Oggi ospito sul mio blog la recensione di Alessia.
Insieme ad altri blog, ha partecipato alla lettura di gruppo del libro "La spada di Shannara".Difficilissimo recensire un libro che per me significa tanto, che mi ha aperto un mondo in tutti i sensi possibili ed immaginabili, che significa amore, amicizia e famiglia, rileggerlo adesso a venticinque anni di distanza ha riportato le stesse emozioni e forse anche di più.
E’ partito tutto da un’idea di Emanuela Brancato (il suo blog è ‘confidenze librose'), idea avuta sul gruppo di una Challenge a cui partecipiamo entrambe e trattandosi di Brooks è stato per me impossibile resisterle. Lessi questo libro per la prima volta su consiglio di una compagna di classe delle medie che non faceva altro che parlarne, talmente tanto che io - divoratrice di libri da sempre - ho deciso di seguirla per capire il motivo di tanto entusiasmo, be’ sì, alla fine sono stata d’accordo con lei e da lì è partito tutto. Ho quindi letto poi tutti gli altri libri scritti da Brooks (tranne l’ultima serie) e me ne sono innamorata! Perdonatemi se non sono totalmente obiettiva quando si tratta di Brooks, ma come dicevo mi ha aperto un mondo, per farvi capire il mio grado di fangirl e quanto significhi per me vi dico solo che grazie a lui ho conosciuto i ragazzi del forum, a suo tempo, e del sito ufficiale italiano, a vent’anni facevamo i raduni, ci incontravamo, ci divertivamo un sacco e dopo matrimoni e figli alcuni di loro sono ancora oggi i miei migliori amici, ho avuto la fortuna di incontrare Terry ad un Lucca Comics and Games, persona adorabile, e ho chiamato in suo onore - Terry - il mio cane, sto un po’ fuori di testa lo so.
Questo non mi impedisce però di essere onesta sui suoi libri ed il suo modo di scrivere, sicuramente la "Spada di Shannara" non è il libro migliore di Terry, ha evidenti somiglianze con il "Signore degli Anelli" di Tolkien. Ha una scrittura acerba, spesso lenta, cosa che comunque non mi ha mai dato fastidio perché mi ha preso da subito, però è ovvio che è un libro del 1977, si sente, è un fantasy classico ma che ti appassiona, è molto descrittivo, forse a volte si dilunga troppo ma io lo adoro anche per questo, riempie alla perfezione quei ‘buchi’ che la mia scarsa immaginazione non riuscirebbe a colmare da sola, ha uno stile meno aulico di Tolkien ma proprio per questo l’ho sempre sentito più vicino, emozionante.
I personaggi sono un po’ stereotipati, ma ti catturano: Allanon su tutti con il suo fascino carismatico, qui algido e distaccato, dalle grandi responsabilità e dai grandi poteri, difficile comprendere fino in fondo le motivazioni dietro i suoi comportamenti; Hendel, nano dalla scorza dura ma dal cuore tenero; Menion, la mia prima crush librosa; Shirl, il mio alter ego da una vita (è il mio nick praticamente ovunque ed ho i capelli rossi per lei).
Tutti i personaggi mi hanno lasciato qualcosa, c’è un percorso e una crescita per tutti: l’eroe recalcitrante che avrà però la forza di affrontare e sconfiggere il nemico da solo, il principe che da scavezzacollo e amante delle frivolezze imparerà a prendersi le sue responsabilità, il fratello che abbandonerà il proprio mondo tranquillo perché la famiglia viene sopra ogni cosa e il Druido che forse per la prima volta dovrà combattere con emozioni molto umane.
C’è avventura, commozione, sacrificio, famiglia, sentimento, un’ambientazione post apocalittica davvero originale, ma soprattutto il vero perno del libro, l’arma più grande e potente di tutte: la verità.
Insomma, Terry avrebbe dovuto fermarsi con i libri su Shannara molto prima di adesso, ma i suoi primi otto libri devono essere letti da ogni amante del fantasy che si rispetti, se non lo avete ancora fatto, recuperateli.
Un grazie infinito a Claudia per avermi gentilmente ospitato sul suo blog!
Recensione a cura di:
Alessia
Recensione a cura di:
Alessia
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