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lunedì 12 aprile 2021

Recensioni: "La vegetariana" - "Gli occhi del buio" - "One day in December"


"Gli occhi del buio" di Cody McFadyen 
Vol.2 della serie di Smoky Barrett

Pagine 412
Genere Thriller

Originalità 8
Trama 7+
Narrazione 8+
Personaggi 7+
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Finale: Con sorpresa

Voto Finale: 8+

Smoky Barret è a capo del reparto crimini violenti di Los Angeles. Gestisce una squadra di tre persone: Callie, il genio della scientifica e sua grande amica; Alan, esperto di interrogatori e altro suo migliore amico insieme alla moglie; e James, come Smoky è abile a capire la mente dei criminali.
Mentre è in ferie, Smoky riceve una nuova chiamata: una ragazzina, trovata a casa sua circondata di cadaveri, chiede di lei puntandosi una pistola alla testa.
Smoky accorre e si imbatte in una vasca piena di sangue, corpi sventrati e una scritta sul muro: "Questo posto: dolore."
Un caso aperto da anni, un assassino sta rovinando la vita di quella ragazza, la segue da quando era una bambina, gioca con il dolore, lo coltiva.

👉 Il lavoro ha portato via molto a Smoky. Il marito, la figlia, la sua migliore amica, sono stati uccisi dal criminale a cui Smoky dava la caccia. Lei ha il volto sfigurato, è stata violentata.
Smoky stava per lasciarsi andare, stava per arrendersi, schiacciata da tutto questo dolore ma poi Bonnie, la figlia adottiva, è entrata nella sua vita e l'ha salvata.

"Siamo entrambe angeli senz'ali, piene di cicatrici e di ferite sanguinanti che lottano per non guarire."

👉 Surreale il fatto che ogni singolo personaggio sia stato vittima della malvagità di qualche criminale o che comunque ha avuto problemi di salute. Ma uno senza problemi no? 
In particolare, la storia della ragazzina è davvero impressionante, ma di vite come la sua ce ne sono diverse nel libro. 

" ... è tutte le vittime che non siamo riusciti a salvare."

👉 Questo libro focalizza l'attenzione non solo sul caso, sulla mente degli assassini, ma anche su ciò che provano i poliziotti, come il confrontarsi con l'orrore e la malvagità, li cambia, li porta alla follia.

"Il punto non era quello che aveva visto, ma il fatto che non era più in grado di smettere di vederlo."

👉 Inoltre, mostra la vittima dietro all'assassino. Perché spesso non nascono cattivi ma li ci fanno diventare e allora metti in galera il colpevole ma con esso anche la vittima che era un tempo.

"Una storia dove nessuno vince, nemmeno noi."

👉 Una narrazione scorrevole, frasi brevi e cariche di immagini. 
Tuttavia è un libro tosto da digerire, non tanto per le scene crude ma per la malvagità, la spietatezza dell'assassino. Gioca con le persone, le manipola, sa quali fili tirare per farli muovere come vuole.

"Il senso di colpa quando la colpa è del destino, ma tu sei quello che ci si è trovato in mezzo."

👉 Ho letto questo libro un po' alla volta, ha un carico notevole di emozioni e non parlo di quelle positive. Tuttavia lo consiglio a chi come me ama i thriller. 

"La vegetariana" di Han Kang 

Pagine 177
Genere Narrativa

Originalità 8+
Trama 8
Narrazione 8
Personaggi 8
Descrizioni 7
Ambientazione 7
Finale: Non c'è

Voto Finale: 8

Recensione con cui partecipo a un concorso.

