Translate

giovedì 13 maggio 2021

Recensione Lettura di Gruppo: "L'Arminuta" - Donatella Di Pietrantonio


Pagine 176
Genere Narrativa

Originalità 7
Trama 7
Narrazione 8
Personaggi 7
Descrizioni 6
Ambientazione 7
Finale: Alla prossima puntata

Voto Finale: 7+

La protagonista ci fa fare un tuffo nel suo passato, nel 1975, ci racconta di quando, a tredici anni, è stata restituita alla sua famiglia biologica. 
Da piccola è stata portata via dai suoi zii che sono diventati per lei una mamma e un papà. Di punto in bianco, è stata poi riportata indietro, dall'altra madre e dall'altro padre.
L'Arminuta, è così che viene chiama, la ritornata, la ragazzina che viene da un altro mondo, che parla un'altra lingua.

👉 La storia racconta questo: il prima e il dopo. Parla di questa ragazzina che si trova tra due mondi opposti.
Lei era abituata agli agi, a una vita confortevole, a estati passate al mare, si trova poi a dover spennare polli e a stare dietro a una moltitudine di fratelli e sorelle. 
Prima aveva la sua camera, ora deve condividere un materasso che puzza di urina.
La nuova realtà non le piace, una realtà in cui può andare in giostra ma "se ti vengono, certe faccende non le puoi fare."

👉 L'Arminuta si sente fuori posto in quella nuova ma vecchia famiglia.
Lei è a metà. La madre del mare l'ha restituita ma continua a mandarle regali, a provvedere a lei. C'è poi la madre del paese, più dura, più distante. 
È come se i genitori e gli zii giocassero a tira e molla con lei.
Questo cambio di famiglia ha donato però alla nostra protagonista un dono ineguagliabile: Adriana, la sorellina più piccola. Adriana la difende, la protegge da quel mondo nuovo e più brutale. Impedisce anche alla madre di picchiarla, perché lei no, lei è speciale, l'Arminuta non va toccata.
Adriana è un personaggio speciale, dolce, protettivo e forte.

"... mi hanno messa in mezzo per coprirmi dalla paura."

👉 Una narrazione che ti porta lontano, melodiosa grazie ai dialoghi in dialetto. 
È ciò che rende speciale questo libro, perché la trama in sé non è spettacolare, non lascia a bocca aperta.

👉 Il finale ... non c'è. A un certo punto il libro si ferma e basta. C'è però un seguito.

"Nella complicità ci siamo salvate."

Commenti della lettura di gruppo qui sotto.

38 commenti:


  1. Hilary Hilly Rigato
    #LadreDiLibri

    Come recensire un libro del genere, senza spoilerare, senza dimenticare dettagli, senza rovinare la lettura a chi verrà dopo? Difficile. Quasi impossibili. È uno di quei libri che DEVONO essere letti.
    Un libro pieno, pregno di sentimenti, di riflessioni e di emozioni. Nonostante la sua brevità, meno di duecento pagine, mi sono ritirata costretta a leggerlo lentamente. Pesandone le parole e lasciandole sedimentare. Riflettendoci su, cercando un modo per rimanere il più distaccata possibile durante la lettura. Obiettivo impossibile. Un libro che entra dentro, che graffia l'anima e che non se ne va più.
    Dolore, paura, smarrimento, sensi di colpa, risentimento, rabbia, povertà, miseria. Ma anche amicizia, stima, tenerezza, dolcezza. Molti sono i sentimenti e le sensazioni che scaturiscono da questa lettura, che arrivano dirompenti alla lettura di ogni riga.
    Si entra in empatia con l'Arminuta, la sorella Adriana, il piccolo Giuseppe e anche Vincenzo. E si avrebbe voglia di salvarli, tutti quanti, di confortarli e portarli al sicuro. Non solo cose negative, fortunatamente, molti sono i personaggi positivi che gravitano attorno all'Arminuta, piccola donna smarrita e persa nel suo dolore.
    Sicuramente il mio personaggio preferito è Adriana, che non vedo l'ora di ritrovare in "Borgo Sud", con la sua forza e la sua schiettezza. Ma anche altri personaggi secondari, quasi marginali, che comunque rappresentano il bene per quella ragazzina di tredici anni.
    Una lettura intensa e coinvolgente, dura e cruda, toccante. Talvolta violenta. Profonda. Poetica. Un libro sui rapporti difficili con la famiglia, sulla difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo, sull'abbandono. Sulle cicatrici e le ferite profonde che ognuno di noi porta dentro. Che fa riflettere sulle proprie origini e su quanto queste possano influenzarci, poi, nell'età adulta. Dal finale perfetto, che vale tutto il libro.
    Sicuramente non ho detto tutto quello che avrei voluto. Appena posterò queste righe verranno in mente mille altre cose da dire. Perciò posso solo dirvi una cosa: leggetelo. Leggetelo e tenetelo stretto dentro di voi.
    Ringrazio Francesca e la mia casata per questa bellissima opportunità, per questo viaggio ricco di sensazioni ed emozioni.

    "Qui è tutto così curato e in ordine. Vorrei che la mia vita fosse come questo campo."

    ⭐⭐⭐⭐⭐

    RispondiElimina
  2. Alice Fontana
    #ordinefenice

    Davvero bello, sono arrivata alla fine del libro quasi senza accorgemene. La scrittura nuda e cruda e la descrizione dettagliata di alcune scene mi ha veramente colpita (prima tra tutte la morte di Vincenzo, che trauma!) facendomi continuare la lettura senza interruzioni.
    La storia è fin troppo reale, era prassi comune in molti paesi affidare i propri figli a parenti più benestanti per farli crescere meglio o "acquistare" i figli di famiglie numerose per sopperire alla mancanza di figli propri... Era una pratica che spesso metteva in pace entrambe le famiglie e tutti erano contenti ma, nel caso specifico, Adalgisa comunque l'avrei presa a calci facendole fare il giro d'Italia 😑
    Hai deciso di prendere questa bambina e cambiarle la vita? Bene, allora non puoi permetterti di mollarla come un maglione vecchio solo perché ti arriva un figlio tuo... È veramente un'azione orribile. Adalgisa è responsabile di un doppio tradimento, il primo è quello che ha portato al concepimento del "nuovo figlio", il secondo quello che compie riportando la protagonista alla casa genitoriale senza spiegazioni o scusa.
    Penso che andrò a cercare il seguito per capire come va avanti la storia della protagonista e della piccola Adriana.

