Mune Fries vive giorni tutti identici, finché scopre di possedere enormi poteri! Sarà attraverso i sogni, portatori di strane visioni, che incontrerà un ragazzo misterioso, nascosto nell’oscurità di una foresta. Chi è quel giovane? E perché lei si sente legata a lui? E come mai è in grado di usare la magia? Tra i tanti tormenti interiori, riuscirà Mune a trovare le risposte che cerca e scoprire ciò che la rende così diversa?
Pensando a "la dinastia della luna" mi vengono in mente le parole "delicato" e "introspettivo" due aggettivi che a mio parere non si legano spesso ai fantasy, eppure io adoro quando ci sono queste tematiche.
Mi sono riconosciuta subito in Mune, anche se fortunatamente non ho subito tutte le perdite che ha subito lei, ma credo che ognuno almeno una volta nella vita (forse anche di più purtroppo) abbia sofferto un dolore simile a quello di Mune e quindi possa comprenderla.
Ho trovato la prefazione davvero dolce e molto toccante, trovo sia impossibile restare indifferenti di fronte a parole così intense.
Quello che mi ha piacevolmente sorpreso è il fatto che non ci sia una vera e propria storia d'amore (non ancora per lo meno), quello che traspare maggiormente è la sofferenza, il senso di essere incompresa, sentirsi fuori posto, Mune è tormentata e chi almeno una volta non si è sentito così (e non solo alla sua età)? Come se l'autrice volesse dire che Mune al momento soffre troppo per aprirsi all'amore.
"Ero sola nella notte, in quella foresta che sembrava emanare magia. Ero sola nella mia testa, dove anche tutti i pensieri si erano dissolti. Ero sola nei sogni e nella realtà. Ero sola e basta."
Sta diventando una recensione deprimente? Scusate mi sono lasciata trascinare dalle emozioni, ma questo romanzo è anche magia, sogni, anche se spesso si trasformano in incubi, parla di una dinastia che rischia lo sterminio, di una famiglia maledetta, di un padre e una figlia in netto contrasto sulla differenza tra bene e male.
Molto interessante la questione scuola "onirica" che ha letteralmente salvato Mune dalla morte e da se stessa, una scuola speciale che si trova al di là dello spazio e del tempo, dove Mune imparerà a scoprire e usare i suoi poteri. Qui scoprirà poi anche qualcosa in più sulla sua famiglia e sulla maledizione che l'affligge.
Il conflitto tra luce e ombra, mentre Mune si trova prigioniera di Gideon, poi è qualcosa di incredibile, lei continua a combattere la sua oscurità mentre lui cerca di incrementarla, di farla emergere e prevalere.
Adoro la narrazione in prima persona, perché inutile dire, porta a comprendere appieno quello che subisce la protagonista, in questo caso, Mune, personaggio complesso.
"Anche se quelle immagini erano confuse, quel dolore era ancora troppo nitido nei miei ricordi. La solitudine mi aveva intrappolata in sé e quella terribile sensazione di sentirmi diversa, forse sbagliata, era la stessa, oggi come allora."
Bellissime poi le citazioni a ogni inizio capitolo.
Il finale lascia ben sperare nel secondo capitolo della saga, non mi resta che attendere!
"Leggere era l'unico modo che avevo per allontanarmi dalla realtà. Seduta nella veranda, sfogliavo le pagine di un libro. I miei occhi scorrevano sulle righe mentre la mia mente viaggiava al ritmo delle parole. Era bello appartenere a un altro mondo, anche solo per un istante. Mi faceva sentire viva. Era pura magia e io ne ero completamente assuefatta."
Recensione a cura di
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