Pagine 180
Genere Fantasy
Originalità 6
Trama 5
Narrazione 6
Personaggi 6
Descrizioni 5
Ambientazione 5
Finale: Fortuna che è finito
Voto Finale: 5+
Rintaro ha sedici anni ed è un hikikomori*, una persona asociale (si presenta proprio così: Ciao, sono Rintaro, un asociale ... e già qui la storia si fa strana).
*Hikikomori: letteralmente "stare in disparte", "staccarsi ", è una persona che ha scelto di scappare fisicamente dalla vita sociale, ritirandosi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella propria abitazione, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori.
Alla morte del nonno, Rintaro eredita la Libreria Natsuki, un negozio di libri usati.
Lui la vuole chiudere per trasferirsi poi dalla zia ma una sera, dopo l'orario di chiusura, ecco arrivare un gatto soriano ... che parla.
Si chiama Tora e ha bisogno dell'aiuto del ragazzo per salvare dei libri.
Ecco che la libreria si allunga e diventa un portale verso labirinti che lo conducono in posti diversi dove vivono persone che maltrattano i libri.
Da qui iniziano discorsi alquanto ... strani.
"L'arma migliore per sopravvivere in un mondo pieno di sofferenze non è la razionalità né il vigore fisico, ma il senso dell'umorismo."
👉 In questo libro ci sono varie assurdità.
Ad esempio: Rintaro è un ragazzo solitario ma una compagna di classe va da lui in libreria e gli dice che a scuola sono tutti disperati a causa della sua mancanza ... come è possibile? Lui stesso dice di non avere amici. Più avanti si legge poi che non è vero, che a scuola a nessuno interessa della sua assenza ... allora decidiamoci! 😂
In uno dei labirinti, poi, Rintaro accusa un uomo di non amare i libri perché li tiene chiusi in armadi e non finisce le serie ... ma uno può mettere i suoi libri dove vuole? E se non vuole finire una serie che problema c'è?
👉 Non tutti i ragionamenti contenuti nel libro sono insensati, anzi alcuni li condivido.
Al centro della trama c'è l'amore per i libri, vediamo schierati da una parte coloro che li adorano e dall'altra coloro che li sfruttano, che li considerano unicamente come mezzo per guadagnare.
Da una parte c'è chi vive nel mondo delle storie e dell'altra chi vende libri non con lo scopo di lanciare messaggi importanti, ma solo per ricavarci qualcosa, un commercio senza cuore e passione. Un mercato freddo, senza anima, che punta al guadagno e non alla qualità.
"A stabilire il valore di un libro non è l'intensità delle emozioni che tu provi, è il numero di copie che ne vengono stampate."
👉 Se i primi labirinti sono un po' assurdi, gli ultimi mi sono piaciuti molto di più.
Fortunatamente è breve e si legge velocemente.
👉 Una storia che parla di come i libri possono salvarti.
Peccato per come è stato scritto, in alcuni punti è proprio banale e scontato.
👉 Non è orribile ma non è nemmeno un libro che consiglierei.
Peccato.
Sotto i commenti della lettura di gruppo.
Casata #bambinisperduti
RispondiElimina(Mariagiulia Munaretto)
Traccia gold di Claudia
Titolo: Il gatto che voleva salvare i libri
Autore: S. Natsukawa
(27 libro – 2 libro del mese)
Libro breve ma che ho faticato a leggere, seppur il tema di salvare i libri sia lodevole. E questo per il genere fantasy che non mi è congeniale in nessun modo: il protagonista che parla con un gatto soriano e si lascia convincere ad andare a salvare i libri in quattro labirinti diversi. Inoltre, mi sembra che il protagonista non si sforzi in alcun modo di farsi delle amicizie e preferisce stare nella libreria del nonno piuttosto che frequentare la scuola. I capitoli, nei quali l'autore si dilunga molto nelle descrizioni, sembrano scollegati tra loro, quasi fossero dei racconti.
Devo dire che è un libro che non rileggerei, e neppure consiglierei ad altri.
Voto: 1 stella su 5
Mi spiace dirlo ma è stato terribile! Un libro veramente lento, pesante, pieno di “luoghi comuni”.
RispondiEliminaNon ho apprezzato nemmeno troppo l’idea di base: un ragazzino che resta solo e non ha parenti se non una zia che non ha mai visto prima.
Se penso che è il secondo romanzo dello scrittore ho paura che qualcuno possa regalarmi il primo!
Mi spiace ma questa moda dei giapponesi non mi prende affatto, chissà magari è questione di traduzione!
#bambinisperduti
Hilary Hilly Rigato
RispondiElimina#LadreDiLibri
Ho un rapporto conflittuale con gli autori giapponesi, ed è sempre più evidente. Ho trovato questo libro prolisso (nonostante non siano nemmeno 200 pagine), prevedibile e un po' banale. Insomma, basta leggere poche pagine per capire dove si andrà a parare. Inoltre, mi ha innervosita anche un po'.
Nonostante sia scritto in modo semplice e scorrevole non vedevo l'ora che finisse. Anche se, probabilmente, vado contro proprio alla "filosofia" e al messaggio di questo libro.
Rintaro dovrà affrontare quattro labirinti, in cui troverà persone che a loro modo (e secondo Rintaro) maltrattano i libri e la lettura. Insomma, il dito puntato su chi legge in modo compulsivo i libri tenendoli poi con cura sottochiave in una vetrina ordinata, o su chi vorrebbe trovare un metodo di lettura veloce. Secondo Rintaro tutto ciò è sbagliato e, assieme al Gatto, vuole liberare questi libri, ecco, questa è la parte che mi ha irritato. Certo, può portare a riflessioni su ciò che abbiamo a disposizione, Sull'avidità e sul modo in cui impiegare in modo prezioso il tempo. Ma, secondo me, tutto ciò viene esposto in modo sbagliato.
Intanto, in modo molto prevedibile, Rintaro inizia a capire molte cose su stesso, ad uscire dal suo isolamento interiore e a fidarsi degli altri. E a contare su se stesso. Percorrendo i vari labirinti Rintaro farà un viaggio di crescita, di formazione e di presa di coscienza. E sarebbe anche carino, come massaggio, se il tutto non fosse già prevedibile dopo poche pagine. I libri, l'amore e gli amici che salvano e che curano. Che ognuno di noi può migliorare e tutto il resto. E sì, avrebbe potuto avere tranquillamente una cinquantina di pagine in meno.
Bocciato. (Nonostante tutto, però, è scritto abbastanza bene.)
Un libro che vuole far capire l'importanza e l'amore della lettura che, però, ti fa passare la voglia di leggerlo.
⭐⭐1/2
Pina Borderi #ladredilibri
RispondiEliminaInizio col dire che non amo particolarmente la letteratura giapponese, non sono abituata al realismo magico, agli strani dialoghi e alla fluidità peculiare della letteratura giapponese, ero estremamente fiduciosa riguardo a questo fantastico libro, che racchiude in copertina sia i libri che il gatto, due elementi essenziali nel mio mondo, e nonostante l’argomento sia molto interessante, non sono riuscita ad apprezzare questo racconto tra realtà e fantasia.
Natsukawa, usa uno stile semplice, a volte caotico ma di facile lettura, attraverso i personaggi nei vari labirinti, l’autore critica il modo del giorno d’oggi di pensare alla lettura:
❓È meglio leggere più libri piuttosto che leggere un singolo libro più e più volte, in modo da poter stare al passo con il mondo, sempre pieno di nuovi libri?
❓È meglio avere una sinossi dei famosi classici per “sapere” di cosa tratta il libro, piuttosto che prendersi del tempo per leggerli?