Il libro è diviso in tre capitoli, ognuno di questi è narrato dal punto di vista di un personaggio diverso. Ciascuno di questi personaggi racconta, dal proprio punto di vista, la storia della protagonista: Yeong-hye.
Il primo capitolo è narrato dal marito. 
Lui è una persona che nella vita si accontenta e la moglie l’ha scelta seguendo proprio questo criterio.
Yeong-hye è una come tante, senza grilli per la testa, di poche parole, senza pretese e una grande lettrice. È una donna senza particolari esigenze e stranezze, tranne una, quella di non indossare il reggiseno.
Una notte però tutto cambia, la loro modesta e tranquilla quotidianità crolla ed è qui che la storia ha veramente inizio. Nelle prime ore del mattino, il nostro narratore trova la moglie impalata davanti al frigo. Parla di un sogno, un sogno in grado di interferire e cambiare la realtà.
Il mattino dopo, infatti, Yeong-hye butta via tutta la carne, i derivanti animali, perfino i vestiti e le scarpe di pelle. Quel sogno l’ha spinta a diventare vegetariana, in un modo quasi ossessivo, non sopporta nemmeno l’odore della carne, neanche il profumo dell’epidermide del marito.
La nostra protagonista dimagrisce, non dorme bene, continua a fare sogni violenti, brutali.
Il marito non la capisce e le mette la famiglia contro.
Vogliono obbligarla a mangiare carne.
Ed ecco che Yeong-hye, personaggio fino a questo momento assopito, si desta all’improvviso. 
Si ribella ai “doveri di moglie”, lotta contro l’imposizione di essere come gli altri la vogliono, non si piega alle violenze ma si batte per ottenere la propria libertà, per appartenersi.
Il marito la crede pazza, ma la sua è follia o ribellione?
Il secondo capitolo è narrato dal punto di vista del cognato, lui non la vede come una donna che ha perso il raziocinio ma come una meravigliosa opera d’arte. Immagina di dipingerle il corpo, di amarla.
L’ultimo capitolo è raccontato dalla sorella, l’unica che tenta di starle vicino, l’unica che spera nella sua guarigione. 

👉 La protagonista è un’ombra che noi vediamo attraverso gli occhi di chi narra.
Curioso ma al tempo stesso ovvio, come ella muti a seconda dello sguardo che si posa su di lei.
Quante versioni di noi esistono?
Chi è davvero Yeong-hye? Una pazza, come afferma il marito? Una musa come pensa il cognato? O una persona fragile, da proteggere, come crede la sorella? O forse è l’insieme di tutti questi aspetti?
Come la vedo io? Una donna che lotta per poter prendere le proprie decisioni, una persona che tenta di conquistare la sua libertà, che non accetta più di piegare la testa ed inchinarsi.
Proprio questi vari punti di vista sono l’aspetto più affascinante del libro perché ci dicono tutto e niente sulla protagonista, l’avvolgono nel mistero e ci lasciano con un dubbio: chi è veramente Yeong-hye?

👉 Questo libro ci racconta una realtà diversa dalla nostra, e che questa realtà ci stupisca o infastidisca, è pur sempre una parte di mondo che vale la pena conoscere. È affascinante potersi confrontare, attraverso questo libro, con una cultura, un modo di pensare differente dal nostro.
Per esempio, la protagonista diventa vegetariana e la famiglia la crede folle, tentano in ogni modo di farle mangiare la carne, anche picchiandola (gesto estremo non condiviso da tutti). Noi italiani ci avremmo scherzato su e fine della questione.
Lei non vuole mettere il reggiseno, il marito tenta di convincerla in ogni modo e lei riceve occhiate sconvolte dalle persone che notano quel dettaglio. Da noi in Italia non è assolutamente un problema.
Secondo il mio punto di vista, lei l’hanno fatta diventare pazza. A forza di decidere per lei, di negarle la possibilità di prendere le proprie scelte, nemmeno le più basilari come non mettere il reggiseno. La sua è una vita asfissiante, non per colpa sua ma a causa della società in cui vive e del modo di pensare di chi le sta vicino.
Senza dubbio aveva bisogno di aiuto ma anche di disintossicarsi dalla sua famiglia.

👉 La narrazione è travolgente, inizi a leggere e vieni subito catturato dalla storia di questa donna e il suo sogno. Leggi e leggi, fagocitato dalla lettura, dalle parole, da quelle immagini che affiorano dalle pagine.

