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venerdì 15 gennaio 2021

Recensioni: "Le intermittenze della morte" - "Il senso del dolore" - "Il corvo"

"Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi" di Maurizio De Giovanni 

#1 L'inverno del commissario Ricciardi

Pagine 206
Genere Giallo

Originalità 8
Trama 8
Narrazione 10
Personaggi 8
Descrizioni 8
Ambientazione 9
Finale: Lacrime del pagliaccio

Voto Finale: 8+

1931.
Una sera, il commissario Ricciardi viene chiamato al Real Teatro San Carlo.
Il grande tenore Arnaldo Vezzi è stato ucciso nel suo camerino.
La porta chiusa a chiave, la finestra aperta, sangue ovunque tranne sulla giacca, la sciarpa e un cuscino.
Il tenore giace sulla sedia, davanti allo specchio rotto. 
Il cadavere ha un pezzo dello specchio conficcato nel collo.
L'ufficio del Duce fa pressione perché Ricciardi risolva il caso.
Tutti odiavano Vezzi ma era un male necessario, dava da lavoro a molti.

"L'ultimo canto del pagliaccio, solo per lui ..."

👉 Luigi Alfredo Ricciardi, commissario presso la squadra mobile della Regia Questura di Napoli ha trentuno anni.
Fin da bambino può vedere i fantasmi, quelli di coloro deceduti in modo violento. Li vede nel momento in cui si è conclusa la loro vita, con le ferite, la loro ultima espressione e sente anche le ultime parole che hanno detto.
Quell'ultimo attimo di vita, viene ripetuto continuamente dagli spettri.
Ricciardi ha deciso di portare giustizia del mondo proprio a causa di quel suo dono. Vuole dare pace alle anime tormentate che vede.
Ricciardi è figlio di un barone, è benestante ma a lui il titolo e i soldi non interessano. Vive con la sua tata, è un uomo solitario, dedito unicamente al suo lavoro, è cupo, silenzioso, sorride raramente, è evitato ma ammirato dai suoi colleghi. Ha una personalità complessa e travagliata. 
Quando inizia ad indagare non si ferma fino alla conclusione del caso e alla fine, ha sempre ragione lui.
Unico suo fedele compagno è ...

👉 ... il brigadiere Maione. Sono inseparabili da quando Ricciardi lo ha aiutato a trovare l'assassino del figlio.

👉 Tra i vari personaggi, mi è piaciuto tanto Don Pietro, la mascotte del teatro, un appassionato dell'opera. Lo fanno entrare di nascosto e lui, in disparte, in piedi, guarda lo spettacolo senza dare fastidio a nessuno.

"Ci siamo abituati a vederlo, senza di lui ci sembra che manchi qualcosa."

👉 Nei primi capitoli, lo scrittore ci presenta i personaggi fissi, delinea in modo impeccabile il loro aspetto, la loro storia, il loro carattere. 

👉 Evocativa è la descrizione dell'ambientazione. Sembra di essere tra le vie di Napoli, nelle sue piazze, tra le botteghe. Si riescono quasi a vedere le carrozze che corrono per strada, i primi omnibus che si fanno largo, timidi.

👉 La narrazione è divina! Le parole si trasformano in immagini, suoni, colori, prendono vita e trasportano il lettore nel cuore della storia.

👉 Il colpevole l'ho individuato subito ma non avevo dedotto né il movente né come si era svolto l'omicidio.
Il finale è una mazzata, duro, crudele come la vita, c'è tanta delusione e infelicità. 

