena più coraggiosa è , per me, quella in cui Beth fa di tutto per andare a riprendersi le pillole verdi. Già da li si denota la caparbietà della ragazza a raggiungere con successo i suoi obbiettivi.
Guarderò la serie sicuramente. Il libro non so se lo consiglierei.
⭐⭐/5
RECENSIONE
RispondiEliminaOttilia Mason
Casata #bambinisperduti
Titolo: La regina degli scacchi di Tevis.
La giovane Beth rimane orfana ad 8 anni e ora vive in orfanotrofio e conosce un'altra bambina: Jolene. Gli orfani vengono calmati con delle pillole di cui Beth diventa dipendente. Conosce un appassionato di scacchi che la introduce nel gioco a cui la bambina si sente attratta e ne fa pian piano la sua professione anche dopo essere stata adottata. Parte da tornei locali fino al raggiungimento del torneo mondiale in Russia.
Mi sono piaciuti i momenti di strategia ed azione durante le partite. Contrariamente alla maggioranza (credo) che si lamenta dei tecnicismi, io ne sono affascinata. Mentre quando si cerca di delineare il carattere di Beth con i suoi vizi, che partono dai sedativi e poi si evolvono nell'alcolismo, trovo le descrizioni molto bidimensionali. Voglio dire che davanti ad ogni difficoltà l'unica soluzione sembra essere l'abuso di qualche sostanza tossica/chimica. Non mi è piaciuto il messaggio che trasmette, in definitiva. Credo che l'autore non riesca a cogliere tante sfumature che avrebbe potuto dare alla protagonista facendola agire ogni volta in un determinato modo. Jolene quindi diventa un po' la sua 'salvatrice' cercando di rimettere Beth sulla retta via.
A parte questa critica, il libro mi ha incuriosito sul gioco degli scacchi e gli schemi che mi piacerebbe approfondire.
⭐⭐⭐⭐
Martha Fa
RispondiElimina#ladredilibri
Sin da subito questo libro mi ha affascinata e catturata: ci si affeziona al personaggio di Beth, nella sua unicità e complessità. La storia si sviluppa molto velocemente e le vicende di Beth vengono narrate e descritte in maniera quasi perfetta. Particolare e di rilievo è il topic del libro, ossia il gioco degli scacchi e la modalità scelta dall’autore di descrivere le partite. Ho apprezzato molto questo libro e ho vissuto le partite di scacchi di Beth, seppur io non abbia mai imparato a giocare, nonostante gli sforzi e i tentativi di mio papà e di mio fratello, ricordando lo spirito agonistico (che non ho ancora perso…) di quando giocavo a pallavolo: della grinta e della tenacia di Beth, del desiderio di affrontare i Grandi Maestri, sicuramente con più esperienza di lei, quasi l’unica donna appassionata di questo gioco.
Più di tutti, mi ha emozionato il momento in cui Beth, intervistata da un giornalista, rende grazie a William Shaibel che l’ha introdotta a questo gioco e che le ha dato una motivazione per resistere e aggrapparsi in quegli anni non proprio positivi.
Inoltre, mi sarebbe piaciuto che il libro narrasse anche dell’età adulta di Beth e sviluppasse il proseguo della sua vita.
Antonella Golia
RispondiElimina#Lostinausten
Beth è rimasta orfana da piccola e nell’orfanotrofio in cui è ospitata fa il magico incontro con gli scacchi. E’ pressocchè inutile dilungarsi sulla trama, ben conosciuta soprattutto grazie alla serie Netflix. E’ invece interessante soffermarsi sull’abbattimento di alcuni stereotipi come ad esempio il gioco degli scacchi indicato solo per maschi. Beth con la sua passione e il suo studio del gioco sfata questo mito e rende il gioco a tratti poetico. Poco spazio viene dato alla dipendenza dai tranquillanti che a mio parere è il punto focale da cui parte il tutto. Ottime le descrizione del gioco ma la scrittura è atratti pesante. La serie rende benissimo le atmosfere narrate dall’autore, forse meglio che nel libro. Purtroppo meglio la serie del libro.