❓E’ meglio concentrarsi sulla vendita dei bestseller, per guadagnare di più, piuttosto dei classici che nessuno legge?
Rintaro e Tora cercheranno di confutare queste teorie.
Natsukawa dissemina la storia con titoli e autori della letteratura mondiale, come se la citazione dei titoli desse più profondità alla storia. Anche il personaggio è molto piatto, apatico e senza forza, proprio come la trama. Per il resto le soluzioni per confutare le teorie sono semplici e le conversazioni con i vari personaggi nei labirinti piene di luoghi comuni, tante di quelle ovvietà, che avrebbe fatto prima, come nel personaggio del secondo labirinto, di fare una sinossi con le citazioni ed i cliché.
Un libro particolare che, malgrado le aspettative, mi ha deluso e non mi sento di consigliare.
⭐️⭐️
#ordinedellafenice
RispondiEliminaEleonora Salviato
Mi ha davvero sorpreso questo libro, mi è piaciuto assai, ha dei bellissimi messaggi che anche se noi lettori già conosciamo e condividiamo fa sempre bene ricordare.
E' vero che non sempre sono scritti bene e a volte l'autore fa dei giri di parole per spiegare delle cose, però trovo che sia proprio una bella fiaba, bella l'idea dei labirinti, ognuna con un personaggio diverso da "redimere" e poi il gatto parlante! Secondo me Sayo è stata d'aiuto per Rintaro, gli ha smosso qualcosa.
Cassy Giann
RispondiElimina#bambinisperduti
Personalmente ho trovato questo libro strano, non saprei neanche dargli u giudizio, la trama in se non è brutta, anzi tocca temi che fanno pensare, ma la modalità di scrittura mi ha devastata, penso di non aver mai impiegato cosi tanti giorni per un libro di neanche 200 pag.. una tortura, solo questo mi viene da pensare su questo libro
Idem, appena l'ho finito ho provato un grande senso di libertà e leggerezza!
Elimina#lostinausten
RispondiEliminaGresi Vitale
Non mi ci è voluto poi molto per prendere confidenza con un ragazzino introverso e silenzioso come Rintaro, fare << comunione >> con la sua anima da poco dilaniata dalla morte del suo caro nonno, ma la sfida di lettura di questo mese mi interessò particolarmente tant’è che mi ci immersi senza nemmeno rendermene conto, essendo piena di romanzi ancora da leggere e vivere, facendo una presunta TBR di ciò che mi avrebbe accompagnato in questo mese e poi, con l’aiuto di una ferrea forza di volontà, avrei osservato il tutto con gli occhi di chi ama gironzolare fra i meandri della letteratura. Per interpretare questo tipo di letteratura, però, spesso da sola o con la voce gracchiante dell’autore, o a volte proiettata in un mondo più grande di me, ho letto questo piccolo libriccino come un resoconto degli incauti sussulti di un cuore giovane, appassionato, amante dell’arte e della lettura le cui immagini sono ancora vivide, impresse nella mia mente, anche mentre ripongo ora queste poche righe. Un romanzo che parla di libri, in questo salotto virtuale, non è propriamente una novità: come dice il mio amato Zafon, è uno specchio riflesso di ciò che siamo, il tutto condensato in fiumi di parole che concepiscono l’idea che l’arte del racconto sia qualcosa di straordinario, sofisticato e bello che mi ha salvato la vita, mi inducono quasi sempre a pensare come senza la lettura, i libri io non potrei proprio farne a meno. Perché niente è più di un’occasione persa nel leggere un romanzo che parla di libri, ma non sa parlare di libri. Il manoscritto che una volta completata la stesura finale, ti accorgi che non possiede nulla di speciale. Per sua fortuna, questo non è stato il caso di Il gatto che voleva salvare i libri, che ci parla di libri e biblioteche come necessità di appartenenza e sostentamento. Piuttosto è stato un approccio basato sulla visione quantitativa e potenziale dei libri, quei libri che abbiamo letto e amato anni fa, e fra tutti l’argomento che domina con insistenza i miei pensieri, che in queste poche pagine non valica la magia di cui ci parla Zafon nel suo Cimitero dei libri dimenticati. Eppure è stato bello esserci, starci, nascondersi in questo complesso labirinto in cui si appresta a scorgere nient’altro che un gesto d’amore, di comprensione, affetto in cui i libri fungono da ponte, da comunione a legare il mondo di qua con quello di là.
Ma parlando di questo piccolo libriccino, cosa c’è da dire che analizza i motivi per cui una lettura si rivela potente, esprime una realtà incorruttabile quanto colma quel vuoto inestimabile causata dalla morte di una persona cara. Non c’è filosofia, non c’è pensiero in tutto questo. Solo slanci del cuore, sentimenti, ricordi estrapolati dal tempo. Poiché l’atto del leggere coincide con quello della memoria, nella magia di suscitare un certo coinvolgimento emotivo che ispira il mondo. I limiti dell’immaginazione e della fantasia cozzano contro la realtà circostante, ed inevitabilmente si compioni riflessioni importanti che nel suo piccolo si distinguono dagli altri cercando di intrappolare il tutto su nient’altro che un semplice foglio bianco.
Cosa stia scrivendo, cosa voglio ottenere, francamente non so. Probabilmente non c’entra niente con il romanzo in questione, ma questo è ciò che mi impartisce la scrittura. E Sosuke Natsukawa in un certo senso lo sa. Conosce il brivido dell’eccitazione, quel momento in cui il pensiero è catturato su carta. Non contagia per via di un tono essenzialmente piatto ma confidenziale, nel momento d’iniziazione alla vita drammatica e intensa del piccolo Rintaro, ma il tutto immerso in un atmosfera ovattata con la quale la fugacità di un misero atto d’amore investe inevitabilmente anche l’atto più insignificante.
Una favola moderna che, in una manciata di pagine, divine quella sede d’attrazione per una serie infinita di personaggi e il terreno ideale per l’indagine accurata del rapporto fra l’esistenza e la sua rappresentazione fra letteratura e vita.
Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo
Gold di Aprile
RispondiEliminaBosa Ellen #bambinisperduti
Devo dire che questo libro mi è piaciuto, mentre lo leggevo, mi immaginavo le varie scene dei labirinti sotto forma di fumetto.
Il labirinto che mi è piaciuto di più è quello dove si consiglia un metodo di lettura assolutamente innovativo.... cosa non farei per leggere più libri😂
Il terzo labirinto l'ho trovato interessante perché attuale e pone una visuale realistica del libro.
Mi é stato spiegato che l'editoria mira a far pubblicare certi generi perché è quello che desidera il pubblico. A me piace osare e scoprire sia da sola o con l aiuto di qualche esperto libraio. Il libraio per me è una figura immensa e tutto quello che ci gira attorno.
Tirando le somme per me è stata una lettura carina.
CASATA:#bambinisperduti
RispondiEliminaSERENA ROSSI
Purtroppo non posso lasciare una recensione positiva per questo libro. Non mi ha colpito tanto e non mi ha trasmesso nulla. Non riesco a trovare una cosa carina in questo libro infatti ci ho messo un bel po per finirlo. Mi è risultato molto pesante. All inzio il mio commento è stato povero ragazzo. E L ho pensato per tanto questo. Il gatto parlante non mi è piaciuto.