    Voto 7 (era 8+, ma ci sono rimasta malissimo per il finale, pensavo avesse problemi l'eBook e invece finisce proprio così il libro 😅)

    RispondiElimina
  3. A tredici anni, viene rimandata a casa dai suoi genitori naturali: dovrà chiamare zii, quelli che fino alla sera l’hanno cresciuta come una figlia.
    Tornerà in paese e sarà per tutti l’arminuta: l’aspettano una famiglia numerosa, con pochi soldi, in una casa con poco spazio lontano anni luce dalla sua vita precedente fatta di scuola, danza, piscina, mare, amiche.
    L’Arminuta dovrà fare i conti con questa nuova realtà che sembra un incubo ma dal quale non può svegliarsi.
    Questo libro è una piccola gemma preziosa, un romanzo meraviglioso e doloroso in egual misura. Lo rileggo volentieri quando capita e mi porto il dolore dell’arminuta ogni volta come fosse il mio. Credo che alcuni scrittori sappiamo toccare corde dell’anima come fossero corda di una arpa, con delicatezza e senza mai strafare: questo per me lo fa la Di Pietrantonio.
    #bambinisperduti

    RispondiElimina
  4. #LostinAusten
    Abruzzo anni '70, una ragazzina di tredici anni torna a casa dai suoi genitori e dai suoi fratelli, solo che per lei quella non è casa e quella non è la sua famiglia. La ragazzina infatti è stata cresciuta in un'altra casa da quelli che fino al giorno prima credeva fossero i suoi genitori e che l'hanno fatta sentire amata e accudita.
    Lo shock è totale non solo sta perdendo le persone che l'hanno allevata, la sua casa e le proprie abitudini ma viene anche sbalzata in un ambiente che non ha nulla a che vedere con il proprio. La casa è misera e sporca, i suoi parenti sono rozzi, ignoranti, trascurati, imbruttiti dalla miseria e sembrano non amarla. L'unico raggio di sole in questa nuova vita è Adriana, la sorella che non sapeva di avere. Adriana ha 10 anni, è piccola ma la vita l'ha fatta crescere in fretta, è ignorante e parla male ma è sveglia, piena di senso pratico e si affeziona subito all'inaspettata sorella e sarà questo rapporto più di tutto a salvare entrambe.
    Il romanzo, breve e scorrevole, è scritto in prima persona e non conosciamo mai il nome della protagonista che viene sempre indicata come l' "Arminuta" cioè la ritornata che è il soprannome che le dà chi in paese conoscenze la sua storia.
    L'autrice riesce a far trapelare tutta l'angoscia non solo dell'abbandono ma anche del ritrovarsi in un ambiente totalmente diverso dal proprio, un ambiente vissuto come ostile nello spaesamento totale di chi non ne conosce le regole e non sa neanche perché è finita lì. Alle domande dell'Arminuta infatti tutti rispondono col silenzio e solo molto tempo dopo saprà la verità. Il tono del romanzo comunque non è mai disperato anzi c'è sempre un tocco di leggerezza.
    Ho apprezzato molto questo romanzo che ho trovato delicato ed emozionante. Stupendo il personaggio di Adriana che davvero non si può non amare.
    Unico difetto del romanzo per me è stata la sua brevità, amo i mattoni ed avrei voluto immergermi ancora in questa storia ma riconosco che comunque il romanzo ha una sua compiutezza e non ci sono buchi di trama.

    RispondiElimina






  5. Traccia Gold di Maggio.


    Casata: #LostinAusten 


    " L'arminuta ", Donatella di Pietrantonio




    So che andrò controccorrente nel dire che non mi è piaciuto, ma ahimè, è proprio così 😞... Forse leggendo le tante recensioni appassionate, entusiastiche mi aspettavo di più, fatto sta che ho faticato e non poco a leggere le poche pagine che compongono questo libro! Niente, non è riuscito a impressionarmi come mi aspettavo e speravo... so solo che quando sono arrivata all'ultima pagina non mi è rimasto nulla... né una frase o un personaggio, nemmeno un'emozione... peccato, perché i presupposti c'erano tutti, primo fra tutti il giudizio di mia sorella... e invece quella scrittura che quasi tutti hanno descritto come profonda e intensa a me è risultata semplicemente vuota! La cosa che mi è mancata di più e che ho cercato senza trovare è il trasposto narrativo e la cosa che in assoluto mi è piaciuta meno è stato il finale, che ho avvertito come una brusca interruzione, un non saper più cosa dire!

    Ripeto, so di essere una delle poche che non è piaciuto, ma è così e non ci posso fare niente!!!

    RispondiElimina
  6. La protagonista della storia, l'io narrante senza nome, viene indicata, dalla gente del borgo, con l'epiteto l'Arminuta, la ritornata.
    Lei, che fino a tredici anni ha vissuto in citta' con quella che credeva la sua vera famiglia, tra coccole, agi e serenita', ad un tratto si ritrova a vivere, per ragioni che ignora, in una realta' profondamente diversa: in un piccolo paesino di provincia, in una casa popolata da persone estranee (in realta' la sua vera famiglia d'origine), in condizioni di poverta', con una madre bilogoca anaffettiva, un padre sempre assente per lavoro; e a condividere la stanza con fratelli sconosciuti.
    Qui viene accolta come un impiccio, come una bocca in piu' da sfamare, e' costretta a subire gli attacchi dei fratelli, si sente sola abbandonata e rifiutata, orfana di due madri. Emerge cosi' in lei un profondo senso di vuoto, di non appartenenza.
    L'arminuta non riesce a capacitarsi di quell'abbandono senza spiegazioni, e' convinta che i suoi genitori torneranno presta a prenderla.
    L'attesa pero' si protrae e nel tempo la protagonista scopre di non essere sola.
    L'unica ancora di salvezza per la protagonista e' la piccola Adriana, che nonostante la sua giovane eta' dimostra una profonda conoscenza della vita, frutto di un'esistenza difficile e di lotte quotidiane per la sopravvivenza.
    Sara' lei che donera' alla sorella ritrovata quella forza necessaria per superare la presa di coscienza dell'abbandono e per affrontare la scoperta di una crudele verita'.
    Adriana e' un personaggio magnifico, che primeggia durante tutto il racconto: e' una bambina schietta, sfrontata, sincera e reale. La sua meraviglia, il suo stupore sono tratti che la caratterizzano. Con la sua semplicita', la sua praticita', il suo affetto, aiutera' l'Arminuta a rimanere a galla, nel mare di incertezze e verita' nascoste in cui si e' trovata catapultata; le impedira' di sprofondare nell'abisso della disperazione e della solitudine e soprattutto le dara' la forza per andare avanti e lottare per ricostruire quell'identita' che si e' andata sgretolando.
    Il rapporto che si instaura tra le due sorelle tocca nel profondo per l'intensa sincerita' su cui si basa e per la sua incrollabile solidita'. Cio' che colpisce nel corso della lettura e' il legame tra le due giovani, la loro forza e la loro volonta'; come riescano lentamente ad elevarsi rispetto ad un mondo di bassezze, di sentimenti mai coltivati, di miseria, di tradimenti e di abbandoni.
    Tra loro quella complicita' iniziata come condivisione per necessita' di un letto, con l'offerta di un piede come cuscino e' andata avanti nel tempo, si e' tramutata in un cammino mano nella mano tra gli ostacoli della vita, ognuna custode e combattente della paure dell'altra, in un reciproco scambio di conforto e coraggio, consce finalmente di essere sorelle.
    La struttura del romanzo, in capitoli brevi, ci conduce lentamentein una storia che solo all'apparenza e'di tristezza e desolazione, in quanto e' un continuo riscoprire dolcissime e inasepttate attenzioni.
    La lettura e' scorrevole e totalmente coinvolgente che quasi sembra di avvertire quel senso di disperazione che vive la protagonista, di percepire il senso di smarrimento, estraneita' e solitudine all'interno di una famiglia e di una realta' sociale a lei totalmente sconosciute e in cui non riesce ad integrarsi ed immedesimarsi.
    Lo stile e' essenziale, preciso, asciutto ma mai distaccato; il linguaggio, con i diversi riferimenti ad espressioni dialettali, e' evocativo e parla direttamente al cuore.
    Sullo sfondo il mondo rurale di un Abruzzo senta tempo, una terra dura e genuina, di cui l'autrice ci fa sentire i rumori, percepire gli odori e vedere i colori.