#bambinisperduti
RispondiEliminaRossana Giacon
Libro che mi ha subito incuriosito. Il gioco degli scacchi per me è sempre stato qualcosa di molto magico e misterioso. Ho sempre pensato che si debba essere molto intelligenti per giocare bene questo gioco. La protagonista senza dubbio lo è, anche se viene penalizzata da alcol e pasticche. Ma si sa, il genio è anche sregolatezza. Noiose le parti con tutte quelle mosse, per chi non ne sa niente non risulta forse utile alla lettura. Molto commoventi alcune scene: quando torna, dopo anni, nello scantinato e, per esempio, quella delle ultime pagine. Ho visto la serie TV e forse è meglio del libro. Chissà se la regina degli scacchi continuerà ad essere una regina.....ma sapete che c'è? non voglio saperlo. La voglio pensare così, con quell'ultima partita.
RispondiEliminaTraccia Gold di Giugno
Casata: #LostinAusten
" La regina degli scacchi ", Walter Tevis
Pur essendo " vittima consapevole " della sindrome di Peter Pan che mi porta ad amare il gioco in ogni sua forma e sostanza, devo dire che gli scacchi non hanno mai attirato né stuzzicato la mia voglia di imparare a giocare, forse perché troppo impegnativo come gioco🤷🏻♀️... quindi mi sono approcciata alla lettura di questo romanzo con un po' di timore, ma qui TEVIS ha fatto un piccolo miracolo perché mi ha letteralmente incollata alle pagine e anche se in alcuni punti è davvero troppo descrittivo nello spiegare un gioco fatto di mosse, contromosse, attacchi e studio... tutto ciò non mi ha per nulla infastidito, anzi...
Il suo stile asciutto e del tutto privo di auliche infarciture permette di andare dritti dove lui vuole portarti, dentro alla storia e dentro alla personalità della protagonista, così... senza guardare in faccia nessuno! E nonostante i fatti narrati siano pochi e tutti incentrati nel gioco degli scacchi, riesce a non stancare!
Se devo trovare un punto negativo é che nella seconda parte il libro prende un ritmo quasi più cinematografico che narrativo, ma poco male... tutto l'insieme mi ha davvero conquistata!
Francesca Gianfreda
RispondiEliminaBambini sperduti
Mi è sempre piaciuto il gioco degli scacchi, infatti ho trovato molto interessante la descrizione delle partite e i nomi delle varie variazioni del gioco, anche se verso alcuni capitoli finali le ho trovate un po pesanti. Beth, è una protagonista che focalizza subito l'attenzione del lettore.Il suo trascorso l'ha resa una ragazza forte,anche se può sembrare fragile. Si è resa conto di stare attraversando un periodo buio e ha voluto chiedere aiuto e anche, in primis, per la sua passione è riuscita a evitare di ricaderci. Trovo che sia un messaggio importante da voler comunicare. Gli altri personaggi sono stati raccontati in maniera superficiale,ma ho trovato la trama originale e nel complesso mi è piaciuta.
Mara Colombo
RispondiElimina#bambinisperduti
Che fatica ragazzi, non pensavo sarebbe stato così noioso da leggere. La serie tv mi aveva creato delle aspettative enormi eppure si sono rivelate inutili. Non sono riuscita a starci dietro molto bene pur conoscendo la storia. L'ho trovato proprio mal scritto. Non mi hanno particolarmente infastidita le tante mosse descritte, dopotutto uno dovrebbe anche immaginarsele! sono stati più i salti temporali e spaziali ad essere poco chiari. E soprattutto ho trovato il personaggio di Jolene un po' troppo, mi ha quasi messo ansia.
⭐⭐/5
#ordinedellafenice
RispondiElimina♟️♟️La regina degli scacchi - Walter Tevis ♟️
Per commentare il libro ho aspettato di vedere la serie tv che è molto aderente al testo.
In entrambi, libro e serie tv, Beth personalmente non mi ha suscitato nessuna empatia. Appare anaffettiva, sembra quasi non provare mai dolore, nei rapporti affettivi è arida. L'unico momento di commozione è quando scopre che Shaibel aveva tutti i suoi ritagli di foto e di successi, fin da piccola, mentre lei addirittura gli aveva chiesto i 10 dollari per partecipare al primo torneo e non gli ha scritto neanche per ringraziarlo e dirgli che aveva vinto.