#Lostinausten
RispondiEliminaGiulia Borsari
Mi sono avvicinata a questo romanzo molto dubbiosa a seguito dei commenti negativi che avevo letto. A volte non avere grandi aspettative ti apre la strada a piacevoli sorprese! :)
Si tratta di una sorta di “fantasy di formazione”, se esistesse questo genere. Infatti il nostro protagonista, un ragazzo delle superiori, si trova in un momento molto difficile della sua vita a seguito della morte del nonno. Questo tragico evento si inserisce in un quadro gia’ problematico, in quanto il giovane ha scelto di isolarsi dal mondo e rifugiarsi in un mondo di libri, definendosi un “hikikomori”. A scuoterlo da questo autoimposto isolamento e da questa apatia verso gli altri arriva, pero’, un gatto speciale, spiritoso, presuntuoso, un po’ saccente e, soprattutto, parlante. Il felino ed il ragazzo tenteranno di “salvare” dei libri da persone che dicono di amarli ma che, invece, distorcono ed esasperano alcuni aspetti della lettura.
Attraverso la lettura di questo romanzo l’autore ci invita ad interrogarci su alcune questioni relative ai libri e alla lettura nella nostra societa’, in cui la brama del possesso consumistico sembra interessare anche questo aspetto della nostra vita.
Avere tanti libri fa di noi degli intellettuali?
Leggere in modo acritico, inghiottendo le parole senza afferrarne davvero il senso, ci permette di aumentare la nostra cultura?
Leggere qualsiasi cosa che sia scritta o andare alla ricerca del capolavoro senza tempo?
Ognuno di noi, credo, ha la possibilita’ di trovare la propria risposta, la misura di cio’ che e’ giusto per se stessi, fermo restando il valore intrinseco dei libri come “portatori” di empatia, porte verso altre vite ed altri mondi.
La scrittura di questo libro risulta, per me, semplice e scorrevole, priva della tante descrizioni e ripetizioni di dettagli che ha caratterizzato le opere giapponesi che ho letto finora (e, per me, un bel sollievo). Il linguaggio e l’esposizione risultano molto lineari e quasi “infantili”, sebbene i concetti non lo siano, e credo che questo aiuti a rendere i processi di pensiero interni ed esterni del protagonista, un ragazzo delle superiori.
Una lettura leggera e veloce, non un capolavoro certamente ma fruibile e a tratti divertente.
#LostinAusten
RispondiEliminaLoredana
Link alla recensione:
http://lepaginedilo.blogspot.com/2021/04/il-gatto-che-voleva-salvare-i-libri.html
Monica Burel #ladredilibri
RispondiEliminaPremetto che amo in modo particolare la scrittura e la cultura giapponese. Perciò mi sono trovata a mio agio in questa lettura. Libro piccino che parla di libri. Lettura scorrevole e semplice. Forse i concetti sono già stati letti altrove ma rispolverare ciò che già si sa non è un male.
L'amore per i libri e la lettura in generale non è cosa da tutti e per tutti.
Leggere capendo ciò che si legge sembra una cosa scontata, ma non lo è. Dare importanza al contenuto e soprattutto riuscire a ricordare a distanza di tempo ciò che ci voleva trasmettere il libro, non è sempre semplice. Leggere per il gusto di imparare qualcosa di nuovo. Leggere uscendo dalla nostra confort zone. Leggere e rileggere,perché si ha una visione intera del libro solo se lo si riesce a comprendere nella sua interezza.
I libri ci danno modo di entrare in altri mondi..in altre vite.. Nei libri che leggiamo noi lasciamo un po di noi stessi..che siano sensazioni positive o negative poco importa. Una piccola parte di noi resterà intrappolata nelle pagine dei libri che leggiamo..e forse il lettore successivo riuscirà a cogliere anche un po di noi nel libro che leggerà. I libri hanno un anima..non dimentichiamolo mai. ⭐⭐⭐⭐
Loriana Lattanzi casata #ordinedellafenice
RispondiEliminaQuesta lettura è stata molto emozionante e come tutti i libri che parlano di libri mi ha coinvolto molto. Lo ritengo un bel romanzo di formazione in cui un hikkimori come il protagonista, Rintaro, incitato da un gatto dalle battute taglienti e da una compagna di classe energica e attiva, si batte per salvare i libri .
Durante il racconto emergono le parole del nonno di Rintaro, un uomo che ha agito per cambiare le cose E che ispirano il protagonista a riflettere sulla sua situazione e a prendere delle decisioni ogni volta che si trova in un labirinto faccia a faccia con un uomo che cerca di stravolgere il destino dei libri. Il messaggio fondamentale di questo libro è appunto che nei libri ci sia una forza molto potente e che nonostante con il tempo molti andranno dimenticati, altri però rimarranno nelle menti dei lettori lasceranno delle tracce indelebili e importanti
Facciolo Ersilia #ordinedellafenice.
RispondiEliminaAllora che dire di questo libro? Innanzitutto l’ho trovato pedante fino alla nausea e ho fatto fatica a finirlo. Si, il messaggio che vuole trasmettere é dei più belli e importanti al mondo: essere empatici verso gli altri, cercare di capire gli altri. Un giovane ragazzo solitario che ha perso il nonno, suo unico , all’apparenza amico, si ritrova ad affrontare una serie di prove per salvare più libri possibili. E queste prove è un curioso gatto, Tora, che gliene propone, trasportandolo in luoghi strani e incontrando personaggi eccentrici. Ma, alla fine, l’unico vero viaggio che conta è quello che Rintarō farà dentro se stesso e i suoi sentimenti, arrivando finalmente a capire cosa desiderare essere e soprattutto quale sia il suo posto nel mondo.
Casata #bambinisperduti
RispondiEliminaBeatrice Bardella
Titolo: Il gatto che voleva salvare i libri
Gli autori giapponesi non fanno per me, ogni volta ci casco e provo a dargli un'altra possibilità, ma niente! In questo caso sono stati il titolo e la copertina ad ingannarmi.
Ho trovato il libro banale, pieno di citazioni e frasi che mi sono segnata, ma banale, sino alla fine. Lo stile è semplice ed essenziale, probabilmente per questo si riesce a leggere velocemente. La tematica è importante, ma sono rimasta moto perplessa per come è stato raccontato il tutto. Ho apprezzato, però, questa visione romantica della lettura. Non so se lo consiglio.
Ottilia Mason Casata #bambinisperduti
RispondiEliminaDal titolo e dalla copertina c'erano tutte le premesse per un libro di mio gradimento. Ma probabilmente non bastano un gatto e dei libri per rendere il tutto interessante. Ci sono luoghi comuni e nonsense continui. Oltretutto si autocritica ed è abbastanza feroce con il mondo editoriale che sforna anche libri insulsi solo per averne un guadagno (e forse per questa ragione l'editor, il traduttore e la stessa casa editrice ha deciso di pubblicarlo magari senza correggere le varie imprecisioni, così come è arrivato sulla scrivania! Una vera punizione per l'autore e per noi lettori!) Non trovo coerenti i dialoghi e le descrizioni. Principalmente non posso credere che un ragazzo abbia letto I fratelli Karamazov, il conte di Montecristo ecc più e più volte. E poi inserire Madame Bovary tra i libri erotici... Suvvia! Esistono altri titoli che rendono l'idea. Buttare dei titoli e degli aggettivi a caso non lo migliora. Quindi a malincuore do un voto basso. ⭐
Ilaria Vitale
RispondiEliminacasata #bambinisperduti
Libro piccolino, ma non si fa leggere velocemente. Su di me ha avuto un effetto soporifero, tanto che per finirlo ho letto poche pagine alla volta, durante l'arco della giornata e non prima di dormire, com'è mia consuetudine fare.