    RispondiElimina
  7. Gold del mese di maggio Bosa Ellen
    #bambinisperduti

    Mi sono immedesimata , per lo meno , ho cercato . Nel corpo di questa adolescente  e soprattutto nella sua mente per sentire" prima", le sensazioni di gioia , felicità  di agiatezza dovuta ad una vita piena e ricca  di tutto.  Fino al momento" dopo " quando questa ragazza viene portata, anzi, restituita alla sua famiglia biologica .
    La sensazione di  smarrimento e un lavoro di recupero  delle proprie origini è  piuttosto duro. E per fortuna c'è  questo splendido legame con la sorella.
    Libro breve ma incisivo , una scrittura che ti cattura fin da subito. Ho un dubbio😒 borgo Sud sarà così  coinvolgente? Mah!!! per ora sentirò  più  opinioni possibili
    ⭐⭐⭐⭐/5

    RispondiElimina
  8. Casata #bambinisperduti
    (Mariagiulia Munaretto)
    Traccia gold di Claudia
    Titolo: L'Arminuta
    Autore: D. Di Pietrantonio
    (37 libro – 2 libro del mese)


    Un libro che è stata una piacevole rilettura. Devo dire che lo avevo apprezzato molto di più quando è uscito, in questo periodo mi ha preso meno. Particolare la storia de “L'arminuta”, la ritornata, che viene riportata alla famiglia naturale dopo che la madre adottiva rimane incinta.
    Mi ha colpita molto come la ragazza venga conosciuta come “L'arminuta”, ma non si conosca il suo vero nome, al contrario di tutti gli altri protagonisti del romanzo. Inoltre, è una ragazza studiosa, a differenza dei suoi fratelli.
    Quello che mi ha lasciato un velo di tristezza è come la protagonista senta sempre la nostalgia della famiglia che la aveva allevata per anni.

    Voto: 3 stelle su 5

    RispondiElimina
  9. Elisa Salerno - #BambiniSperduti

    Sinceramente questo libro non è stata la mia scelta, anzi era quello dei tre che meno mi ispirava, ma mi sono subito dovuta ricredere.
    L'ho trovata una storia davvero splendida!
    L'autrice ha uno stile molto scorrevole e profondo che ti porta subito a empatizzare, anche fortemente, con la protagonista.
    Nonostante non si sappia il suo nome, non ci si può non affezionare a lei e alla sua stramba sorellina Adriana e al piccolo e sensibile Giuseppe (mi si è stretto il cuore!).
    Il rapporto che stava nascendo tra lei e Vincenzo non era propriamente sano, ma forse è stato uno dei pochi aspetti che le ha permesso di andare avanti e di non scoraggiarsi.
    Già a metà avevo intuito il motivo che aveva portato la "mamma di città" a rimandarla dalla "mamma di paese" e, quando ne ho avuto la conferma, ho trovato il suo comportamento davvero bieco. Credo che la conclusione della sua parte di storia, il famoso e rimandato pranzo domenicale, sia stato illuminante anche per la protagonista. Pure Adalgisa è una vittima delle circostanze ed è umana...anche se, secondo me, un certo equilibrio karmico si è ristabilito.
    Questo libro, attraverso la narrazione di una storia familiare complessa nel suo piccolo, narra e descrive un tratto della storia italiana che è passato molto in sordina ed è sconosciuto ai più.
    Grazie per avermi fatto scoprire questa piccola chicca!
    Sono stata informata dell'esistenza di un seguito... che leggerò il prima possibile!

    RispondiElimina
  10. È stato un libro breve ma molto intenso, l’ho letto tutto d’un fiato in un sabato piovoso. Donatella Di Pietrantonio descrive un’Italia a me sconosciuta, e vicende che sembrano molto lontane nel tempo, sebbene accadessero solo cinquant’anni fa. La miseria di una famiglia troppo numerosa che da una parte è costretta ad abbandonare la figlia perché non potrebbe mantenerla, ma dall’altro lato non fa nulla per evitare future gravidanze (Adriana e Giuseppe sono entrambi più piccoli della protagonista), andando a complicare ulteriormente la situazione dei figli, che in totale sono ben 6. Una bambina che cresce nell’agio, in una bella casa sul mare, da “genitori” istruiti e benestanti, ma nonostante ciò non abbastanza umani da tenersela quando qualcosa va storto e decidono quindi di riportarla alla famiglia d’origine, e si limitano ad aiutarla economicamente, ma da lontano, negandole l’affetto e il sostegno che lei aveva dato per scontato fino al giorno prima.
    L’autrice ha uno stile di scrittura che definirei “veloce”, accade molto in poche pagine, che coprono più di un anno. D’altro canto riesce a soffermarsi sui pensieri e sulle emozioni dell’Arminuta (che non viene mai chiamata per nome), rendendoci partecipi della sua sofferenza.
    Questo libro, in alcune descrizioni, mi ha ricordato alcune scene de “L’amica geniale” (che io per ora non ho letto, ma ho visto la fiction RAI): famiglie povere ma comunque dignitose, figlie intelligenti spinte dalle insegnanti a proseguire gli studi che si vergognano per l’ignoranza dei parenti, spaccati rurali che sembrano appartenere a un’epoca lontana. Un libro intenso, che lascia la curiosità di sapere cosa succede dopo a queste povere creature (e per fortuna l’autrice ha scritto un seguito, dal titolo “Borgo Sud”).
    Una bella lettura di gruppo :)

    RispondiElimina
  11. #ordinedellafenice


    Libro meraviglioso che ti arriva diritto al cuore, con tutta la sua storia di dolore, di abbandono, di fame d'amore. Una potenza narrativa incredibile, pur nella sua semplicità, nel suo linguaggio crudo, duro, essenziale, arricchito dall'uso dei termini dialettali.
    Una protagonista di cui non conosciamo neanche il nome, sappiamo solo che è l'Arminuta, la ritornata, senza radici, senza madre, in continua lotta tra il passato e il presente, disperatamente desiderosa di appartenere a qualcosa, a qualcuno.
    E una meravigliosa sorella, Adriana, il vero capolavoro del romanzo, pura poesia, nonostante il suo linguaggio spiccio, senza fronzoli, ma tutto cuore, un cuore animato da sentimenti veri, forti, primordiali.
    Un libro magico 😍 da leggere tutto d'un fiato
    Voto 5⭐/5 ⭐

    RispondiElimina
  12. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita.Dopo aver vissuto per 13 anni come figlia unica in una famiglia benestante viene rispedita nella povera famiglia biologica perché la donna che l'ha cresciuta sta male e non è in grado di badare a lei. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. La protagonista dovrà accettare il trauma di un doppio abbandono, dovrà venire a patti con se stessa per non rimanere vittima degli interessi degli adulti.
    Non pensavo che mi sarebbe piaciuto tanto. È un periodo che preferisco leggere storie non troppo impegnative e invece mi sono ritrovata a divorarlo, l'ho letto in un pomeriggio, non riuscivo a staccarmi dalla protagonista di cui non conosciamo neppure il nome. È una storia narrata in prima persona e nonostante ci siano una moltitudine di personaggi non c'è nemmeno uno che chiami la piccola per nome. È una storia che parla di famiglia e di povertà, di legami e di verità taciute, di sacrifici e dolore. È uno splendido romanzo, ricco di emozione, passione e amore.
    L'unica pecca che ho trovato è che la storia è troppo breve, avrei voluto leggere ancora e saperne di più dei personaggi

    RispondiElimina
  13. #LostinAusten
    Giulia Borsari

    Da tempo sentivo parlare di questo libro e come sempre accade quando ho tra le mani un libro che "tutti hanno letto" io sono reticente...in questo caso mi sbagliavo di grosso.