Tutti i suoi rapporti appaiono appena abbozzati, informi, con pochissime parole. È come se mettesse tra se e la vita sempre la scacchiera, attraverso cui passano la paura del mondo, la paura di perdere, la necessità di dimostrare agli altri di valere qualcosa.
Nonostante la mia poca simpatia per Beth il libro è comunque ben articolato nelle 3 tematiche fondamentali cioè la passione per gli scacchi, il tema del riscatto femminile in un mondo del tutto maschile e maschilista e la tematica delle dipendenze alcool/droga.
Rispetto alla serie tv il libro si avvale di molti, troppi tecnicismi degli scacchi che rendono un po' pesante e noiosa la lettura per chi come me non sa neanche di cosa stiamo parlando. Avrei forse sviluppato di più il tema della dipendenza rispetto alla tecnica scacchistica, sicuramente molto amata da Tevis
In ogni caso belli entrambi, anzi un punto in più alla serie tv
#lostinAusten
RispondiEliminafederica catania
I primi capitoli li ho letti velocemente. Interessante la trama, tuttavia molti passaggi mi sono risultati difficili o comunque lenti. Per quanto la storia di fondo mi sia sembrata interessante, alcuni capitoli ho faticato a leggerli: troppo lenti. Probabilmente perché al contrario di Beth non riesco ad immaginare la scacchiera nella mente 😆. I capitoli che ho apprezzato di più sono i primi e l’ ultimo. Il ritmo sembrava più incalzante e la partita mi ha tenuta con il fiato sospeso. Nel complesso ho apprezzato la lettura, ma avrei voluto sapere qualcosa in più su Beth, avrei voluto indagare sul rapporto con la madre adottiva. Sorprendente l’intelletto di Beth e non soltanto per l’ abilità negli scacchi, anche per l’ autocontrollo dimostrato in parecchie occasioni (vedi l’astenersi dal consumarsi le pillole verdi e l’alcol poco prima di determinate partite per mantenere la lucidità nonostante la dipendenza). Il mio voto è 7,5
Marianna Salerno
RispondiElimina#bambinisperduti
Ho ammirato il coraggio e la genialità di Beth. La sua storia mi ha ricordato un pochino i cartoni giapponesi delle orfanelle tipo Candy Candy o Georgie. Beth solitaria, anaffettiva e geniale allo stesso tempo. Ho trovato il libro un po' troppo tecnico almeno per me che non sono esperta di scacchi. Un mondo razzista e pieno di pregiudizi verso le donne che giocano e scacchi. Bella l'amicizia di Beth con Jolie che è un personaggio forte e tosto quanto la protagonista. Ho iniziato a vedere anche la serie tv che è molto fedele al libro.
Nell'insieme la narrazione è un tantuno lenta ma si toccano picchi di tensione da thriller durante le sfide a scacchi.
Voto 7
Personaggi 8
Trama 7
Cover 6
Finale 7
Serena Rossi
RispondiEliminaBambini sperduti
Non sono riuscita a farmi un idea di questo libro, poiché ci sono passaggi che mi sono piaciuti e passaggi che non mi hanno trasmesso nulla.
Potrei definirlo un NI.
Non mi ha colpito molto la tecnica che viene spiegata degli scacchi, mi sono persa tante volte.( non ho mai giocato a scacchi)
Mi ha colpito anche la tenacia della protagonista che vuole vincere e prendersi un posto nel mondo degli scacchi formato solo da uomini. Ma non mi è piaciuto molto la sua freddezza quando si relazione con il mondo esterno.
Belle le ambientazioni e le descizioni dei tornei.
Io prima di leggere il libro ho visto già la serie Tv. E anche la serie Tv, mi ha lasciata un po’ perplessa. Forse non è il mio genere
Recensione di Michela
RispondiEliminaTraccia Gold " La regina degli scacchi" di Walter Tevis.