Con i suoi 4 labirinti, vorrebbe ricordarci che i libri hanno un'anima, che vanno vissuti e non sono una moda. Diciamo che non avevamo bisogno di un libro, pieno di frasi fatte, per ricordarcelo. In più l'ho trovato alquanto sconclusionato, le missioni di Rintaro si svolgono molto rapidamente, senza ulteriori dettagli. Unica cosa positiva che si riesce a leggere tra le righe è l'evoluzione di Rintaro, il quale capisce di non essere solo, di non essere inutile.
#bambini sperduti
RispondiEliminaRossana Giacon
Libro che si legge velocemente con piacere. Io mi sono divertita, è stato come leggere una fiaba, mi è piaciuta la figura del nonno, spesso nominato, mi sarebbe piaciuto molto prendere il te con lui in libreria. La compagna si scuola l'ho trovata ininfluente alla storia. Il gatto mi ha ricordato tanto "il gatto con gli stivali". Bella l'idea dei labirinti....Rintaro, per fortuna, ha trovato la strada.
Marianna Salerno
RispondiElimina#bambinisperduti
Un libro ostico e un po' irrisorio. Da premettere che non ho un buon rapporto con i libri giapponesi a parte murakami che sto imparando ad apprezzare. Mi è piaciuta molto l'amicizia che si instaura tra il gatto e il protagonista punto odiato le convinzioni consumistiche e disilluse sui libri, l'idea dei riassunti, l'idea che si legge per una domanda di mercato, per noi accaniti lettori il libro può essere una via di salvezza e non è certo una merce. Rintaro è un personaggio strano, tratti mi ha fatto anche un po' tenerezza, ma non ha fatto molto per salvare la libreria del nonno.
Avevo molte aspettative su questo libro, ma poi mi sono detta che non tutti i libri che parlano di libri devono essere eccelsi, una grande delusione rispetto alla trama e alla copertina che erano molto intriganti.
Voto 5
Trama 7
Personaggi 6
Ambientazione 5
Traduzione 4
Finale 5
Stile 5
Alice Fontana
RispondiElimina#ordinedellafenice
Una favola breve ma quasi faticosa da leggere, che mi lascia al crocevia tra "mado', che pesantezza" e "cavoli, alla fine era davvero bello". La cosa più ostica è forse lo stile di scrittura dell'autore, alcune descrizioni sono davvero troppo lunghe e pesanti e rendono davvero difficoltosa la lettura.
Rintaro è un personaggio che mi è piaciuto abbastanza, un hikikomori che impara a uscire dal proprio guscio lentamente ma con molta maturità... Ogni labirinto che affronta lo porta un passo di più verso l'esterno, creando quasi un viaggio personale, interiore e introspettivo verso la vita al di là della libreria del nonno.
Insomma, non posso demolire totalmente questo romanzo perché, malgrado abbia fatto fatica a finirlo, una volta arrivata in fondo mi è dispiaciuto che non ci fosse un altro labirinto da affrontare.
Voto 6
#bambinisperduti
RispondiEliminaMamy Sara
sono partita con la lettura di questo libro piena di aspetattive e felice di leggere un libro ambientato in una biblioteca...sino a quando il gatto non ha parlato!!!
non ho niente contro i gatt e nemmeno contro i fantasy ma sono rimasta incastrata nella lettura di questo libro che mi è pesato sino all'ultima pagina.
Nonostante gli argomenti e i ragionamento fossero poi giusti. Anche l'idea dei labirinti mi è piaciuta.
Il persoanggio principale poi mi ha ricordato come mi sono sentita io quando mia nonna, colei che mi ha insegnato ad amare i libri, è volata via.
Forse la colpa è mia che ci ho infilato dentro troppe aspettative.
Voto 1/5
Elisa Salerno - #BambiniSperduti
RispondiEliminaLibro molto particolare, in pieno stile orientale, soprattutto per il linguaggio articolato, e devo dire che mi è piaciuto perché ho trovato un'analisi molto attuale del mondo che circonda l'ambiente editoriale.
I primi tre labirinti rispecchiano una buona parte delle relazioni che si instaurano con i libri e tutto quello che li circonda.
Io stessa ho ritrovato in me alcuni degli aspetti descritti, ovviamente in modo molto meno marcato ed esasperato. Ripenso alla pila di libri presenti sul comodino e non ancora letti, alla voglia di leggere quasi tutti i libri di cui sento parlare (la famosa wishlist che si allunga sempre di più!); per non parlare poi dello stupore che ogni volta mi colpisce quando sento che vengono pubblicati libri di persone delle spettacolo che hanno una grande influenza sulla massa e che superano di gran lunga le vendite di altri libri che penso siano delle vere "chicche".
Detto questo, i personaggi mi sono piaciuti, soprattutto Yuzuki; il messaggio finale è una bomba e questa lettura mi ha lasciato un nuovo modo di vederne l'importanza.
Mi piacerebbe molto vedere una trasposizione cinematografica, di tipo anime però!
L'unico piccolo aspetto che mi ha lasciato perplessa è il quarto labirinto...mi sarebbe piaciuto sapere quale fosse il libro legato alla donna!
Mamma mia che pesantezza! Questo è stato il mio pensiero ricorrente per tutta la lettura. Pur avendo già capito che tra me e gli autori giapponesi non c'era feeling, sperando in una bella favola moderna ho voluto dargli una possibilità, ma devo amaramente constatare che questa lettura ha definitivamente sancito la scissione totale tra me e la letteratura nipponica. Quello che si vuole spacciare per fantasy, non è altro che una parabola giapponese, anche piuttosto banale, sui libri ed il loro valore. La narrazione è lentissima, intrisa di descrizioni minuziose e ripetitive che potevano essere decisamente limitate e i personaggi si muovono con un elegante distacco, senza mai investire il lettore con una botta di puro ardore sentimentale. L'unico aspetto che ho trovato positivo è stata la brevità, anche se ci ho impiegato comunque quasi 20 giorni a leggere poche pagine.
RispondiEliminacasata #LostinAusten
RispondiElimina#ordinedrllafenice
RispondiEliminaVeramente un bel romanzo, scritto bene. L'ambientazione della vecchia libreria gli da un certo fascino, sembra quasi di visitarla e di cercare i libri tra i suoi vecchi scaffali mentre si avverte nell'aria il profumo del te preparato da Nintaro.
Il romanzo parla di libri e soprattutto di cosa significhi amarli dal profondo del cuore e di quanto sia importante saperli ascoltare.
Qual è il vero potere dei libri? Ogni labirinto, nel romanzo, ha la sua risposta.
Poi c'è la risposta che può dare ognuno di noi.
#LostinAusten
RispondiEliminaDaniela Calligaro
https://libroperamico.blogspot.com/2021/04/recensione-391-il-gatto-che-voleva.html?m=0
Al contrario della maggior parte delle lettrici a me questo libro è piaciuto. L'ho un po'interpretato come una rinascita al mondo per il giovane Rintaro, la scoperta dell'amicizia e dell'amore. L'ho ascoltato in audiolibro e a parte trovarlo in certi punti un po'prolisso la storia mi sembra ben costruita e mi è piaciuto il modo di scrivere. Ho immaginato la libreria e i mondi paralleli molto bene, la solitudine e l'autoisolamento del ragazzo, il suo bisogno di affetto dopo la morte del nonno.
RispondiElimina#bambinisperduti
#ladredilibri
RispondiEliminaNon mi ero mai approcciata ad un autore giapponese poiché lo ritengo appartenente ad un “mondo” e ad una società molto lontani da quelli in cui vivo io. Spinta dal titolo del libro così bizzarro e insolito, nonché dal azione che muove il gatto ad operare, mi sono imbattuta in questo libretto. Le pagine non sono poi così numerose e narrano delle vicende che coinvolgono un gatto parlante, con gli occhi color di giada, e un hikikomori, ossia un ragazzino, definito dalla società e quindi a cascata anche da lui stesso, non incline alla socialità. L’intera narrazione sembra rispecchi i canoni della favola, presentando al lettore alcune morali non di poco conto, che aiutano a riflettere chi come me ha già insita l’importanza di questo oggetto animato.