👉 Il finale? Non c’è, semplicemente la storia si ferma, di punto in bianco. Al lettore la scelta di continuare a modo suo il racconto.

"One Day in December" di Josie Silver

Pagine 432
Genere Romanzo 

Originalità 1
Trama 2
Narrazione 5
Personaggi 2
Descrizioni 2
Ambientazione 6
Finale: Ovvio come il sorgere del sole

Voto Finale: 3

Laurie ha finalmente finito di lavorare. Mentre è sull'autobus diretta a casa, guarda fuori dal finestrino e nota un ragazzo seduto a una fermata del bus.
È il 21 Dicembre 2018 e lei si è innamorata perdutamente di questo ragazzo sconosciuto con cui non ha scambiato nemmeno mezza parola.
Ma non solo!
Cosa fa lei? Dato che non ha avuto il coraggio di scendere dal bus e andargli a parlare, lei e la sua amica lo vanno a cercare per la città (parlo di Londra non di un paesino con mille anime). Lo cercano continuamente, nemmeno dovesse loro dei soldi!
Immaginate queste due, per un anno, in giro per la città alla ricerca di un ragazzo che solo una delle due ha visto e solo una volta da lontano.
Ovviamente non lo trova e a malincuore lascia a perdere (lei totalmente disperata, manco le fosse morto il gatto).
Poco dopo la sua resa, la sua migliore amica Sarah la informa che si è innamorata perdutamente e indovinate chi è il fortunato ragazzo? Ma dai, proprio quello della fermata del bus!
Laurie allora fa finta di niente, convive con il suo cuore spezzato e per anni lei e lui sbagliano i tempi e ... va beh tanto si sa come va a finire.

👉 Venti pagine sono state più che sufficienti per capire che questo libro è una vera capperata.
Lei che si innamora perdutamente di uno di cui ha visto solo il viso? Su cosa si basa questo amore? Sul bel faccino di lui? Ed è proprio per quel faccino che lei, per un anno, lo cerca in modo ossessivo?
Poi come fa a ricordarsi un volto visto nemmeno cinque minuti? Dopo un anno! Ma nemmeno fosse la reincarnazione del David di Michelangelo!

👉 La banalità di questo libro non ha fine. In pratica è la versione mediocre e triste di "Scrivimi ancora", è quasi uguale! Entrambi i libri raccontano le storie anno per anno, in entrambi i libri i protagonisti non sono mai liberi allo stesso momento, prima era fidanzato lui poi lei e via andare. Entrambi i volumi parlano di un amore complicato, di persone che per un motivo o un altro non riescono a stare insieme. Praticamente la stessa storia con vicende diverse.
"Scrivimi ancora" però mi era piaciuto molto di più. 

👉 La narrazione riflette la storia: scialba, ricca di dialoghi noiosi che potevano benissimo essere tagliati.

👉 SPOILER. Il colmo lo si raggiunge quando, dopo anni passati a soffrire per non fare un torto a Sarah, anni passati a sopprimere i loro sentimenti ... Sarah scopre tutto e si arrabbia ugualmente. Hanno fatto tutto per nulla! Tanto valeva dire: Sarah levati e fine della storia!
Nove anni e alla fine Laurie dice: perché abbiamo aspettato tanto? Eh me lo chiedo anch'io! Sai quanta noia mi risparmiavi?
Ho finito il libro solo perché mi serviva per una traccia della Book Challenge e non l'ho buttato dalla finestra perché è un ebook.

👉 Ora io capisco che ognuno ha i propri gusti e comprendo anche che al mondo c'è qualcuno a cui questo libro è piaciuto tantissimo ma quello che proprio non riesco a spiegarmi è come sia riuscito "a conquistare i lettori di tutto il mondo" e a essere "#1 New York Times Bestseller" ... un bestseller? Questo libro? Davvero? 

👉 L'unica cosa che si salva è il finale. Prevedibile ma abbastanza carino.

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