    In queste pagine conosciamo la nostra protagonista, una ragazzina di 12-13 anni, che viene "restituita" alla sua famiglia di origine dopo essere stata adottata da dei cugini quando era molto piccola. Come se non bastasse il gia' enorme shock di essere restituita, si ritrova in un mondo del tutto estraneo: dalla citta' sul mare al paese, da una famiglia benestante ad una che non se la passa affatto bene, dall'essere "figlia unica" ad essere una dei molti fratelli.

    Il racconto scorre fluido e veloce tra i brevi capitoli ma ogni parola e' accuratamente pensata per trasmettere il senso di estraneita' dell'arminuta, la sua difficolta' a farsi una ragione di quanto le e' accaduto, l'affetto che inevitabilmente si instaura e rafforza con gli altri membri"deboli" della famiglia, che deboli forse non sono affatto. La complicita' con la nuova sorella risulta essere la chiave di volta in questo mondo cosi' incomprensibile, la forza che puo' sprigionare dall'unione di diverse fragilita' e che puo' sfidare le difficolta' che la vita pone alla protagonista.

    Un libro dolce, delicato, nonostante cio' di cui racconta non sia delicato per nulla. Sembra di entrare in punta di piedi nella vita della protagonista e accompagnarla passo passo nel difficile percorso della vita, quando ancora troppo poco risulta essere sotto il proprio controllo e troppo viene deciso dagli altri e taciuto "perche' sei ancora troppo piccola". I personaggi appaiono appena tratteggiati: la magrezza di Adriana, i capelli precocemente bianchi della madre, il trucco sbavato dell'altra madre...tuttavia questi pochi tratti appaiono estremamentepotenti nel crearci l'immagine nel suo complesso, danno consistenza alle persone cui appartengono. Davvero una lettura consigliata.

    RispondiElimina
  14. #bambinisperduti

    Valentina penocchio


    Questo è proprio l'anno della scoperta di titoli al di fuori della mia comfort zone: alcuni valgono, altri meno.
    Questo lo collocherei nel mezzo.
    Non mi ha fatto impazzire ma tanto meno non mi è dispiaciuto. 
    Quindi, nonostante la "pesantezza" del romanzo, dove si parla di maternità e abbandono, per me è un sì.
    Quello che l'autrice ha voluto comunicare è il fatto di non abbattersi mai, che qualcuno al proprio fianco prima o poi si avrà, un po' come la sorella ritrovata, la piccola Adriana.
    Mi è poi loro legame, un po' meno però con quello del fratello Vincenzo. 

    In compenso, un libro carino ma nulla di troppo eccezionale, ho trovato lo stile non molto scorrevole e simile a quello della Fallaci, visto che mi ha ricordato Lettera ad un bambina mai nato, anche se in alcune recensioni ho letto che questo romanzo di avvicina molto allo stile della Ferrante, ma non avendo mai letto nulla di suo, non posso esprimermi.
    3.5/5 ⭐

    RispondiElimina
  15. Antonella Renzullo - #bambinisperduti
    Trovarsi all'improvviso sola, abbandonata, rispedita al mittente. Trovarsi in una casa sconosciuta, tra volti sconosciuti, costretti a dividersi l’aria, il letto, un pezzo di pane; in una casa dove si è in più, dove non basta il cibo, lo spazio, la vita. L’egoismo degli adulti che si abbatte con forza sulle spalle di una ragazzina di soli tredici anni, l’ignoranza dei più giovani in un paese retrogrado e chiuso. La forza dell’innocenza che si dimostra più forte di qualsiasi adulto, la paura dell’abbandono, la crescita, la resistenza contro una vita fatta di sacrifici e lotte. Tutto questo è l’Arminuta. Una lettura emozionante e travolgente con un linguaggio diretto, schietto che colpisce per la sua freddezza ma anche per la sua disarmante sincerità; una storia di personaggi veri, umani, che compiono scelte, errori, sacrifici e che per questo risultano perfetti. Tra le pagine e le parole è facile sentire i profumi della terra, del sole sulla pelle, del mare, della realtà contadina fatta di frutti della terra, duro lavoro e sacrifici. Due realtà a confronto che si scontrano e che si plasmano a vicenda. Il legame delle due sorelle mi ha colpito molto, l’iniziale diffidenza reciproca sfocerà in un amore puro, leale e sincero; la forza che una infonde all’altra sono la base di tutta la storia. Da una bambina di dieci anni, la protagonista imparerà cos’è il vero amore, la vera forza che spinge a resistere ad una vita di sacrifici, abusi e miseria. Adriana si ritroverà adulta a soli dieci anni, l’età dell’innocenza portata via dalla povertà e dal sacrificio. La forza di Adriana e la dolce innocenza di Giuseppe sono forse la cosa che più mi hanno colpito in tutta la storia, a loro due mi sono affezionata in maniera tanto naturale e li ricorderò sempre con affetto. Davvero un bel libro di cui sicuramente recupererò il seguito per vedere come si svilupperà la storia e la crescita dei vari personaggi.

    RispondiElimina
  16. #ladredilibri
    L’ Arminuta è un libro ambientato in Abruzzo e che racconta di una ragazzina “restituita” alla famiglia originaria. Fino ai 13 anni è vissuta con gli zii che lei pensava fossero i suoi genitori, per poi essere, un giorno, riportata, come un pacco, ai genitori biologici. La ragazza , di cui non si conosce il nome, viene catapultata in un mondo che non le appartiene. Abituata alla ricchezza e agli agi di una famiglia benestante si ritrova a vivere di stenti in una famiglia provata dalla povertà e dal dolore. Una famiglia che le rimane estranea ad eccezione della sorella Adriana e del fratellino neonato Giuseppe.
    E’ un libro coinvolgente, crudo, vero, doloroso. Legami e strappi familiari sono i protagonisti di questa storia intensa e appassionante. E’ un romanzo sugli abbandoni e sui tradimenti affettivi, sulle decisioni subite con rabbia e rassegnazione. Il linguaggio è aspro che ben si adatta alla narrazione pungente e penetrante. Uno scritto dolceamaro che ti entra dentro, dritto fino al cuore e non si dimentica. Voto 9.

    RispondiElimina
  17. Luana Cibin
    #bambinisperduti

    Ero un po'scettica su questo libro, invece è stata una lettura molto avvincente, non riuscivo a smettere di leggere. Mi è piaciuto il modo in cui ha descritto i personaggi e più di tutti mi è piaciuto il personaggio di Adriana, sorella minore, ma protettiva nei confronti dell'arminuta, la ritornata.

    Due cose mi sono piaciute poco, la motivazione per il ritorno presso la famiglia di origine e il finale. Per quanto riguarda la motivazione, mi sarei aspettata qualcosa di più particolare, soprattutto dopo tutto il mistero che se ne è fatto in tutto il libro. Per quanto riguarda il finale, semplicemente non c'era un vero finale; non mi piace la sensazione di incompiuto che mi lasciano i libri privi di finale.

