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martedì 13 settembre 2016

Recensione: "Le anime bianche" - F.H. Burnett


Editore Panesi
Pagine 78
Prezzo cartaceo 8,00 EURO

Prezzo ebook 1,99 EURO
Anno prima edizione 1917
Genere Classico



Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus Macayre, in un castello dall’aspetto austero immerso nella desolata brughiera scozzese. Fin dall’infanzia, la bambina mostra di essere dotata di un particolare “dono” che la rende diversa da tutti gli altri
bambini; ella ha il “potere di vedere oltre le cose” e di entrare in contatto con le anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure dell’esistenza. “Le anime bianche” (“The White People” nella versione originale) è un romanzo breve in cui la celebre autrice dei ben più conosciuti “Il piccolo Lord” (1886) e “Il giardino segreto” (1911) presenta, attraverso gli occhi della propria protagonista, le sue personali considerazioni circa ciò che attende l’uomo dopo la morte. Si tratta di un racconto carico di motivi gotici, di verità e saggezza, in cui emergono non soltanto il talento narrativo dell’autrice ma anche alcuni dettagli che rimandano al personale rapporto con il suo primogenito e con la religione.

Io e Frances Hodgson Burnett ci conosciamo dai tempi in cui guardavo "Il piccolo Lord" in televisione e leggevo "Il giardino segreto" nella quiete della notte.
La nostra amicizia si è poi consolidata in quest'ultimo anno, quando ho avuto il piacere di leggere le sue opere " L'imprevedibile destino di Emily Fox-Seton" e quella di più recente pubblicazione "Le anime bianche".
Come vedete quindi, non sono estranea alla Burnett ma devo ammettere, che di tutte le sue opere con cui ho avuto a che fare, questa è la più profonda ma anche quella che meno mi ha coinvolta.
In questo suo scritto, la Burnett, riversa i suoi sentimenti e pensieri per la morte prematura del figlio Lionel, venuto a mancare nel 1890 a soli quindici anni.
Come potete ben immaginare, questa perdita ha sconvolto molto l'autrice,
segnandola in modo indelebile.
Forse è per liberarsi l'animo o per affrontare meglio il dolore che la scrittrice ha deciso di creare una storia dove la protagonista, Ysobel, è in grado di vedere le "anime bianche", delle specie di spettri, presenze, manifestazioni, delle rappresentazioni delle anime dei defunti.
Ysobel è la sola in grado di vedere queste apparizioni, così simili alla realtà che lei stessa, per molto tempo, crede che siano effettivamente reali.
Ysobel è una ricca ereditiera che vive nell'imponente castello feudale di Muircarrie, in Scozia, disperso nel silenzio della brughiera.
Con la nostra giovanissima protagonista vivono Jean Braidfute, cugina alla lontana che veste i panni di una dama di compagnia, Angus Macayre, un lontano parente che si occupa della biblioteca e dell'istruzione della fanciulla e Feargus, il suonatore di cornamusa.
Ysobel, orfana di padre e madre, trova una valida amica nella brughiera e in Wee Brown Elspeth, una bambina giunta a lei su di un cavallo accerchiato da un manipolo di soldati.
Naturalmente nessuno oltre a Ysobel vede queste bambina dal vestito macchiato
di sangue, ma mai nessuno lo dà a vedere, anzi, lasciano Ysobel libera di credere e vedere, senza mai farle pressioni o accusarla di essere pazza.
Da questi piccoli particolari, si può intuire quanto nell'animo dell'autrice si celi la speranza di poter vedere di nuovo il figlio scomparso, o per lo meno di avere la consapevolezza che non se ne sia andato per sempre.
Questo libro tratta argomenti così vicini alla scrittrice che sembra quasi di stare invadendo la sua privacy. Mentre scorrevo le parole, avevo il sentore di leggere qualcosa di privato, una sorta di diario segreto che non avevo il permesso di sfogliare.
La storia viene narrata con la pacatezza e la leggiadria tipica della Burnett, e benché il testo sia corto, non mancherà di illuminarvi con pensieri importanti e sorprendenti.
Una lettura impregnata del mistero della morte, dalle parole rassicuranti e amorevoli.
Un libro a cui assegno:
3 Wonderland su 5

Dal libro:

- "Vorrei che la morte non facesse sentire le persone come se svuotasse di senso tutto il mondo e ciò che resta ... come se, quando arriva, non ci fosse più vita altrove."

- "Sembrava così naturale che fosse lui l’uomo che aveva colto la profondità del dolore di una povera donna sconosciuta."

- "Avevo la sensazione che non ci potessero essere tenebre  tra noi, perché nessuna tenebra poteva toccarlo. Non avrebbe potuto essere altro che vivo, vivo. Se non fossi riuscita a vederlo, sarebbe  stato solo perché i miei occhi non erano abbastanza aperti e forti."

1 commento:

  1. Oddiooo ma ma ma io ho amato profondamente "Il giardino segreto"! Qesto non lo conoscevo! Grazie! **

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