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sabato 20 settembre 2014

"Un viaggio chiamato amore" - Sibilla Aleramo e Dino Campana


Editore CORRIERE DELLA SERA  
Pagine 248
Prezzo 6,90 EURO + il prezzo del quotidiano 
Anno prima edizione 2002
Genere: Biografia - Lettere

Figure e fatti di grande rilievo storico e letterario del primo Novecento italiano fanno da sfondo a un carteggio che Mario Luzi definì una ''deflagrazione d'amore''. Questo infatti ci appare fin dalle prime pagine nella luminosa prosa di Sibilla Aleramo: un legame assoluto, in cui la donna si inabissa con voluttà e dedizione. Ma Dino Campana, da lei amato prima nelle pagine dei ''Canti Orfici'' e poi nella realtà degli incontri, è una
personalità complessa e già sul limite della follia. Sa impietosirla, ricattarla, giocare con la sua gelosia. E Sibilla sfugge, volge il tormento in letteratura, fa della scrittura delle epistole e dei suoi romanzi una barriera tra sé e questo sentimento troppo forte che la divora. Dino la insegue, sa ritrovarla anche quando lei non lascia un indirizzo, chiama in causa gli amici come complici del suo pentimento, ma è troppo tardi, anche perché su di lui incombe l'ombra scura del manicomio.






“Un viaggio chiamato amore” è il terzo volume che è stato venduto in allegato al Corriere della Sera e che potete trovare, in alternativa, sul sito “Corrierestore.it”, dove si può acquistare anche l’intera collana di libri. 
Questa collana di venti opere racchiude la corrispondenza appassionata dei grandi personaggi dell’Ottocento e Novecento e, in questa, possiamo leggere le lettere di Sibilla Aleramo e Dino Campana.
Sibilla, il cui vero nome è Rina Faccio, è stata una scrittrice e una poetessa italiana. Donna pacifica, femminista e bisessuale, durante la sua vita lottò per i diritti delle donne, non solo attraverso la sua scrittura, ma anche partecipando a manifestazioni per il diritto al voto delle donne. Sibilla diresse “L’Italia femminile” e divenne socia dell’Unione femminile nazionale. Nel 1902, dopo ripetuti scontri con il marito, abbandona lui e il figlio per andare a Roma. Sibilla è l’autrice del libro “Una donna”, incentrato principalmente sulla sua vita. Nel 1914, durante la prima guerra mondiale, la scrittrice conobbe il poeta Dino Campana, con il quale ebbe un rapporto amoroso. I due rimasero insieme fino al 1917 e la loro fu una storia tumultuosa ed intensa. Fu a causa dei gravi problemi psichici di Dino, se Sibilla si allontanò da lui e, in seguito, pose termine alla relazione.
Il volume si apre con un testo di anticipazione del libro, “La storia” di Bruna Conti, che racconta in settanta pagine, quella che fu la storia tra Sibilla e Campana.
Le lettere di entrambi gli scrittori sono la testimonianza di un amore profondo, di una storia tormentata, di un inseguirsi, l’uno con l’altro, fino alla fine tanto temuta, della loro storia. In breve fu, come lo definì lo stesso Campana: “un viaggio chiamato amore”.
L’amore di Sibilla per Dino, all’inizio, era quasi ossessivo, dalle letture si può percepire tutto il suo interesse, tutto l’amore che essa provava nei confronti del poeta, il quale sembrava quasi “distratto” da queste attenzioni. Solo con il passare del tempo, Campana si invaghisce prima, e si innamora poi, di Sibilla, quella donna forte, che era scappata dal marito, che si era costruita una vita sua e che lo amava, sinceramente, passionalmente, oltre tutto e, nonostante i problemi psichici di lui.
Fu soltanto dopo i litigi, dopo le scenate di gelosia e l’aggressività di Dino che Sibilla, iniziò a rendersi conto dei seri problemi mentali di cui era affetto il suo amato.
A causa del suo amore cieco, all’inizio, Sibilla cercò lo stesso di stare affianco a Campana, cercò un modo per aiutarlo, ma non vi riuscì.
Campana non perdonò mai la sua rabbia che fece scappare la sua amata, e continuò a pensare a lei fino a quando venne ricoverato definitivamente in manicomio, nel 1918, data delle sue ultime lettere per l’amata.
Nelle ultime lettere scritte da Campana, si può leggere il suo desiderio che esse non vengano lette da persone estranee, “le mie lettere sono fatte per essere bruciate”, ciò spiega il perché la loro pubblicazione ha sollevato parecchie polemiche. In effetti, il modo in cui il poeta apre il suo cuore, annuncia le sue malattie e parla dei suoi problemi, è qualcosa di privato, un dono esclusivo per la sua amata.
In queste lettere c’è amore, poesia, tormento, problemi, in una sola parola: vita.
È un privilegio poter leggere della parte più nascosta di uno scrittore, e qui possiamo leggerne di due grandi scrittori, che a modo loro, hanno reso grande l’Italia.
Consiglio questo libro a chi ha amato le opere di Campana e di Sibilla, a chi ha voglia di leggere poesie d’amore, e a chi è curioso di scoprire com’è l’amore tra una scrittrice ed un poeta.
Assegno al libro: 
4 stelle su 5

Alcune frasi dal libro:

- "Feroce il suo male più di tutto il mio martirio.
Ma, or che son fuggita, ch'io muoia del suo male!"

- "Ora non saprò mai più amare."

- "Dino, io e te ci siamo amati come non era possibile amarsi di più, come nessuno potrà mai amare di più."

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