    Mi sono invece piaciuti tutti i particolari sulla vita in condizioni di povertà con la famiglia di origine, li ho trovati molto realistici e mi hanno fatta immedesimare con la protagonista.

    RispondiElimina
  18. Clara Pecoraro
    Casata bambinisperduti.
    Era da tantissimo tempo che volevo leggere questo libro, e questa attesa ne è valsa la pena. Ho amato ogni singola parola di questo romanzo, perché comunque dietro a queste semplici parole e dei piccoli gesti dell'arminuta si nascondono sentimenti forti e disarmati. Un susseguirsi di piccoli eventi che fanno riflettere e soprattutto che mi hanno commosso. Unica cosa che non mi è piaciuto tanto è stato il finale, mi aspettavo una conclusione nel presente e non nel passato. Sono curiosissima di leggere il successivo sperando che alcune cose a me poco chiare siano spiegate. Tipo che fine hanno fatto i genitori? Adriana ha proseguito gli studi? L'arminuta adesso che Lavoro e che vita svolge? Sono tutte mie piccole curiosità e spero che una parte di esse siano spiegate.

    RispondiElimina
  19. Ordine della fenice

    Ci sono storie che rapiscono il cuore, una di queste è l'Arminuta di Donatella Pietrantonio, un romanzo breve ma che ha tanto da dire. E' la storia di una ragazzina di 13 anni di cui non sapremo mai il nome perchè chiamata da tutti l'arminuta che nel dialetto abruzzese significa "la ritornata".
    L'arminuta perchè dopo 13 anni ritorna a vivere con la sua famiglia biologica dopo essere cresciuta fin dall'età di 6 mesi con altri genitori. Una storia dolorosa vista con gli occhi di questa ragazzina che come se fosse un'amica ci racconta la sua storia.
    Immaginate che così all'improvviso dopo 13 anni scoprì che quelli che erano i tuoi genitori non lo sono e che devi ritornare a vivere in una famiglia che non conosci, in una casa che non conosci, in un paese che non conosci. Lasciare quella che credevi essere la tua famiglia, gli amici, la scuola, le tue passioni. Lasciare una vita benestante per una molto misera. Non è terribile?
    Con una scrittura asciutta e diretta l'arminuta ci conduce nei suoi ricordi e ci parla del dolore di essere stata abbandonata per ben due volte dai genitori, dalla necessità di adattarsi alla nuova vita, dell'incapacità di essere amata dalla propria madre, dai lunghi silenzi, dalle mille domande senza risposte. Perchè è ritornata? Perchè la madre adottiva la riporta indietro?
    Un'ancora la trova nella sorella.
    Una storia di dolore, di abbandono, di silenzi, di crescita e d'accettazione. Un romanzo bellissimo ed io non vedo l'ora di recuperare il seguito "Borgo sud" candidato al Premio Strega.
    Un romanzo che mi ha ricordato le atmosfere dell'amica geniale della Ferrante.

    RispondiElimina
  20. #LostInAusten
    Questo è un libro breve e divertente – e finalmente ho trovato un autore russo che mi piace. C'è una storia inverosimile, basata su un esperimento andato male. C'è dell'humour che fa sorridere. C'è una critica sulla situazione politica russa del periodo – ecco, forse essere completamente a secco, per quanto riguarda la conoscenza di quella parte di storia, potrebbe essere un potenziale svantaggio (meglio se si son letti altri libri ambientati nello stesso periodo storico). Il personaggio di Pallino, il cane, è anche tenero e simpatico – leggiamo i suoi pensieri di cane da strada che viene accolto in una casa di un ricco borghese. Quando si trasforma in essere umano diventa un essere insopportabile, sgradevole, criminale e arrogante (quasi quanto il professore), ma il cambiamento da Pallino a Pallinov, che sposa i valori del bolscevismo, fa capire la posizione di Bulgakov su quello che succedeva in quel momento.

    RispondiElimina
  21. Casata #ordinedellafenice
    Ho riletto questo libro per la challenge e confermo il ricordo positivo che ne avevo dopo la prima lettura. Il testo è molto breve ma intenso e mi è rimasta nel cuore la protagonista che ad un certo punto, da un giorno all’altro, torna nella sua vera famiglia, quella di origine e si trova spaesata è in grande difficoltà, pratica ed emotiva.
    È una storia dura e aspra un po’ come la terra che la ospita, cioè l’Abruzzo in cui ci sono famiglie che affrontano una povertà materiale e spirituale e a farne le spese è proprio “l’arminuta” che si trova catapultata in un mondo che è troppo lontano da quello in cui è vissuta fino a quel momento.
    Una rilettura molto intensa ed emozionante

    RispondiElimina
  22. Brunella Giardino
    #lostinausten

    L'Arminuta é la storia di una ragazzina tra due madri, cresciuta in una famiglia benestante che credeva fosse la sua e poi, a 13 anni, ritornata ("arminuta" in dialetto abruzzese) in quella di origine, povera e a lei sconosciuta.

    Avevo delle remore ad intraprendere la lettura di questo noto libro perché ho pensato, onestamente, che queste storie di ragazzini costretti a vivere nel degrado e che trovano riscatto nello studio siano state ormai un po' troppo sfruttate...

    Invece devo dire che ho apprezzato il tono schietto e diretto della Pietrantonio e la storia di questa ragazzina che, all'improvviso, da figlia unica con una vita agiata in una città di mare, si ritrova in un paesino dell'entroterra e in una abitazione spoglia, piena di fratelli, dove non c'è posto per parole e spiegazioni, dove il cibo è una conquista e il letto uno spazio da condividere. E il senso di abbandono e solitudine dell'arminuta è reso più straziante perché privo di spiegazioni. Scopriremo infatti insieme alla protagonista solo nel finale il perché di questa 'restituzione'.

    Un libro al tempo stesso delicato e duro, una storia difficile sulle famiglie mancate, tra povertà materiale e culturale, abbandono e riscatto.
    Perché non basta partorire per essere madre, non basta essere desiderati per diventare figli, non basta avere gli stessi genitori per essere fratelli.

    Onestamente ho trovato un po' troppo remissivo l'atteggiamento della protagonista e decisamente troppo caricaturali i vari personaggi, soprattutto la madre biologica e i fratelli, per non parlare di Adalgisa, la madre 'adottiva', nonché delle motivazioni sottese alla restituzione.
    Mi é piaciuto molto invece il personaggio di Adriana, la sorella minore, caparbia e determinata e ho trovato, infine, poetica l'immmagine finale.

    "Nella complicità ci siamo salvate"

    RispondiElimina
  23. Ida Campitelli
    #lostinausten

    Ho intrapreso questa lettura con molta reticenza, temevo di trovare un testo duro, che facesse male al cuore, male al cuore di una madre che non si stacca dai figli neanche per poche ore al giorno. Ed invece ho trovato un libro scorrevole e per quanto duro nel suo raccontare sa restituire molta forza nel continuare a sperare.

    Una storia di donne, sostanzialmente, nei ruoli di madre biologica, madre adottiva, figlia, sorella... Donne forti, fragili, spaventate, che dialogano tra loro in un crescendo di azioni, silenzi, comportamenti, ed emozioni che però mai vengono fuori dalla scrittura per diventarne descrizione primaria. A parte il momento di massimo dolore, in cui la madre perde uno dei suoi figli, che pare prevalere sulla narrazione, il resto del racconto serrato pone sempre ben in evidenza la storia nel suo scorrere lasciando al lettore, postumo, il senso o il bisogno di emozionarsi o meno su alcuni punti ed aspetti della storia.