Mondadori
324 pagine
#ladredilibri
Beth rimane orfana a otto anni, si ritrova sola in un orfanotrofio, e riusciva a rilassarsi e dormire solamente grazie a delle pillole verdi, dei tranquillanti, che le venivano date lì dentro tutti i giorni, così come a tutti gli altri bambini. Un giorno, per caso, mentre puliva il seminterrato, incontrò il custode, Shaibel, chino su una scacchiera con delle strane figure sopra, e restò lì ad osservare, ma lui fu inizialmente scettico quando lei gli chiese di insegnarle quel gioco strano che ancora non conosceva.
"È un gioco per maschi."
Questa era la frase che si sentiva dire più spesso. Poche mosse, poche lezioni, tanta osservazione e le sue capacità vengono a galla rendendola una bambina prodigio, un puro talento. Imparò presto a giocare meravigliosamente a scacchi, e c’era sempre qualcuno che la guardava in modo strano, non pensavano che una donna sarebbe potuta essere così forte, in questo gioco. Lei riusciva ad allenarsi anche solo ripassando a mente quelle mosse, scritte sul Chess Review, su una scacchiera che esisteva solo nella sua testa, non sapeva nemmeno lei il motivo, ma ci riusciva. Ormai per lei era come una droga, non riusciva a smettere, neanche quando subì una dura punizione per aver infranto delle regole dell'orfanotrofio e nemmeno quando fu finalmente adottata. Comincia a partecipare a molti tornei e a vincere molto spesso, e quando perdeva cercava subito di riprendersi, studiando notte e giorno le partite dei grandi maestri. Pagina dopo pagina assistiamo alle sue cadute e alle sue vittorie e siamo trascinati in una storia dove a governare sono principalmente tre elementi: la passione per gli scacchi naturalmente collegata al riscatto femminile e la tematica delle dipendenze. È chiaro che Tevis, quando ha scritto questo romanzo nel 1983 aveva quale obiettivo quello di scrivere un’opera che riuscisse a rendere bene l'idea del clima di guerra fredda tra USA e URSS, l’amore vero per un gioco complesso ma affascinante, sino a giungere in ultimo a trattare il tema dell’emancipazione femminile, della discriminazione di genere che qui viene contestualizzata in una dimensione prettamente maschile quale quella degli scacchi. Piacevolissima lettura.
Casata Ladre di libri
RispondiEliminaLa trama è veramente entusiasmante nel seguire le partite e leggere di Beth che vince partita dopo partita, certo un racconto molto tecnico, per chi come me manca l'ABC degli scacchi. Il racconto di questa ragazza che con la sua mente brillante riesce a prevalere negli anni 60 un mondo prettamente maschile. Credo che vedrò la serie tv chissà se sarà fedele al libro?
Un bel romanzo di formazione che ci fa immergere nella storia di Beth, bambina rimasta orfana che, partita da una situazione che non lascia tanto spazio a sogni di un presente e un futuro ovattato, compie i suoi passi nel mondo prendendo per mano il suo talento negli scacchi.
RispondiEliminaLa trama è avvincente e le pagine scorrono fluidamente l'una dopo l'altra, trovando piacevoli e utili anche i vari dettagli sul gioco degli scacchi, gioco, al quale ho iniziato ad appassionarmi proprio grazie alla visione della serie TV, nonché i vari quadri di costume che dipingono gli Stati Uniti (e non solo) degli anni '60.
Maria Francesca Galletti
Ordine della Fenice
Luana Cibin
RispondiElimina#bambinisperduti
Sono rimasta bloccata per giorni nelle prime pagine, l'assenza di descrizioni, soprattutto degli stati d'animo mi spiazzava e non riuscivo proprio a farmi piacere il libro. I primi capitoli in particolare mi danno l'idea di un riassunto sbrigativo. Successivamente la narrazione migliora un po' o quantomeno diventa più coinvolgente, anche per il fatto che prevale la curiosità di conoscere il vincitore della partita. Non sono molto brava nel gioco degli scacchi, quindi confesso che ogni tanto mi perdevo e non riuscivo a seguire tutte le mosse.
Questo libro non mi è piaciuto particolarmente, e trovo che lo sceneggiatore della serie TV sia stato bravissimo a ricavare da un romanzo così scarno una serie TV così bella.