Simpatici i labirinti che Rintaro deve risolvere, incontrando di volta in volta personaggi con caratteristiche e inclinazioni diverse, ma soprattutto geniale l’idea di farlo accompagnare da un gatto parlante che alla fine, risulta lui stesso motivo di cambiamento per il ragazzino. Inoltre, il libro presenta delle tematiche e dei valori, come l’amicizia, il riscatto, la tenacia, il coraggio, che lo rendono particolare e diverso da molti altri. Tutto sommato è stata una piacevole lettura.
#Bambinisperduti
RispondiEliminaMara Colombo
Avevo aspettative molto basse sentendo i pareri delle compagne di casata. In realtà devo andare contro corrente. Il libro non mi è dispiaciuto affatto. Effettivamente alcuni particolari sono risultati superflui o mal spiegati: tipo perchè proprio un gatto? Magari potevano aggiungere qualche pagina in più e mettere delle basi più concrete. Detto questo non può essere uno dei miei libri preferiti ma l'idea che vuole trasmettere è molto interessante. Da grande lettrice ho avuto anche la possibilità di fermarmi a riflettere sui temi affrontati cosa che normalmente non facciamo. 3 stelle / 5
#Lost in Austen
RispondiEliminaSinossi: Rintarō è un adolescente, un hikikomori, ama i libri, orfano. Quando muore anche il nonno, con cui viveva, il ragazzo si rifugia ancora di più dentro se stesso, non andando a scuola e rimanendo rintanato nella piccola libreria dell'usato del nonno. Finché inaspettatamente, un gatto parlante non si presenta davanti la sua porta in cerca di aiuto.
Commento: Un libro molto giapponese nella lettura, delicato e lento come quasi tutti i libri di autori nipponici che ho letto (non molti, ma qualcuno ne ho letto anche io). Si può definire un libro fantasy? Sì, diciamo... l'impresa c'è, anche se qui non ha i tratti epici dei classici fantasy. Leggendolo ho più avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un libro che potrebbe essere d'ispirazione per uno dei film d'animazioni alla Miyazaki – e in effetti, nella mia mente si è creato proprio un film del genere. È un libro in cui il protagonista ha un cambiamento dall'inizio alla fine. È un libro che parla di libri e letture (Rintarō affronta in dei “labirinti” alcuni personaggi improbabili che affermano cose come: “Qualsiasi capolavoro, se non vende sarà destinato a scomparire!” - “A stabilire il valore di un libro non è l’intensità delle emozioni che tu provi, è il numero di copie che ne vengono stampate”). Non è un testo di molte pagine, non c'è bisogno però di leggerlo velocemente, di tagliare le parti, e finisce con un qualcosa a cui credo molto (che non posso dire per non spoilerare troppo)
#LostinAusten
RispondiEliminaRintaro è un ragazzo delle superiori, un po' introverso ed apatico. Nella sua vita solo due cose hanno importanza: i libri e suo nonno con cui gestisce una piccola libreria dell'usato. Ma un giorno il nonno di Rintaro muore e lui si trova da solo e con la prospettiva di dover chiudere la libreria e dover abbandonare il suo mondo. A cambiare le carte in tavola arriva però un gatto molto speciale, infatti nonno solo parla ma ha anche una missione importante da affidare a Rintaro: salvare i libri.
Mi sono avvicinata a questo breve romanzo piena di pregiudizi per i pessimi giudizi che avevo sentito ma devo dire subito che a me piaciuto.
Ho trovato la storia carina e scorrevole, un romanzo di formazione che attraverso l'amore per il libri permette Rintaro di uscire fuori dal suo isolamento ed avere maggiore fiducia in sé stesso, apprendosi agli altri. È anche un romanzo sull'elaborazione del lutto e sul ricordo. Rintaro e suo nonno non sono persone espansive e comunicative ma in ogni avventura per salvare i libri, Rintaro ricorda il nonno, le sue saggie lezioni, il suo esempio e ne riconosce l'amore per lui e per i libri racchiuso nei piccoli gesti quotidiani come quello di preparare il tè in libreria.
Infine il libro ci porta anche una riflessione su quello che è il mondo dei libri, soprattutto oggi, dove il libro sembra quasi diventato uno status symbol, un modo per darsi delle arie accumulando velocemente quante più letture possibili senza quasi emozionarsi
#lostinausten
RispondiEliminaCristina Gentile
Eccomi, anche io dalla parte di chi ha trovato questo libro pesante, infinito (nonostante non arrivasse neanche alle 200 pagine), inutilmente ripetitivo.
Forse l'idea della storia in sé non era male, l'intenzione di salvare i libri (e la lettura) è quanto mai attuale. Ma eliminando tutte le cose superflue, poteva essere una storia raccontata ai bambini in poche pagine illustrate. Ne ho immaginato, infatti, un corto animato, forse sarebbe carino per i più piccoli. Anche i protagonisti e, di conseguenza, la relazione tra loro, mi sono sembrati piuttosto superficiali, mai un vero coinvolgimento emotivo. E non mi è piaciuta neanche l'impostazione del libro con il susseguirsi dei labirinti in maniera quasi meccanica, della serie "avanti un altro". Insomma, contenta che sia finito.
Cascata #LADREDILIBRI
RispondiEliminaGiorgia Scavuzzo
Mia recensione del libro "Il gatto che voleva salvare i libri":
Generalmente non amo gli autori giapponesi, li trovo ostici e noiosi.
Il libro racconta la storia di Rintaro, un ragazzo molto chiuso che improvvisamente perde il nonno, gestore di un'antica libreria.
Ad un certo punto il ragazzo sente una voce: a parlare è un gatto che gli chiede di seguirlo in una misteriosa avventura. In ogni capitolo infatti i due, (accompagnati poi da una compagna di classe di Rintaro, Yuzuki Sayo) si addentrano in 4 labirinti diversi al fine di salvare i libri.
Inizialmente il libro non mi piaceva, L'idea di un gatto parlante non mi convinceva e i primi labirinti li ho trovati banali e con poco senso (nel primo labirinto devono liberare dei libri che vengono chiusi dentro a delle librerie, perché normalmente i libri dove stanno????). Devo dire però che il terzo e il quarto labirinto invece mi sono piaciuti. Il libro comunica diversi messaggi, come il fatto che sulla terra ci sono tantissime cose che non si possono spiegare razionalmente e che i libri hanno un grandissimo potere. Il ragazzo infatti, grazie a queste avventure scopre ciò che ama e decide il suo futuro (deciderà infatti di gestire la libreria del nonno). Rintaro scopre che i libri insegnano l'empatia: grazie a loro infatti si vivono esperienze che normalmente non vivremmo ed è possibile immedesimarsi e sentire cose anche molto lontane da noi. Questa è una cosa molto vera e che ritengo molto bella.
Grazie al gatto Rintaro trova confronto, lui aiuta il gatto a salvare i libri, ma in realtà è lui a trovare conforto, anziché chiudersi nel suo guscio e nella solitudine capisce di non essere solo e che la libreria è molto preziosa.
Alla fine tutto sommato il libro non mi è spiaciuto, è una fiaba moderna, che ci dona alcune riflessioni sui libri e sull'importanza della lettura.