    Arminuta, la ritornata, ha solo 13 anni quando senza motivazioni concrete viene restituita alla famiglia di origine. Riportata, dal papà adottivo, in un paesetto dell'entroterra abruzzese dai suoi numerosi fratelli e dai suoi genitori biologici. Incredula e spaventata comincia questa sua nuova vita con un profondo senso di rassegnazione che a tratti lascia emergere la rabbia, ma che di fatto resta a lungo sopita dal tentativo - forse un po' troppo adulto - di trovarne spiegazione in qualche motivo concreto e severo che vedrebbe coinvolti i genitori adottivi.

    In questi momenti così controllati, senti scoppiarti dentro tutta la rabbia del mondo, stando al fianco di quella ragazzina che non comprendono le motivazioni cerca dentro di sé la forza e il coraggio per non scappare, che poi si trasforma in forza e coraggio per resistere. E così via via che la storia si snoda e conosci l'intera famiglia: Sergio, Vincenzo, il padre, il piccolo Giuseppe , Adriana e la madre... trovi una donnina dal comportamento "controllato" che sa costruire energie buone, sopportando e crescendo insieme ad un evento ingiusto e incomprensibile.
    Molto toccanti alcuni passaggi di vita raccontati dall'autrice come il dolore e lutto improvviso che investe la famiglia, belle alcune descrizioni del vissuto dei fratelli dell'Arminuta, il prima e il dopo la sua presenza....eppure a tratti l'ho trovata una narrazione un po' sbrigativa, veloce, e questo mi ha un po'delusa.

    Resta però una bella storia, di sorelle,si, perché in tutto questo racconto il bello - ma diciamo il fulcro, che permette ad Arminuta di continuare a resistere - sta nell'aver trovato una complice: sua sorella. Una SORELLA che lei non ha mai avuto la quale sarà per lei bastone, forza, energia e soprattutto scudo.
    Per me Adriana è la vera protagonista del racconto che risalta e brilla per spontaneità, intensità e onestà...a tratti poetica, di quella poesia che sboccia come gemma in primavera.

    Il finale, non finale, sarà questo: la nascita di un legame Tra due sorelle prima sconosciute. Legame , che spero sarà il fulcro del prosieguo - borgo sud - che è già pronto sul mio codino.

    RispondiElimina
  24. Lyzzie Naturopata #ordinedellafenice
    "Introspettivo ed emozionante" sono i primi due termini che mi vengono in mente per quest'opera.
    Immagini forti e secche, come le risposte di Adriana, sono fuse perfettamente con la trama e lo stile, senza cadere nella troppa drammaticità che talvolta accompagna questo genere di romanzi. Spiccano sicuramente i personaggi femminili come ruolo e come personalità;il dialetto dei dialoghi è ben curato e capibile anche da chi non mastica l'abruzzese.
    Emotivamente mi ha coinvolto il "non te l'ho detto per il tuo bene/eri troppo piccola aspettavo che crescessi", che non approvo come forma di protezione, anzi peggiora sempre le situazioni, creando fraintendimenti e doverosi cali o annientamenti di fiducia.
    Per me è stata proprio una lettura piacevole e veloce, il finale l'ho trovato perfettamente a tono con il resto della storia, evidenziando l'amore e la complicità tra le sorelle, che diverrà poi il loro punto di forza.

    RispondiElimina
  25. #bambinisperduti
    Mi è piaciuto molto questo libro, delicato, ma insieme crudo, dolce, ma insieme doloroso. Parla di dolore, ma anche di "sorellanza", di come, pur nel dolore di essere sballottata da una famiglia all'altra senza nemmeno sapere il perché, si possa creare un legame forte tra due sorelle apparentemente molto diverse, ma in fondo complementari.
    L'Arminuta soffre terribilmente per essere stata abbandonata dalla famiglia che l'ha cresciuta, ma piano piano trova un suo piccolo posto nella nuova famiglia, soprattutto accanto ad Adriana, personaggio che ho molto amato. Intraprendente, sveglia, scaltra, non si perde mai d'animo, è la persona giusta per accogliere e aiutare l'Arminuta.
    La scrittura è fluida e scorrevole e poiché non c'è un vero e proprio finale, bisognerà leggere il seguito!

    RispondiElimina
  26. silvia patruno
    #bambinisperduti
    L’arminuta, cioè la ritornata ma in realtà significa anche “la restituita”; come la chiamavano compagni e la gente del paese. La vita della protagonista cambia dall’oggi al domani senza spiegazioni. Le risposte se le deve cercare da sola e sono spesso deludenti. Questo libro tratta tanti temi, i principali per me sono l’abbandono, la maternità e la famiglia. “Ripetevo la parola mamma cento volte, finché perdeva ogni senso ed era solo una ginnastica delle labbra. Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l’altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo”.
    “[…] nel tempo, ho perso anche quell’idea confusa di normalità, e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente che conosco ma non supero, [..]la sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure.”
    L’arminuta deve combattere per ritagliarsi la sua posizione nella sua “nuova” famiglia di sconosciuti; nella quale si sente estranea e non benvenuta, inoltre deve venire a patti con la verità sulla sua restituzione. Grazie a dio che c’è Adriana, la sorellina che non sapeva di avere che la aiuta in tutte queste nuove situazioni difficili in cui si trova e la quale tenta di proteggere, salvare l’unicità della sorella maggiore.
    ll libro parla anche della miseria: tanto la mancanza di soldi quanto la mancanza di ideali e istruzione. Il libro ha un finale aperto, nonostante durante il racconto c’è qualche scorcio del futuro della protagonista.
    L’ho trovato un po pesante, drammatico e triste ma questo solo perché l’autrice è stata brava a rendere la drammaticità della situazione in modo essenziale e asciutto. Non credo però che lo rileggerei.

    RispondiElimina
  27. #ordinedellafenice Ersilia Facciolo
    Dolore, amore, sacrificio sono gli ingredienti di questo romanzo che si legge tutto d’un fiato. Una scrittura che è a tratti dura, spigolosa e cruda, e permette di calarsi immediatamente nel romanzo.
    Protagonista indiscussa di questo piccolo libro la maternità, i legami familiari, gli strappi a cui la vita ci sottopone, il tutto visto attraverso gli occhi e i sentimenti di una ragazzina di tredici anni. L’Arminuta è un libro intenso e carico di significato. Vengono sviscerati i sentimenti di una ragazza che è stata abbandonata due volte. Nonostante la sua capacità di adattarsi nulla potrà lenire lo smarrimento o il senso di abbandono che prova.

    RispondiElimina
  28. Mamy Sara
    #bambinisperduti

    L'arminuta è un colpo allo stomaco.. la leggerezza di una mentalità distorta nel mettere al mondo figli e non avere grossi problemi a cederne o, peggio ancora, mandarli a lavorare.
    La scrittura di questo libro mi ha lasciata in una specie di trance e tenuta sulle spine per cercare di capire come sia possibile che, colei che hai accudito per 13 anni, possa essere semplicemente riportata indietro senza alcuna spiegazione.
    Un libro crudo con un indagine introspettiva della ragazza che analizza se stessa e i suoi sentimenti con una leggerezza disarmante.