"Le intermittenze della morte" di José Saramago

Pagine 215
Genere Narrativa

Originalità 9
Trama 9
Narrazione 6
Personaggi 8
Descrizioni 8
Ambientazione 7
Finale: Un inno alla vita

Voto Finale: 9

Gli spiriti sono tutti agitati.
Un giorno intero era trascorso e nessuno era ancora morto.
Non era mai accaduto un fatto simile.
Le persone si fanno male ma nonostante la gravità delle ferite e la logica che li vorrebbe morti, loro continuano a vivere.
Dal primo giorno dell'anno, chi stava per morire rimane in sospeso, non migliora ma nemmeno muore.
Gli uomini parlano di uno sciopero della morte, il primo ministro non sa se considerare allarmante o no la cosa. Per la Chiesa è una catastrofe. I filosofi sono nel caos (del resto, filosofare è imparare a morire). Quelli delle pompe funebri sono senza clienti e quelli delle agenzie di assicurazione si mettono all'opera per trovare una soluzione alternativa.
Iniziano processioni per invocare la morte, alcuni decidono di uscire dal paese, di andare in quello vicino alla ricerca dell'eterno riposo e funziona! Tanto che nasce una vera e propria organizzazione (la maphia) specializzata nel portare oltre confine coloro che vogliono morire.
Ma se poi la morte ritorna e avverte pure le sue vittime del suo imminente arrivo? 

👉 Un libro che mostra quanto la morte sia a tutti gli effetti un male necessario, un aspetto delle nostre vite che non si può cambiare. 
La nostra società si basa su questa certezza.

👉 Che mal di testa che fa venire questo libro, però 😓 La scrittura mi ha messa decisamente in difficoltà. Dovevo concentrarmi al massimo per capire il ritmo della lettura e il senso delle frasi.
Saramago usa solo punti e virgole, e a modo suo. I dialoghi non sono in alcun modo segnati, nemmeno con un punto e a capo. Sono scritti uno dietro l'altro e bisogna fare attenzione nel riconoscere quelli di un personaggi da quelli dell'altro.
Questa scrittura è caotica soprattutto quando ci sono pagine intere di dialoghi. Distrae il lettore e non lo fa concentrare al cento per cento sulla trama.

👉 Aspetto positivo è la capacità del narratore di mantenere sempre viva la curiosità del lettore. Ogni volta che un argomento si esaurisce, eccone subito uno nuovo. 
Esempio: all'inizio nessuno muore, dopo che la situazione viene analizzata ecco che succede un nuovo evento, la maphia. E avanti così.

👉 Senza dubbio, però, è un libro speciale. Bellissima l'idea di un libro con la morte come protagonista.
Una storia in cui morte e vita si uniscono in un ballo sulle note della suite numero sei di Bach.
Vita e morte, imprescindibili l'una dall'altra. 
Ironia della sorte, è proprio attraverso la morte che vediamo la bellezza, la forza della vita. 

👉 Il finale è la mia parte preferita. Da pelle d'oca.

"Il corvo" di Kader Abdolah

Pagine 104
Genere Narrativa

Originalità 6
Trama 6
Narrazione 6
Personaggi 6
Descrizioni 6
Ambientazione 6
Finale: Ah, è finito?

Voto Finale: 6

Il nostro autore ci racconta la storia (d'ispirazione autobiografica) di Refid Foaq o almeno alcune parti di essa.
Lui è persiano ma a causa della guerra è fuggito come profugo in Olanda e lì lavora come sensale di caffè, nel frattempo sogna di diventare uno scrittore, di vedere i suoi libri pubblicati in Olanda.

👉 Il libro è un insieme di ricordi messi un po' in ordine sparso. Non seguono un filo logico, sono messi lì, uno dietro l'altro, man mano che vengono in mente all'autore.
Passiamo quindi dal leggere della prima volta che un giornale ha pubblicato un racconto del nostro protagonista, alla guerra tra Iran e Iraq. Poi ancora leggiamo di classici olandesi e poi della fuga del protagonista.
Insomma, sono vari gli argomenti trattati (superficialmente) in questo libro.
Tra questi c'è la vita privata di Refid, la cultura persiana, la guerra tra i curdi e il regime degli ayatollah, la fuga dei profughi. Un pot-pourri di aneddoti vari.

👉 La narrazione è a singhiozzo, il cambiamento tra un argomento e l'altro non è fluido ma netto.
Alla fine, la storia risulta essere confusa.
Lo scrittore parla poi di questi fatti partendo dal presupposto che noi sappiamo già tutto, non fa nessuna introduzione e solo raramente chiarisce qualche argomento.

👉 Lato positivo: è un libro breve e si legge in poco tempo.

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