4 stelle/5
giusy guerra
RispondiElimina#lostinAusten
Allora commentiamo questo libro...contro ogni prognostico, a me è piaciuto molto :))))
libro in qualche modo riflessivo, di sicuro un pò lento e pò arzigogolato come lo sono tutti i libri giapponesi, che io non amo molto, ma nel complesso si legge bene e non mi ha affatto annoiato, come ho sentito da altre compagne di avventura.
Devo dire che mi ha dato anche uno spunto di riflessione, io non so se abbia o no una qualche morale che l'autore voleva dare a questo libro, tipo: che ne so il ricordo del nonno o elaborare il lutto o chissà. A me ha dato da pensare sulla questione libri, come il ragazzino protagonista, anche io ho preso spesso i libri in mano da ragazzina per elaborare un pò la realtà, o uscire un pò dalla realtà per vivere storie diverse, non nego che spesso mi sono rifugiata nei libri nei momenti bui. Io sono un pò come l'uomo del primo labirinto, tengo i miei libri intonsi, sembrano nuovi quando li prendi in mano, sto anche attenta a non fare troppe pieghe quando li leggo, ma quando li sfogli, dentro ci trovi un biglietto, un biglietto del treno, una cartolina, che ho dimenticato dentro mentre lo leggevo, questo gli da un pò di vissuto e anche un legame con i ricordi. Devo essere sincera, non ho capito moltissimo la figura dell'ultimo labirinto, ma va bhe. Credo anche io che i libri abbiano una loro anima e che dice Marquez: “Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.”
Angela Luciani
RispondiElimina#ordinedellafenice
Come lui stesso continua a definirsi, Rintaro è un Hikikomori, una persona introversa che preferisce isolarsi dal mondo e rinunciare a qualsiasi tipo di contatto umano. E infatti dalla morte del nonno ha smesso perfino di frequentare la scuola, si è passivamente rassegnato alla prospettiva di un trasloco presso una zia che nemmeno conosce, e non ha amici perché è convinto che a nessuno importi di lui, anche se in realtà non è affatto vero.
La sua apatia viene scossa dalla comparsa alla libreria di un gatto parlante che lo coinvolge in alcune missioni atte al salvataggio dei libri, che sembrano essere l'unica cosa ancora capace di animare lo spirito del ragazzo. Questo gatto lo condurrà attraverso quattro scenari metafisici, luoghi irreali con leggi e regole proprie, abitati da personaggi che hanno fatto dei libri la propria vita e la propria ossessione, ma che ne hanno stravolto il significato e ne dimenticato la reale importanza. Con loro l'unica arma di Rintaro sarà la sua dialettica e la sua determinazione nell'instillare o nel ricordare ai suoi vari interlocutori la vera, sincera, spontanea e disinteressata passione per la lettura e per i libri.
Ogni missione porterà il ragazzo ad accrescere la propria autostima, a porsi in maniera diversa nei confronti delle persone che gli stanno attorno e soprattutto ad avere una nuova visione di sé stesso e del proprio futuro, spronandolo ad intessere nuovi rapporti di amicizia, come quello con la sua compagna di classe Sayo che lo accompagna in alcune delle sue avventure, e a prendersi nuovi impegni con responsabilità e maturità, come riprendere a frequentare la scuola e decidere di occuparsi della libreria.
Alla fine la storia di Rintaro è tutto un pretesto per trattare il vero argomento: l'amore per i libri e la lettura, compagni silenziosi e sempre presenti, che possono aiutare nei momenti più difficili e salvarti anche la vita.
Un monito, ad avere sempre rispetto per loro, a non distorcere il loro valore cedendo alla vanità o alle compulsioni.
Non importa il numero dei libri letti, né quanto in fretta possiamo terminarli, se l'esperienza in sé non ci arricchisce e non ci lascia migliori. Meglio prendersi i giusti spazi ed i giusti tempi, e dedicarci alla lettura non per impressionare gli altri ma per arricchire noi stessi, non soltanto a livello di contenuti e nozioni ma soprattutto sviluppando la nostra empatia verso gli altri.
Che dire, il messaggio è molto bello e positivo, e da lettrice non posso che concordare su tutta la linea con questa morale. Tuttavia la forma e lo stile non sono proprio la mia tazza di the. La prosa è molto semplice e lineare, con frasi stilizzate e quasi banali, gli eventi si susseguono in maniera episodica come punti da un elenco, i dialoghi sono piatti e fintissimi.
Capisco che una prosa diretta ed essenziale sia molto giapponese e non mi aspettavo certo delle descrizioni barocche lunghissime e altisonanti, ma questa spoglia rigidità non mi ha permesso di appassionarmi davvero al racconto, e nonostante sia questo un libro molto breve ho arrancato nella lettura.
Francesca Passaretti
RispondiElimina#Ladredilibri
3/5
Recensione completa:
https://www.goodreads.com/review/show/3952326545
Patruno Silvia. Bambini sperdutui
RispondiEliminaTITOLO: il gatto che voleva salvare i libri
TRACCIA: gold
PAGINE: 180
#bambinisperduti
Libro relativamente breve ma essendo poco il mio genere, un po’ faticoso da leggere. Penso che sia futile spiegare nel dettaglio la trama, tra tutti, mi è piaciuto molto il secondo labirinto: da appassionata di libri, vorrei leggerne a migliaia, continuo a comprarne e accumularne perché vorrei leggerli tutti, eppure il tempo non è mai abbastanza; quindi, la proposta di riuscire a leggere un intero libro in due minuti è sicuramente affascinante! Ma è il piacere della lettura ciò che davvero mi ha fatto innamorare dei libri.
Mi è piaciuto l’approccio del protagonista, con la musica. “così la musica non è composta solo di qualche nota, un libro non è composto solo da qualche parola”.
Leggendo spesso fantasy, sono abituata ambientazioni originali e situazioni particolari, ma ho la sensazione che il gatto parlante non fosse molto originale; non credo che lo consiglierei.
VOTO: 1 stella
Lyzzie Naturopata #ordinedellafenice
RispondiEliminaQuesto è uno di quei libri che io definisco "forzati". Ora mi spiego.
L'autore vuole trasmettere un messaggio e quindi ce lo infila a forza in un racconto creando un miscuglio di concetti, frasi, citazioni per tenere in piedi una trama poverella.
Prima di tutto: perché un gatto? Facciamocelo stare come animale guida...
Le suddivisioni dei tre "labirinti" sono messe lì in qualche modo, il messaggio che si vuole trasmettere è molto confuso, e probabilmente alla fine nasconde uno sfogo personale (perché ce l'ha con gli accumulatori?)
Mi dà molto l'impressione di libro scritto come passatempo che non come mestiere (infatti l'autore è un medico), senza nulla togliere ad alcuni autori che non lo fanno come primo lavoro e tirano fuori opere molto più godibili. L'unico dubbio che mi rimane è che magari in lingua originale sia più scorrevole e comprensibile. In sintesi, carino l'argomento ma trattato molto male
RispondiEliminaTraccia Gold di Aprile
Casata: #LostinAusten
" Il gatto che vole a salvare i libri ", Sôsuke Natsukawa
180 pagine di vera sofferenza... per me naturalmente 🤢
Niente, io e la letteratura nipponica siamo proprio agli antipodi... Non ce la posso fare e non ce la faccio!
Laddove per alcune persone ( per esempio mia sorella ) lo scrivere giapponese è un toccasana calmante, per me - che sono una delle persone più tranquille del mondo - è un tormento... la lentezza diventa esasperante e l'intercedere quasi impossibile da accettare!