    RispondiElimina
  29. Mamy Sara
    #bambinisperduti

    L'arminuta è un colpo allo stomaco.. la leggerezza di una mentalità distorta nel mettere al mondo figli e non avere grossi problemi a cederne o, peggio ancora, mandarli a lavorare.
    La scrittura di questo libro mi ha lasciata in una specie di trance e tenuta sulle spine per cercare di capire come sia possibile che, colei che hai accudito per 13 anni, possa essere semplicemente riportata indietro senza alcuna spiegazione.
    Un libro crudo con un indagine introspettiva della ragazza che analizza se stessa e i suoi sentimenti con una leggerezza disarmante.

    RispondiElimina
  30. "L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

    #ladredilibri

    Editore Einaudi, 2017
    162 pagine

    "Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere..." 🥺

    Adriana:
    "– Allora la mamma tua qual è? – ha domandato scoraggiata.
    – Ne ho due. Una è tua madre..." 🙄

    Il titolo si riferisce alla protagonista, "l'arminuta" che in dialetto significa «la ritornata», voce narrante, ci racconta che a tredici anni, da un giorno all'altro perderà tutte le sue certezze... una bella casa, le amiche del cuore, i corsi di danza e le nuotate in piscina, l'affetto incondizionato della famiglia... cioè, quella che lei credeva la sua famiglia 😥 e viene "riconsegnata" alla sua "vera famiglia"... così "la ritornata" inizierà una nuova vita, in un paese lontano dalla città, in una casa piccola e spoglia, piena di nuovi fratelli e con pochissimo cibo sulla tavola... un ambiente povero, estraneo ed ostile 🥺

    A parte la sorella Adriana, una sorella che non sapeva nemmeno di avere, la tredicenne riuscirà a stabilire una specie di "legame" soltanto con Vincenzo il fratello più grande 🙄 e con Giuseppe il più piccolino 🥺
    Invece il rapporto con il resto della famiglia e con la madre, resterà sempre teso e difficile... un esempio, la cattiveria gratuita di Sergio, uno dei fratelli e l'incapacità emotiva della vera madre, che non riesce ad esprimere ciò che prova 😬 ma magari cerca di avvicinarsi a lei con dei piccoli gesti:

    "Non avevo fame, sono andata subito a letto. Attraverso la porta chiusa sentivo le voci in cucina. Poi qualcuno è entrato nella camera e io ho finto di dormire. Era la madre, l’ho riconosciuta dal modo di trascinare le ciabatte. Deve averlo capito che ero sveglia.
    – Metti questo sul petto, sennò ti viene la febbre, – e ha scostato le coperte.
    Aveva scaldato un mattone nel forno e l’aveva avvolto in uno strofinaccio perché non mi scottassi. Un benessere lento si è diffuso sotto il peso, fino al cuore. Batteva con piú calma. Sarà uscita in silenzio, mentre cedevo a un sonno breve e profondo. La febbre non mi è venuta." ❤️

    La scrittura di Donatella Di Pietrantonio è aspra, ruvida... a tratti brutale e devo ammettere che all'inizio per me è stato un vero choc... leggere le belle parole dell'arminuta per poi passare a quelle "dure" di Adriana o di un famigliare 😱 ...ma per raccontare una storia così, erano necessarie, come nell'affrontare il tema del rapporto madre-figlio... e dei legami famigliari 😬
    Interessante anche, il continuo confronto tra la madre "la donna che mi aveva concepita" ...e Adalgisa, "la mamma" iperprotettiva, tutta abbracci, baci e coccole!!
    Ma cosa è successo veramente?

    "Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua... l’altra mi aveva restituita a tredici anni." 😥

    Solo sul finale del libro capiremo i veri motivi di quel trasferimento... conosciuti da tutti ma nascosti alla protagonista... povera arminuta 🥺 che non riesce a capire e non si capacita per quell’abbandono... 😢 e comunque, l’unica che l'aiuterà ad affrontare i momenti più difficili, con complicità e alleanza tipica delle sorelle 🥰 sarà Adriana, la sorellina, che dal primo giorno, oltre a condividere il letto con lei gli donerà un amore incondizionato ❤️ Adriana è un personaggio meraviglioso... spesso sembra lei la sorella maggiore tra le due!!! 😊

    160 pagine ricche di emozioni, un libro da leggere assolutamente, un libro che parla di miseria, quella vera... «miseria materiale, ma anche morale e spirituale»
    Uno dei romanzi più belli che abbia letto negli ultimi tempi... era nella mia wishlist da tempo e grazie alla Book Challenge di Claudia finalmente ho fatto conoscenza con "l'arminuta" 🙂
    Bello bello bello 👍🏻 superconsigliato!

    ⭐⭐⭐⭐⭐❤️❤️❤️❤️❤️

    RispondiElimina
  31. #casataladredilibri
    Emma Guidi
    L’Arminuta è nata in una povera famiglia abruzzese, che viene ceduta alla nascita ad una ricca parente per denaro o forse per avere una bocca in meno da sfamare. A tredici anni la ragazzina viene restituita alla sua famiglia originale come un pacco postale e, dopo aver vissuto fino ad allora con tutte le comodità compresa la scuola di danza e le lezioni di nuoto, si trova ora in una casa fatiscente con altri 4 fratelli a dividere un lettino con la sorella di 10 anni. La sua vita cambia totalmente e dovrà imparare a difendersi il cibo dagli altri affamati della nuova famiglia.Riuscirà a risollevarsi solo con l’aiuto proprio della sorella Adriana e della sua determinazione a studiare perché solo con la cultura ci si può affrancare da un mondo povero privo di speranze.
    Purtroppo a quei tempi la situazione dell’Arminuta non era certo una rarità. Mi ha messo tanta tristezza leggere questo libro.

    RispondiElimina
  32. Debora Porta
    #lostinAusten

    L'arminuta è una ragazza priva di identità. Una giovane donna che improvvisamente si ritrova senza passato e senza presente.
    L'arminuta è costretta a vivere una vita che altri hanno scelto per lei, come un burattino che non ha la possibilità di muovere i fili della propria esistenza.
    L'arminuta ha vissuto una vita idilliaca ma falsa e improvvisamente si ritrova all'interno di un contesto familiare che non le appartiene.
    La sua vera famiglia vive in una condizione di miseria e povertà e solo grazie alla sua grande intelligenza riuscirà a sopravvivere.
    Lentamente questa giovane donna instaura un legame sempre più forte con sua sorella Adriana. Sarà proprio grazie a lei che la piccola Arminuta riuscirà ad adattarsi alla sua vera famiglia, alla sua casa così piccola, buia e misera.
    Questo nuovo contatto umano l'aiutera a sopravvivere alla perdita della figura materna, perché l'arminuta ormai si considera un orfana che non conosce più il significato della parola mamma.
    Questo romanzo tocca tempi molto importanti come il dolore l'abbandono e la speranza, tuttavia in modo un po' troppo frettoloso.
    Le poche pagine che costituiscono questa storia non ci permettono di percepire e di vivere pienamente queste tematiche che a mio parere meritavano un maggiore approfondimento.
    Altro aspetto negativo il finale che finale in realtà non è. Improvvisamente l'autrice interrompe la narrazione lasciando il lettore con un senso di vuoto e incompiuto.
    La narrazione è davvero molto scorrevole e piacevole, sicuramente non ci ritroviamo alle prese con un romanzo eccezionale ma comunque la storia merita di essere letta.