Rita Casata Ladre di Libri GOLD "La Regina degli scacchi" di Walter Tevis
RispondiElimina1ª ed. originale 1983
BEAT Biblioteca Editori Associati Tascabili, 2015
324 pagine
America anni 50, Elizabeth Harmon è una bambina di otto anni, rimasta orfana a seguito di un incidente, Beth viene portata in un orfanotrofio... per la piccola si prospetta un futuro molto difficile 😓
Per sopravvivere, Beth scopre presto delle vie di fuga: l’amicizia con Jolene, una ragazza di colore più grande di lei, le "pillole verdi", dei tranquillanti distribuiti a lei e agli altri bambini dell'orfanotrofio per «regolare il loro umore» 😰 di cui Beth diventa dipendente.... e gli "scacchi" che lei scopre per puro caso, scendendo un giorno nel seminterrato e vedendo il signor Shaibel, il grasso custode, seduto su uno sgabello vicino alla caldaia, mentre fissa accigliato una scacchiera verde e bianca con sopra dei piccoli affari di plastica dalle forme strane 🤔 Beth ne resta stregata... diventa la sua ossessione, appena può scende a spiare le sue mosse e piano piano lo convince ad insegnargli a "giocare a scacchi"!!! 😁
Il signor Shaibel, un po' restio all'inizio... alla richiesta di Elizabeth:
«Voglio imparare a giocare a scacchi».
[....] gli risponde «Non gioco con gli estranei» ahahah oppure «Le bambine non giocano a scacchi» 😊
Ma poi con sua grande sorpresa, scopre che Beth ha un grandissimo talento... infatti in poco tempo diventa più brava del suo stesso maestro!!
Beth conquista il signor Shaibel 😍 domenica dopo domenica, partita dopo partita... e infatti un giorno gli fa trovare un pacchetto... che lei lentamente apre, con dentro un pesante libro in brossura: "Aperture moderne degli scacchi" ❤️❤️❤️
«È il libro migliore per te», disse.
«Ti dirà tutto quello che vuoi sapere». 🥰 Il suo libro 📚❤️
Ma la vita in orfanotrofio non è facile... Beth cresce, e quando sembra ormai impossibile, a tredici anni viene adottata da Alma Wheatley e suo marito Allston 😊
Portata nella nuova casa, ha una camera tutta sua 🥰 va a scuola, Beth inizia ad ambientarsi, gioca a scacchi dolo mentalmente... purtroppo continua ad abusare dei tranquillanti... ma grazie a questa nuova libertà, Beth riesce anche a iscriversi al suo primo torneo, dove incontra gente con la sua stessa passione 😁 ...e la "madre" Alma quando si rende conto che vincendo i tornei si guadagnano dei soldi, propone a Beth di partecipare ad altre gare ahahah 😂 è così che inizia la sua ascesa come scacchista 👏🏻👏🏻👏🏻
Beth ama giocare a scacchi ❤️
Ma riuscirà a resistere alla tentazione di autodistruzione???
"Giocare a scacchi significa, in massima parte, impegnarsi, studiare e leggere libri.
E gli scacchi sono forse l’unico sport che coniuga agonismo e letteratura/cultura, con i relativi valori positivi e formativi, in maniera così inscindibile." 😊
Bellissimo romanzo, belle le descrizioni di Beth sulla scacchiera... belle sensazioni 😁
Beth Harmon mi ha conquistata, mi ha coinvolta totalmente, l'ho seguita con apprensione in ogni momento della sua crescita e soprattutto nella sua continua lotta contro le dipendenze 😱
Alla fine ho trovato bello anche il rapporto tra Beth e Alma, due ”donne" sole e "impacciate" in questa nuova situazione... ed è stato emozionante la prima volta che Beth la chiama mamma 🥰
Il titolo originale "The Queen's Gambit" si riferisce al "gambetto di donna" un'apertura di gioco degli scacchi ❤️
Romanzo consigliatissimo... ora posso vedere la serie TV 👍🏻 😁
⭐⭐⭐⭐⭐
P.S. Purtroppo non so giocare a scacchi 🙄 ma ricordo con piacere che "secoli" fa in TV passavano le famose sfide tra Karpov vs. Kasparov... comunque si parla di secoli ...per tanta gente due sconosciuti 😂😂😂