Perché mi ostino a leggerli, allora, direte voi? Per pura cupidigia... 5 punti per 180 pagine non si possono trascurare, ma - credetemi - sono tutti sudati e guadagnati, dal primo all'ultimo... certo non dimenticherò " gli occhi di giada " del gatto... aveva paura che non ribadendolo quasi a ogni pagina in cui il felino era presente potessero cambiare tonalità? 🙄
Monica Longi
RispondiEliminaLadre di libri
Il gatto che voleva salvare i libri di Sosuke Natsukawa
Pag 180
Rintaro, un hikikomori, ovvero una persona che ha scelto di isolarsi dal mondo, dopo la morte dell'amato nonno, eredita la libreria Natsuki. Un giorno in libreria entra un gatto parlante di nome Tora. Tora ha bisogno di Rintaro che chiamerà Seconda Generazione, per salvare dei libri perché c’è un posto dove vengono tenuti prigionieri. Rintaro non capisce cosa debba fare, ma decide di seguirlo in questa avventura e conosce uni dei più grandi lettori al mondo. Per Tora non esiste la rilettura, ogni libro va letto una sola volta perché il suo obiettivo è leggerne il più possibile. La magia di Tora lo porterà a riflettere su cosa lo appassiona realmente e cosa vuole fare da grande e gli darà modo di decidere fin da adesso come riorganizzare la sua vita senza i preziosi consigli del nonno a guidarlo
Rintaro dovrà quindi addentrarsi in diversi labirinti per riuscire nell’impresa e scoprire qual è il vero potere dei libri.
Questo libro mi è piaciuto veramente tanto, mi sembrava di leggere una favola, parla di libri e soprattutto di cosa significhi amarli dal profondo del cuore e di quanto sia importante saperli ascoltare. Percorrendo i vari labirinti incontreremo diversi personaggi che amano i libri, il cui amore per essi è però degenerato a causa della società in cui vivono.
La magia di Tora porterà Rintaro, a riflettere su cosa lo appassiona realmente e cosa vuole fare da grande e gli darà modo di decidere fin da adesso come riorganizzare la sua vita senza i preziosi consigli del nonno a guidarlo
È un libro semplice e scorrevole, consigliata a chi ama i libri e anche a chi ha perso la voglia di leggere.
EmmaGuidi
RispondiElimina#ladredilibri
Ho letto questo libro con molta curiosità perché è ambientato in Giappone dove ci sono dei modi di vivere diversi dai nostri e trovare un ragazzo che non è preso dalla frenesia del mondo moderno ma preferisce rintanarsi a leggere nella libreria di libri usati del nonno piuttosto che frequentare i giovani della sua età sa molto di qualcosa di antico. Rintaro Yuzuki con la morte del nonno è costretto a prendere coscienza di se e proprio attraverso i labirinti oltre che salvare i libri che purtroppo anche nella realtà sono minacciati dall’ignoranza e dal disinteresse generale, riuscirà a capire che non è solo e che può gestire la sua vita e la libreria con la stessa dedizione del nonno.
Mi è piaciuto anche per la delicata storia d’amore che sta germogliando con Sayo la sua compagna di classe.
Roberta Mezzabarba
RispondiElimina#ladredilibri
Confesso di non essere mai stata una grande patita di letteratura giapponese.
Così mi sono dovuta impegnare a capire perchè Natsuki Rintarō, il protagonista, rientra perfettamente nel ruolo di hikikomori, cioè uno di quegli individui che sceglie di ritirarsi volontariamente dalla vita sociale o di limitarsi a vivere ai margini, beandosi di questa asocialità, solitudine, autoconfinamento.
In questa storia Rintarō, anche a causa della morte dell'amatissimo nonno, ha rinunciato ad andare a scuola, vive da solo e passa il suo tempo nella vasta libreria del nonno, che ha ereditato, per onorarne la memoria.
Ma non si può andare avanti così, i compagni di scuola lo cercano, sua zia lo sprona a uscire dal guscio e a cedere l'attività: le persone non permettono che il nostro studente delle superiori (un tipo basso, occhialuto, timido e introverso) si annulli nell'indifferenza civile.
Ci si mette di mezzo anche un gatto imponente e dalla vivace parlantina che gli chiede di avventurarsi in missione per "salvare" i libri che, a suo dire, sono in grave pericolo.
Insieme dunque a Tora, il gatto, e poi all'amica Sayo, Rintarō percorre quattro labirinti, uno dopo l'altro, o meglio affronta gli uomini che ci vivono all'interno e che rappresentano un po' i difetti dei falsi lettori (uomini che pensano soltanto a conservare i libri, accumulandoli, oppure a ritagliarli, per riassumere il contenuto perdendone il senso della bellezza, oppure a venderli, ovvero a farli smaltire dal pubblico nel modo più efficiente possibile, fino a giungere una selva di libri che hanno assunto troppo potere sui loro stessi padroni).
Dapprima ho pensato che l’autore avesse voluto scrivere una versione nipponica della Storia Infinita (anche là al protagonista viene chiesto di leggere per salvare il mondo dalla mancanza di fantasia), ma questo "Gatto" è certamente più filosofeggiante, ricco di metafore delicate, tanto semplici quanto profonde.
Di certo, il protagonista possiede già un'ampia cultura di partenza (che comprende anche quella occidentale, da Nietzsche a Dumas) e può attingere agli insegnamenti del nonno, un libraio che non si limitava a vivere grazie ai libri, ma insieme ai libri.
Una parentesi ovattata, lontana da letture frastornanti, per riflettere sul proprio modo di approcciarsi a un'esperienza (la lettura) senza la quale, io, ad esempio, proprio non riuscirei a vivere, e che ci conferma soprattutto che lo scopo dei libri non è isolare, ma aiutare a gettare ponti tra noi e gli altri.
Casata LOSTINAUSTEN
RispondiEliminaPartecipante KATYA FERRANTE
Blog IMMERSI NEL MONDO DEI LIBRI
Prima di iniziare e dire cosa penso del libro devo fare una piccola parentesi, ho scambiato questo libero per un’altro, ero convinta che si trattasse di un’autrice e che il libro in questione non provenisse dalla scrittura giapponese. Beh, già questo mi ha messo in una diversa strada la lettura e poi, calcolando anche che non ho mai letto nulla del mondo giapponese capite bene perché la mia difficoltà è aumentata.
Il libro è scritto in modo semplice e scorrevole, ma spesso mi sono persa e ho trovato diversi punti pesanti e davvero molto prolissi ( pur se a questo un po’ ci sono abituata con la Swan, eppure è stato pesante).
La storia di base non è male, inizialmente riuscivo a rispecchiarmi nel personaggio, impossibile non farlo perché tutti abbiamo perso qualcuno.
Rintaro ha il compito di vendere i libri della libreria che gestiva il nonno per poi trasferirsi da una Zia che non conosce. Forse un po’ banale la scusa del perché non andava a scuola, ma successivamente viene rivelato che è perché è una persona che non vuole avere mondi con il mondo esterno e si isola e molte cose sono più chiare. Ma penso che ciò che non sono riuscita a digerire è stato quel modo in cui Rintaro dovrà affrontare i labirinti che lo portano a trovare diverse persone e che in un qualche modo punterà il dito su ciò che per lui è giusto o sbagliato verso i libri o la lettura. O , anche il fatto che pian piano il protagonista apprende cose di se stesso, inizia ad uscire dall’isolamento e a fidarsi degli altri, non so… questo passaggio non è stato del tutto come avrei voluto. Penso anche che pur se il percorso lo avrebbe aiutato non credo che poteva farcela davvero davvero da solo. Ma una parte che ho amato è stato il suo fedele compagno, ovvero il gatto di nome Tora che stravolge i suoi piani.
Il libro non è male, purtroppo per me la lettura non è stata scorrevole, ho avuto fatica a finirlo e non vedevo l’ora.