    RispondiElimina
  33. Casata: Ladre di libri

    Lord Bayron

    Rossana Gnasso

    L'Arminuta



    All'improvviso è ritornata a casa. Una casa che non conosce popolata di gente estranea e diversa, da lei e dalle persone che fino a ieri ha avuto al suo fianco. C'è una nuova madre, quella vera. L'estranea l'ha partorita e immediatamente data in affido alla donna che lei ha, da sempre, considerato il suo centro del mondo. C'è un padre, un uomo taciturno che lavora alla fornace. Ci sono dei fratelli. E c'è Adriana; una piccola sorella in cui incredibilmente, anche in tanta estraneità, si riconosce. Lei è l'Arminuta, la bambina ritornata dalla città. Un breve viaggio e la sua vita è cambiata. Nello strappo che vive dal suo vecchio mondo, l'Arminuta è travolta dalla sofferenza creata dall'incomprensione; subisce la difficoltà di vivere tra un legame materno strappato, per un motivo ignoto, e un sentimento nuovo che non riesce a fiorire. La normalità è ignorare che luogo sia una madre, è un vuoto persistente che conosci ma non superi, è un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e produce incubi.



    La perdita dell'amore materno stravolge una vita. Credere di possederlo, di potercisi abbandonare, di poter essere cullati dal sentimento più profondo che esiste e poi improvvisamente vederselo strappato, deve essere lacerante. Ancor di più, deve distruggere il rendersi conto che l'amore materno ti ha tradito. Leggere sentimenti di perdita e di tradimento nelle parole di un'adolescente mi ha ferito, ho sentito su di me il senso di vuoto che ha provato e insieme a lei ho goduto della sola presenza di Adriana per trovare il coraggio di continuare a sperare e sognare.

    RispondiElimina
  34. Mi ritrovo dopo L'amica geniale a leggere L'arminuta. Due storie che mi hanno proiettata in un universo di povertà, di brutture, di persone che la vita ha indurito. L'arminuta mi ha coinvolto molto, mi sono trovata impreparata a questa storia che narra di abbandono, di ritorno, di sofferenza e di amore. È un libro che mi ha lasciata perplessa di fronte al rifiuto della madre, mi ha sorpresa nel bacio col fratello, mi ha consolata con l'amicizia e la protezione della sorella. Ma principalmente mi ha delusa per l'abbandono della zia al nascere del figlio. In definitiva mi è piaciuto molto, l'ho trovato duro ma piacevole da leggere

    Tiziana Puccini
    Bambini sperduti

    RispondiElimina
  35. Federica Martorana
    #LostInAusten

    Alla fine di questo libro mi sono chiesta: "quante persone come me sono così fortunate ma non si rendono conto di quello che hanno?".

    L'Arminuta, questo il soprannome della piccola protagonista.
    Una bambina che un giorno scopre di essere stata cresciuta dai suoi zii.
    Una bambina che scopre che da piccola i suoi genitori non l'avevano voluta e che adesso i genitori con cui ha vissuto per 12 anni non possono o non vogliono più tenerla.
    Rifiutata per due volte, si ritrova a condividere la casa con i suoi genitori biologici e con i fratelli di cui non sapeva l'esistenza.
    Cresciuta nel lusso e da figlia unica, si ritrova adesso a vivere una vita completamente diversa.
    Invidio la forza con cui la protagonista a testa alta accetta tutto e cerca di continuare la sua strada. La caratterizza una forza d'animo e una determinazione che non è semplice avere a quell'età. Lei si fa forte, o probabilmente trova la forza nella piccola sorella Adriana.
    Adriana che in quella famiglia ci ha sempre vissuto e che da subito fa da scudo alla sorella sconosciuta. La piccola che si prende cura della sorella maggiore perché lei sa come funziona la vita lì, al contrario dell'arminuta.
    Due bambine costrette a maturare prima del tempo, spesso costrette anche alla fame e a prendersi cura l'una dell'altra diventano così inseparabili. Ma nonostante tra loro ci sia questo legame, l'arminuta sente dentro un vuoto provocato dall'assenza della donna che l'ha cresciuta.
    Non si rassegna e fino alla fine cerca la verità sul suo abbandono.

    Ho trovato questo libro molto coinvolgente, apre gli occhi su una dura verità che ci sembra spesso così lontana ma che in realtà non lo è.
    Unica pecca il finale frettoloso e che lascia l'amaro in bocca e la curiosità di sapere se l'arminuta e la piccola Adriana hanno trovato un lieto fine.

    Il mio voto personale è 4⭐/5

    RispondiElimina
  36. #ladredilibri


    Ho iniziato a leggere questo libro nei primi giorni del mese, poi però ho accantonato per il poco tempo (ahimè) che riesco a dedicare a questo mio hobby. Sin da subito il libro mi è parso scorrevole e di facile lettura, complice anche la suddivisione in brevi capitoli. La scelta, da parte dell’autrice, dello sfondo temporale e spaziale del romanzo, un’ Italia centrale negli anni 70, ancora caratterizzata da ristrettezze economiche e da un livello di scolarizzazione basso, è un punto in più per la narrazione della vita e della storia di questa ragazzina. Criticabile è la non identificazione della protagonista con un nome proprio, ma con un aggettivo che, a mio avviso, la stereotipa e la inserisce all’interno di un quadro ben definito. Ci sono varie figure che ruotano attorno alla protagonista e che contribuiscono a farla crescere, ma una su tutte risalta: è quella della sorella Adriana, che riesce a instaurare con lei un rapporto di “sorellanza”. Ciò che non riesco ancora a capire è il finale… mi ha lasciato parecchie domande e l’autrice non è riuscita (forse volutamente) a sciogliere tutti i nodi. Appena mi è possibile leggerò anche il seguito, di cui ignoravo l’esistenza prima dei commenti di qualche partecipante alla challenge.

    RispondiElimina
  37. #bambinisperduti
    Marika Perale

    Il tema principale del libro è il rapporto madre figlia, in questo caso madri- figlia, la protagonista infatti si ritrova "orfana" di entrambe le madri (biologica ed adottiva), nonostante esse siano in vita. La prima, quella biologica, non riuscirà ad instaurare con lei un rapporto vero, affettuoso mentre quella adottiva la abbandonerà per motivi puramente egoistici. Fortunatamente l'Arminuta troverà la forza di andare avanti in un'altro rapporto importante, quello con la sorellastra Adriana. Sarà lei ad esserle accanto più di tutti, sarà la sua alleata, la sua roccia e il suo "amore" più grande all'interno della famiglia d'origine.
    Ho trovato questo libro toccante, ci si immedesima subito con l'Arminuta, col suo smarrimento, la sua rabbia e con la sua voglia di sapere il perché le stanno succedendo certe cose. Tuttavia ho amato ancora di più il personaggio di Adriana, piccola ma forte, diretta e coraggiosa. Nonostante il finale del libro non ce lo dica apertamente, sono certa che le due sorelle insieme ce la faranno a superare le difficoltà e avranno la rivincita contro un destino che sembra ostacolarle.
    Consiglio di leggere questo breve romanzo, scorrevole e intenso,una volta iniziato è difficile riporlo,se non alla fine.

    RispondiElimina