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giovedì 28 dicembre 2017

Recensione: "Dark Harlem" - Rudolph Fisher


Editore Fazi
Pagine 314
Prezzo cartaceo 16,00 EURO
Prezzo ebook 7,99 EURO 
Anno prima edizione 2017
Genere Giallo

Frimbo, il più famoso medium di Harlem, è stato ucciso nel suo studio. Quando il dottor Archer e l’investigatore Perry Dart arrivano sulla scena del delitto, nella sala d’aspetto trovano sette clienti, tutti potenziali colpevoli. Durante le prime indagini i sospetti cadono su Jinx Jenkins: era lui l’unica persona presente nello studio al momento dell’omicidio, è suo il fazzoletto trovato nella gola del morto e una sua impronta digitale viene scoperta sul manico della mazza usata per stordire la vittima. Ma mentre le indagini procedono, il corpo scompare e i moventi si moltiplicano: forse è stato ucciso per vendicare il fratello di Hicks, che si è ammalato gravemente in seguito a una maledizione che Frimbo gli ha lanciato, o
forse il suo omicidio è da imputare alla malavita di Harlem, che non vedeva di buon occhio le continue vincite di Frimbo alla lotteria clandestina. Chiunque quella sera sia entrato in contatto con la vittima potrebbe ragionevolmente essere l’assassino. E proprio a questo punto arriva, immancabilmente, il colpo di scena. Ambientato al tramonto della Jazz Age, Dark Harlem è un viaggio suggestivo attraverso i teatri, le sale da biliardo e i salottini dei chiromanti della Harlem dell’epoca.
Questo romanzo – uscito per la prima volta nel 1932 – è considerato il primo poliziesco scritto da un autore afroamericano: un mix di umorismo, mistero e negritudine ambientato nel cuore palpitante dell’America nera.

Ad Harlem vive un negromante conosciuto da tutti per le sue mirabili doti.
Una sera, però, quest'uomo muore durante una seduta.
Viene subito chiamato il dottor John Archer che a sua volta ordina di chiamare la polizia.
Ad indagare sarà Perry Dart e quattro uomini a lui affidanti.
L'indagine si mostra fin da subito complicata.
Come è morto? Per quale motivo nessuno ha visto l'assassino? E ... dov'è finito il cadavere?

"Un nativo africano, laureato a Harvard, studente di filosofia e stregone. C'è qualcosa che non torna in questo quadro."

Archibald Motley, Street Scene In the early 90’s
Morti che vanno e vengono a loro piacere, personaggi oltremodo singolari e fatti che non si riescono a spiegare.
Una storia che ha dell'incredibile, piena di stranezze ed enigmi.
Quasi l'intera opera si svolge negli appartamenti di Frimbo, il negromante, e le descrizioni dell'ambientazione sono estremamente dettagliate e meticolose.
Ci sono poi scene decisamente lente, come quelle sulle nozioni di medicina o le usanze del popolo di Frimbo.
La narrazione è poi piena di divagazioni e la soluzione del giallo? Banale.
E' stato inscenato un omicidio che aveva dell'incredibile, ma la soluzione lascia a desiderare, mi aspettavo qualcosa di più brillante.

"Prima era un uomo, poi una donna, poi ... solo un ricordo."


Insomma, la trama e l'intreccio degli eventi preannunciava un giallo ingarbugliato e finemente elaborato, peccato poi per il modo in cui è stato sviluppato.
Per questo assegno al libro:

- Trama: 3 - Narrazione: 2 - Personaggi: 4 - Cover: 3 - Finale: 2 -

3 Wonderland su 5

Dal libro:

- "In confronto a questo posto il cimitero è un parco giochi."

- "E mi è venuto da pensare di aver posto fin troppe volte il mio quesito al Signore durante le preghiere. Era ora di andare a parlare con il diavolo."

- "Il morto è ritornato tra noi!"

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