#ladredilibri
RispondiEliminaSabrina Di Stefano
IL GATTO CHE VOLEVA SALVARE I LIBRI – Sosuke Natsukawa
Pag. 188
Rintaro Natsuki è un ragazzino che rimasto solo dopo la morte del suo amato nonno, si ritrova a ereditare e a dover gestire da solo la libreria di famiglia. Appassionato di libri e di spirito solitario, Rintaro si dà da fare per continuare il lavoro svolto dal nonno, con amore e dedizione.
Un giorno la campanella del negozio suona e un cliente del tutto inatteso fa visita al ragazzo: è Tora, un gatto soriano e parlante, che gli propone una missione: ha infatti bisogno del suo aiuto per salvare i libri dalla loro scomparsa. I due nuovi compagni vivono un’incredibile avventura attraverso quattro labirinti diversi, dove soprattutto Rintaro capisce il vero potere dei libri e il vero significato del provare empatia per gli altri.
È stata una lettura piacevole, dai tratti delicati e fiabeschi, anche se devo ammettere che l’ho trovata un pò confusionaria e affrettata. L’inizio mi aveva colpito moltissimo, ma in alcuni punti ho perso un pò quello spirito fiabesco delle prime pagine. Nel complesso però l’ho trovata molto carina e piena di frasi molto significative.
Il protagonista è Rintaro, un ragazzo solitario e poco propenso al mondo esterno. Da sempre abituato a vivere con il nonno circondato dai libri, quando improvvisamente il nonno muore, si trova spaesato e solo, a dover gestire la libreria con le sue sole forze. La libreria Natsuki da sempre è un luogo speciale, dove le persone possono trovare un pò di pace tra le pagine di un buon libro.
Rintaro è infatti cresciuto in mezzo ai libri, considerandoli un rifugio ma anche degli amici così come lo erano per il suo amato nonno.
Un giorno però in libreria entra un cliente particolare e speciale: un gatto parlante di nome Tora che cambia il destino del nostro protagonista. Lo conduce infatti nel cuore della sua stessa libreria attraverso quattro labirinti in cui ci sono i libri da salvare.
Ma oltre a salvare i libri, Rintaro compie una crescita personale, in cui impara cosa sia l’empatia verso gli altri e che soprattutto non è solo, ma può contare su degli amici. Nel corso dei quattro labirinti incontra persone che hanno una considerazione dei libri diversa dalla sua, ma questo non lo abbatte anzi. Rintaro esprime con tutto se stesso l’amore e la delicatezza che ha nei confronti dei libri.
Ci sono frasi che mi hanno colpito moltissimo, dove Tora dona un profondo insegnamento sui libri che escono dalla nostra zona comfort e da cui cercherò di trarre insegnamento io stessa.
Con questa piccola fiaba all’insegna dei libri ancora una volta capiamo l’importanza di leggere e il potere che hanno i libri, di unirci e farci entrare in contatto con gli altri. Basti pensare ai gruppi challenge o ai gruppi di scambio, dove senza conoscersi di persona molte di noi si sentono unite solo dalla pagina di un libro.
⭐⭐⭐/5
#lostinausten
RispondiEliminaManuela Biondi
Mi è piaciuto molto questo libro che l'ho letto in una mattina.
Rintaro non è il classico ragazzo introverso,si è rivelato sensibile e coraggioso.Certo la sua storia è forse scontata,ma mi è piaciuto come ha reagito e la sua crescita.
Mi è piaciuta la parte del gatto,l'autore l'ha reso un po' come il "vecchio saggio ".
Una dolce favola raccontata semplicemente ma piena di significati.L'autore descrive perfettamente quello che per me è un libro.Il vero valore del libro non è dato da quante persone lo hanno letto o se ha tante pagine o dalla copertina,ma dalle emozioni che dà.Per me questo romanzo è un piccolo gioiello.
Jenny Dal Col
RispondiElimina#lostinAusten
Questo libro, sicuramente particolare, mi ha indotto sentimenti contrastanti.. All' inizio l'ho trovato un po' lento, non sapevo sinceramente se l'avrei finito, poco prima della metà però mi sono ritrovata a voler continuare e anche velocemente! A volte le situazioni si facevano assurde ma credo il bello stia proprio in questi contesti fantastici ma che portano l'amore per i libri a livelli altissimi. Anche i messaggi che stanno all'interno dei labirinti fanno riflettere anche se non approfondiscono molto. Non so se lo consiglierei, forse per una lettura leggera tra un libro e l'altro potrebbe non essere male, un attimo di svago ci sta!
Luana Cibin
RispondiElimina#lostinausten
Anche questo libro mi conferma che io e la letteratura giapponese non siamo compatibili. Fatico a definire questo libro un fantasy, è così lontano dai fantasy che ho letto e amato. Anche se breve, ci ho messo tutto il mese per leggerlo, sono andata avanti a fatica, cercando di trovarci un senso. Non riesco a capire cosa ci sia di male, ad esempio ad accumulare libri e conservarli gelosamente. Salvo invece la figura di Sayu, il mio unico punto di riferimento che faceva ragionamenti logici! Ho apprezzato il fatto che Sayu si interessasse di Rintaro, anche se sicuramente lui era un tipo difficile e poco socievole.
Rita "Il gatto che voleva salvare i libri" di Sosuke Natsukawa
RispondiEliminaEditore Mondadori, 2020
180 pagine
#ladre
Una favola moderna, che parla del potere dei libri e dell'immaginazione 😊
«Nei libri sono descritti i pensieri di molte persone. Persone che soffrono, che si rattristano, che gioiscono, che ridono… Venendo a contatto con le loro parole e le loro storie ci si immedesima e si provano le stesse sensazioni, e questo ci permette di conoscere meglio l’animo altrui. E quindi non solo di chi ci è vicino, ma persino di chi vive in mondi completamente diversi. Grazie ai libri, noi siamo in grado di sentirlo» 💞
Leggendo mi sono innamorata della piccola e polverosa libreria Natsuki, un posto speciale dove gli amanti della lettura possono trovare, tra le pagine dei grandi capolavori di tutto il mondo, un'oasi di pace, un rifugio lontano da tutto... un posto magico, anche grazie al suo anziano proprietario, uomo colto e appassionato, con le sue abitudini delle pulizie mattutine e subito dopo una tazza di tè ❤️📚
Ma un giorno muore all'improvviso e il negozio di libri usati viene ereditato dal nipote Rintaro, un ragazzino timido e introverso, che ha vissuto con lui dopo la morte della madre... ed ora che è rimasto solo, cosa farà Rintaro???
Il ragazzo inizia a non andare più a scuola e a rimanere in libreria facendo tutto quello che faceva il nonno, lui ha sempre amato questo luogo... si isola dal mondo e si stupisce quando i suoi compagni di scuola lo vanno a cercare perché sono preoccupati per lui 🙄
Ma un bel giorno entra in libreria un gatto... un gatto parlante 🐈💕 che gli chiede di accompagnarlo in una missione molto speciale: "salvare i libri dalla loro scomparsa!!"
Così accompagnato dal gatto e da un’altra compagna di avventure 😊 Rintaro affronterà diverse avventure e scoprirà il vero potere dei libri, l'importanza della lettura... e la magia della vera amicizia!! 🐈❤️😊
"Il gatto che voleva salvare i libri” ho amato questa lettura, scorrevole e dolcissima, che ti fa riflettere sulla vita, l'amore e l'amicizia!!
Ho amato la libreria Natsuki e il gatto parlante 😊 eppoi ci sono loro: i libri 📚💞 ...che dire? Consigliatissimo 👍🏻
⭐⭐⭐⭐ +++