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sabato 5 novembre 2016

Recensione: "Sorella morte. La dignità del vivere e del morire" - Vincenzo Paglia


Editore Piemme
Pagine 
276
Prezzo cartaceo 17,50 EURO
Prezzo ebook 9,90 EURO
Anno prima edizione 2016
Genere Saggistica

"C'è contrapposizione fra "buona morte" e "dolce morte"? E allora: dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? In Europa e nel mondo sono in crescita i Paesi che hanno approvato una legge sull'eutanasia e sul suicidio assistito. Il "diritto alla vita" presume anche un "obbligo alla vita"? E con quale prerogativa - affermano i fautori dell'eutanasia - la società vieta a uno di voler morire se liberamente lo sceglie?"

Quando reclamare l'eutanasia? Solo nel caso in cui si è impossibilitati a vivere dignitosamente per via dei dolori causati da una malattia debilitante o anche per sofferenze esistenziali?
Che differenza c'è tra eugenetica, suicidio, martirio ed eutanasia?
Tra il morire soli o con accanto chi si ama?
La fede ci è d'aiuto al sopraggiungere della morte?
E' giusto fare della morte un tabù?

- E insistono dicendo che esiste il diritto alla vita, non l'obbligo, per cui chi desidera vivere fino alla morte naturale, può ovviamente farlo, ma non si può vietare di morire a chi liberamente lo sceglie. -

Queste e molte altre questioni vengono trattate in questo libro mentalmente stimolante.
Si parla del rapporto stretto tra la vita e la morte, tra i vivi e i defunti, di quanto la consapevolezza di vivere dia sapore alla vita.
La morte viene analizzata sotto molteplici aspetti, da quello scientifico a quello religioso, da quello filosofico a quello umano.
Il libro apre il suo discorso con il tema dell'eutanasia (buona morte) che ancora oggi continua a suscitare pensieri opposti, controversie e incomprensioni.
Questo argomento di origini antiche viene trattato mediante citazioni religiosi, filosofiche, mediche, politiche, tramite studi e libri che in passato avevano trattato il medesimo tema. Ne vengono analizzati gli aspetti positivi e negativi, e le conseguenze che apporta sul pensiero comune.
E' un tema piuttosto delicato e spinoso, tanto che i primi veri passi verso la legalizzazione di questa pratica vengono fatti nei primi anni del 1900 ma ancora oggi si dibatte in merito.
Ogni singolo caso dovrebbe essere valutato a sé, è difficile ottenere un'unica grande legge che mostri le linee guida da seguire in questo campo.
C'è chi lotta contro il suicidio e l'eutanasia per salvaguardare quanto più possibile l'unicità intrinseca in ognuno di noi.

- Ogni volte che muore qualcuno, un intero mondo scompare e si perde per sempre. (Remo Bodei) -

C'è chi invece sostiene il diritto di scegliere liberamente di porre fine alla propria vita.
Centinai di voci diverse che discutono dello stesso argomento senza mai raggiungere la fine del dibattito.
Questo volume è in questo che ci aiuta, a chiarire, a fare luce su questioni non facili da assimilare.
Questo è un libro dal contenuto complesso, che viene trattato dallo scrittore con il rispetto e la cura che richiede.
E' un saggio non troppo difficile da comprendere, pieno di concetti da acquisire e studiare.
E' una lettura su cui ponderare, leggermente ripetitiva sul finale.
Un libro a cui assegno:
4 Wonderland su 5

Dal libro:

- "Tutti concordiamo che la sofferenza può far paura più della stessa morte."

- "La morte colonizzò la vita. E combattere la morte si trasformò nel senso della vita. (Bauman)"

- "La dignità è il diritto al rispetto."


Curiosità
Lo sapevate che in età vittoriana era uso farsi fotografare con il corpo del defunto? 
Come ultimo ritratto di famiglia, preservare l’immagine dei propri cari.
Era soprattutto i bambini ad essere fotografati dopo la loro morte.

2 commenti:

  1. Sicuramente leggerò questo libro, il tema dell'eutanasia mi è molto a cuore. Mio padre è morto meno di un anno fa a causa di un tumore e poco dopo mia nonna paterna l'ha seguito a causa della medesima malattia. Quando il cancro è incurabile e i dolori iniziano ad essere più intensi e non sopportabili, al paziente è assegnata una cura pagliativa per il dolore a base di morfina (e di altri medicinali); quest'ultima causa sonnolenza ed allucinazioni. La somministrazione del farmaco aumenta proporzionalmente all'intensità del dolore, il risultato? Il malato entra in uno stato di sonno perenne ed allucinazioni(ho visto mio padre delirare) fino a quando il tumore non attacca gli organi vitali causando la morte.
    E' umiliante farsi vedere deliranti, fuori di sè e neanche più capaci di tenere le palpebre aperte (mia nonna nell'ultima fase della malattia era praticamente in coma farmacologico): se in Italia ci fosse stata l'eutanasia mio padre l'avrebbe richiesta, quando non c'è più speranza una morte dignitosa diviene diritto inalienabile.
    Questo è il mio parere e, convengo con te che comunque, ogni richiesta di eutanasia (in caso venisse approvata in Italia) dovrebbe essere valutato singolarmente.
    Grazie per le belle ed interessanti riflessioni :)

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    Risposte
    1. Io sono dell'opinione che ognuno debba avere il diritto di scegliere per sé, sia che scelga la vita, sia che scelga la morte.
      Mi dispiace davvero per i tuoi cari, assistere chi si ama in un momento così tragico, vederli soffrire e non poter far nulla è opprimente.
      Ma come viene detto nel libro, il tuo aiuto, il tuo esserci, ha fatto sicuramente una grandissima differenza per loro.
      So certa che saprai apprezzare appieno questo libro, in ogni sua sfumatura.
      Io continuo a sperare nella libertà di scegliere di vivere o morire.

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